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Due italiani vengono uccisi in Germania, e a Radio Padania difendono il tedesco

La notizia la conoscete tutti, in un bar ad Hannover in Germania, per futili motivi (su quante coppe avesse vinto la Germania e quante l’Italia) due italiani vengono uccisi da un tedesco.

Bene proseguiamo, in Italia una Radio che si chiama Radio Padania, su questa vicenda, ancora una volta ha dato una interpretazione diversa della vita, così come ha fatto recentemente, per quei ragazzi morti in missione in Afghanistan, che essendo meridionali, non meritavano quelle attenzioni e i funerali di stato.
La morte ha sempre generato rispetto e pietà, è un momento di incontro di quel percorso comune, in cui ci incontreremo tutti, anche nei campi di battaglia si rispettava il nemico, ma, e dico ma, in questo caso si è avuta un po’ di pietà, non per i due ragazzi italiani morti, ma per l’esaltato tedesco che li ha uccisi.
Il solito conduttore della radio, comincia con i suoi ’buona padania libera’ rivolti agli ascoltatori, ricambiato con il solito affetto, a un certo punto arriva una telefonata da un ascoltatore che solidarizza con il tedesco dicendo ”Poverino, vittima dei terroni- riferendosi al tedesco (...) senza la protezione di un forte presidio identitario questi criminali ’ndranghetisti ti spazzano via: quel poveraccio di Hannover probabilmente si è sentito in pericolo e si è difeso come poteva, quindi non è da rimproverare, noi li conosciamo bene i sudisti. Mi spiace solo che ne pagherà le conseguenze”.
Ora dopo questa affermazione farneticante, tra l’altro qualcuno dei partecipanti ha deciso che i due italiani erano calabresi, mentre un ragazzo aveva origini sarde, l’altro origini siciliane, ma i meridionali sono come gli orientali oggi sono tutti calabresi, domani pugliesi e dopodomani sono tutti siciliani.
Avendo deciso qualcuno che questi calabresi sono un cancro per la civile padania, arrivano altre telefonate. Un ascoltatore di origine piemontese inizia a scagliarsi contro i calabresi immigrati nel Monferrato dicendo queste parole: "Quando i calabresi qui a Carmagnola portano il loro santo in spalle è qualcosa di terribile (...) questi qui non hanno perso la loro identità di popolo ed è scandaloso”.
Il buon conduttore, quando ascolta i bravi padani sghignazza e partecipa con amore a queste trasmissioni, lui ricorda sempre che i meridionali sono dei parassiti, escluso quelli che si sono convertiti alla lega. Questo si chiama razzismo, e sono anche degli episodi gravi di razzismo: si istiga la gente alla violenza ,e come giustamente dice Daniele Sensi, nella storia recente ci sono guerre nate dal nulla - vedesi ex Jugoslavia e Ruanda, dove tutto iniziò con le trasmissioni di Radio mille colline, che incitava all’odio razziale verso i Tutsi e verso gli Hutu moderati.
L’esperienza ha un senso quando non si ripetono gli errori del passato.

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