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Due anni di cassa integrazione per la Fiat di Melfi

Lo stabilimento Fiat di Melfi ha fatto richiesta di cassa integrazione straordinaria dall'11 febbraio 2013 al 13 dicembre 2014.

Dietro alla decisione, la necessità di ristrutturare gli impianti dell'azienda per la produzione del modello mini suv della Jeep e un nuovo suv a marchio Fiat 500 x, cosa che permetterà un rilancio decisivo dell'economia e della popolarità dell'impresa torinese, a detta della ditta stessa.

Come annunciato da Leonardo Burmo, coordinatore nazionale della Fim Cisl, «l'avvio della ristrutturazione offre allo stabilimento di Melfi prospettive future molto concrete e lo impegna su una dimensione non solo più europea, ma mondiale e questo è l'aspetto più significativo e importante per una rapida uscita dalla crisi e di garanzia per il futuro del lavoro in Sata».

La notizia arriva dopo la visita all'azienda di Mario Monti risalente al 20 dicembre, durante la quale, accompagnato dai vertici del gruppo Fiat John Elkann e Marchionne, il premier benedisse Melfi come punto di partenza per avviare un nuovo rapporto tra la Fiat e l'Italia.

A distanza di poche settimane, l'annuncio di cassa integrazione ha sollevato reazioni forti. La chiusura di una linea di produzione dello stabilimento fa apparire nero il futuro dei 5500 operai alle dipendenze dell'impresa, lampeggiando come l'ennesimo segnale di un'Italia in crisi. 

Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler, si dice stupito per il putiferio scatenato dalla notizia: "Stiamo installando le nuove linee per fare le nuove vetture (…). Non capisco qual è il problema. Si tratta di una richiesta standard, una procedura normale".



La cassa integrazione verrà applicata a rotazione, e sarà mantenuta attiva una delle due linee di produzione dello stabilimento lucano, destinata alla fabbricazione della Punto, nella quale lavoreranno ad alternanza gli operai attualmente impiegati nell'industria melfitana.

Ma il segretario regionale della Fiom-Cgil, Emanuele De Nicola, si fa portavoce delle preoccupazioni del sindacato, mettendo in guardia sull'approssimazione e la vaghezza con le quali ci si riferisce agli investimenti e ai tempi di realizzazione previsti per il progetto, e chiede "la massima trasparenza nella gestione della Cigs al fine di garantire la rotazione al lavoro di tutti i lavoratori, per impedire come avvenuto a Pomigliano discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavoratori".

Da parte della Cisl il segretario generale Raffaele Bonanni garantisce l'impegno a vigilare sull'azienda perché mantenga gli accordi.

Ma Sergio Cofferati, europarlamentare del Pd ed ex segretario generale della Cgil, mostra scetticismo: "Preoccupa l'alternarsi di ottimismo privo di consistenti giustificazioni (...). La Fiat continua ad essere un'azienda che naviga a vista e che non ha un piano di investimenti e di innovazione che possa far guardare con serenità al suo futuro (...). Checché ne dica l'amministratore delegato della Fiat. l'uso della cassa integrazione è l'uso di risorse pubbliche, e dovrebbe essere accompagnato dall'indicazione precisa di progetti ai quali la cassa integrazione è finalizzata".

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