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Dov’è finita la questione Alitalia?


Nelle prossime settimane, immagino già alla sorpresa che troveranno imabastita sullo schermo della TV nel telegiornale delle ore 13:00, gran parte degli italiani assidui commentatori degli accadimenti quotidiani.
Sarà sicuramente un giorno del rovente Ferragosto, quando accaldati e con la pelle scottata dal sole dopo una mattinata in spiaggia, avremo poca voglia di ascoltare notizie noiose, ripetitive e soprattuto riguardanti il caso Alitalia.
Immagino già il titolo di apertura con sottofondo musicale e la voce del cronista "Alitalia, i soldi sono finiti".
Il caso che insieme all’immodizia di Napoli doveva esser affrontato con priorità assoluta dall’attuale governo Berlusconi da settimane è quasi dissolto, direi svanito.
Come mai ricomparirà questa notizia a Ferragosto?
Beh, è solo una supposizione, ma vedrete se ciò avverrà!
Sapete, quando gli italiani sono in vacanza sono meno fastidiosi, non dispobili a troppi discorsi pesanti e quindi meno rompiscatole...
Se proponessero un’altro prestito ponte (diciamo così per dire), chiaramente con i soldi tirati fuori dal ns leggero portafoglio, qualcuno neppure se ne accorgerebbe.
Chi invece, lo notasse magari seduto sulla sdraio in spiaggia con il giornale in mano, farebbe una smorfia, un commento "Siamo alle solite!", chiuderebbe il giornale e via a rinfrescarsi i piedi in acqua...
Purtroppo è un pò il vizio di noi Italiani di commentare e criticare la notizia sbattuta in prima pagina e seguire la corrente più grossa poi . . , passata la piena ci lasciamo trascinare dal torpore di un sonno profondo fino al prossimo urlo dello strillone.
Ora ci ritroviamo a dover risolvere una questione che negli gli anni ha raggiunto dimensioni esorbitanti.
Alitalia, società italiana per il trasporto aereo, bella nel nome e nei colori perchè italiana ma fallimentare con i conti in profondo rosso, è stata mantenuta da anni esclusivamente per il volere di qualche politico e di un sindacato diviso e litigioso.
Quest’ultimo ha mostrato una gran bella immagine in Italia ed all’estero litigioso come i tacchini di Renzo Tramaglino quando si rimbalzavano l’un con l’altro la responsabilità di aver fatto fuggire inaspettatamente il protempore compratore Airfrance.


Quest’ultima sarebbe stata la soluzione che avevamo stretta in pugno e che molti italiani pregavano perchè si concludesse positivamente evitando il penoso impegno di denaro PUBBLICO per qualcosa che già a priori sappiamo andar verso il fallimento.
Abbiamo sottratto soldi alla ricerca scientifica (orrendo per un paese civile), perchè 10 o forse 20 presuntuosi e miopi personaggi hanno deciso di dire "no allo straniero" per la difesa di non so’ cosa.
Voglio dir loro nel qualcaso sbadatamente qualcuno legga queste righe, che ogni soluzione scelta dovrà passare per l’increscioso ridimensionamento degli organici delle varie società del gruppo.
Forse 1000, 2000 o forse più ma il passaggio è obbligatorio.
Sono dispiaciuto per loro e spero che presto una soluzione arrivi, ma ricordiamoci tutti che l’attesa non è mai una soluzione, il tempo in questo caso sottrae esclusivamente risorse ad un paese assetato di quest’ultime.
Non possiamo pensare quindi di tenere in piedi un carrozone come Alitalia a queste condizioni ancora per molto, è come mettere ad un velocista dei 100mt una palla da 10kg al piede e partecipare ai campionati del mondo.
Ora quindi mi auspico una sola cosa, più riflessione da parte del sindacato che deve pensare che non ci sono altre chance, la via ormai si riduce all’unico vicolo cieco del fallimento.
I ’no’ a prescindere della della soluzione proposto non servono più.
Come soluzione vorrei credere nella cordata italiana al recupero di Alitalia ma per svilluppare ciò mancano troppi ingredienti: l’esperienza di un vettore internazionale, i soldi per il risanamento del debito (quest’ultimo non sarebbe assorbito da una scalata di medie dimensioni), un governo determinato capace di traghettare verso il cambiamento e prendere decisioni impopolari.
Attendiamo quindi il caldo Ferragosto del 2008, anno bisesto che tra tante sorprese questa’anno ha portanto poche gioie agli italiani.




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