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Domenica UAAR promuove la "Seconda Giornata Nazionale dello Sbattezzo"

L’iniziativa è promossa dall’Unione Atei e Agnostici Razionalisti e quest’anno cade domenica 25 Ottobre: sarà la seconda giornata dello sbattezzo, un momento dedicato ad informare tutti quei cittadini che non si sentono di appartenere alla religione cattolica ma che sono comunque iscritti nei registri battesimali per italica abitudine e che, quindi, rappresentano (involontariamente) parte di quella Chiesa che ogni giorno fa pressione sulla politica, sulla sessualità, sull’etica, sulla scienza, sulla morale e sulla ricerca, facendosi scudo con quella inverosimile quantità di fedeli a cui presterebbe voce.
Così, dopo il successo dell’anno scorso, con più di 1.000 sbattezzati in un solo giorno, quest’anno si ripete l’iniziativa in tante piazze d’Italia. Per sapere quali sono i territori coinvolti basta consultare il sito dell’UAAR.
In aumento, quindi, i casi di abiura: sempre più gente chiede formalmente di sciogliere i vincoli che li lega alla religione di Stato. Lo scioglimento avviene tramite richiesta scritta di rettifica del dato tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo così l’inequivocabile volontà di non essere più considerati aderenti alla confessione religiosa denominata Chiesa cattolica apostolica romana.


Naturalmente la richiesta presenta anche la possibilità, nel caso di mancato o inidoneo riscontro all’istanza, di rivolgersi all’autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.
Non è la prima volta che il gruppo UAAR propone iniziative forti che fanno discutere, riflettere, reagire. Non è distante, nel tempo, tra le altre, l’iniziativa degli ateobus che -dopo Londra e Spagna- avrebbero dovuto circolare anche in Italia con la scritta “la cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno” e che hanno suscitato polemiche, indignazione, dichiarazioni al vetriolo (come quelle del cardinale Poupard, che ha definito "stupido" il proliferare di queste azioni, e il monsignor Ravasi, che le ha definite invece “una carnevalata”) fino alla censura finale. Gli ateobus, infatti, ad oggi non circolano.
Adesso l’Uaar ci riprova con una giornata tematica dedicata a tutti coloro i quali vogliono conoscere le procedure e i metodi per sbattezzarsi con incontri informativi su alcune piazze italiane. Su Facebook, poi, è nato un analogo gruppo che seguirà le varie manifestazioni e che conta già più di 9.000 iscritti, rintracciabile all’indirizzo: http://www.facebook.com/group.php?g....

Commenti all'articolo

  • Di poetto (---.---.---.8) 24 ottobre 2009 14:41

     Il poter professare liberamente il proprio pensiero religioso è anche avere la possibilità, senza essere presa come carnevalata, di sbattezzarsi se non si è convinti di essere cattolici.

    Sono tanti che si professano cattolici ma nei fatti non lo sono, e non sanno neanche che cosa vuol realmente dire esserlo.

    Sono tanti, compresi molti nostri politici, che si dichiarano cattolici ma che vivono una moralità, una sessualità tutta loro che poco ha a che fare con la moralità e la sessualità cattolica.

    Penso che sia giusto prendere coscienza di quello che, religiosamente parlando, si è o ci si sente di essere, molti evitano di farlo sia perché questo, in un paese come il nostro, è un argomento tabù, sia perché l’informazione a riguardo viene soffocata, bloccata da un Vaticano onnipresente che tende ad evitare che la gente pensi, rifletta sulla propria condizione di fedele.

    Se la chiesa facesse una seria valutazione, su tutti i cittadini italiani, per vedere chi accettare come fedele, credo che molti non passerebbero l’esame.

    Se la chiesa facesse un serio esame su tutti quelli che si reputano cattolici e che poi, nei fatti, non lo sono si ritroverebbe solamente con un pugno, percentualmente parlando, di fedeli.

    Ben vengano queste iniziative che spronano la gente, ma anche la chiesa cattolica, a riflettere.

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