• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Divorzio "alla cattolica": elogio dell’ipocrisia

Divorzio "alla cattolica": elogio dell’ipocrisia

Tutti commossi per il nuovo gesto del papa: un motu proprio che decentra il tribunale della Sacra Rota, affidando in ogni diocesi al vescovo il compito di riconoscere se esistono ragioni per dichiarare nulle le nozze.

Sarà anche gratuito, hanno assicurato tutti i commentatori entusiasti. Poi, dopo le proteste degli avvocati specializzati, è stato precisato che sarà “gratuito”, ma… senza escludere la “giusta ricompensa” per il lavoro degli avvocati patrocinatori, e anche per quello del personale che istruisce e registra la pratica.

Probabilmente l’annuncio che lasciava balenare la totale gratuità, teneva conto, almeno in Italia, che la strada per divorziare di fronte allo Stato è sempre stata lunga, farraginosa e quindi costosa, come ogni ricorso alla “giustizia”, fino alla nuova normativa più rapida introdotta dal maggio di quest’anno.

Prima del 1974 il ricorso alla Sacra Rota era d’altra parte l’unico modo per chiudere un matrimonio fallito, ed era costosissimo e spudoratamente ipocrita. Vi ricorrevano soprattutto regnanti e uomini politici, attori e industriali (da Caroline di Monaco a Cossiga a Luca di Montezemolo…). Anche prima della riforma che ha abbreviato i tempi per il divorzio nei tribunali dello Stato italiano, il numero dei matrimoni civili era però aumentato costantemente, fino a divenire fin dal 2011 maggioritario (51,7%) nelle regioni del nord, mentre aumentavano progressivamente anche le unioni di fatto.

Uno smacco per la Chiesa cattolica e la sua pretesa di rappresentare la totalità degli italiani solo perché battezzati. Il gesto del papa, che è anche legato alla spinosa questione dell’assoluzione negata dalla chiesa a chi dopo la fine del matrimonio religioso si è rifatta una vita, su cui è diventato molto aspro il dibattito tra i prelati conservatori che non vogliono introdurre nessuna modifica e quelli che invece vorrebbero che il buon senso eliminasse questa anacronistica barriera che contribuisce a ridurre ulteriormente la già scarsa partecipazione alla vita della Chiesa, appare quindi sostanzialmente propagandistico. L’annullamento del matrimonio delegato ai vescovi alla fine non sarà davvero gratuito, insomma, ma punta a presentarsi tale per dimostrare che la Chiesa sa trasformarsi e adeguarsi ai tempi.

In realtà la soluzione proposta da Bergoglio è formulata in modo tale che sarà inevitabilmente applicata in modo diverso a seconda delle diocesi. In ogni caso il papa ribadisce così che lo scioglimento di una unione matrimoniale non è una questione privata, ma dipende dall’autorizzazione ecclesiastica. La presunta gratuità dipenderà anche dalle pressioni del vescovo che deve pronunciare la sentenza. La Chiesa ha una lunghissima tradizione di utilizzazione di ogni tipo di argomenti per accumulare ricchezze. Se oggi il suo patrimonio mondiale in terreni, fabbricati, strutture alberghiere e ospedaliere è valutato ad almeno 2.000 miliardi di euro, lo si deve a una utilizzazione sapiente del suo potere “spirituale”.

Al tempo della riforma protestante i venditori di “indulgenze” che dovevano servire per ridurre o eliminare le pene del Purgatorio avevano istruzioni per ottenere il massimo, facendo preventivi accertamenti per scoprire la consistenza dei patrimoni dei notabili, su cui applicare una tariffa “progressiva”. Se ancora oggi un’inchiesta del “Sole 24 ore” valuta a 1.200.000 i “dipendenti” di questo immenso impero economico della Chiesa cattolica, che conta su un numero di ospedali, università e scuole pari a quello di un gigante come gli Stati Uniti, lo si deve alla difesa tenace dei suoi privilegi e di quelli dispensati al proprio personale di fiducia, che lo gestisce.

Per questo sono sicuro che la gratuità dell’annullamento sarà aggirata per la resistenza efficace di chi ha vissuto finora sul patrocinio presso la Sacra Rota. Sempre l’inchiesta di Marzio Bartolini sul “Sole” ricordava che nella sola capitale (dove almeno il 25% degli immobili appartiene a qualche ente religioso, mentre in Italia si rimane “solo” al 20%) ci sono ancora ogni anno 10.000 testamenti a favore del clero. Ma questo immenso patrimonio è sottratto a ogni controllo.

Si pensi alla tenace opposizione al pagamento di IMU e TASI, condotto sul piano legale, ma anche con tecniche di evasione totale: solo a Roma accanto a centinaia di alberghi camuffati da ospizi (da 200 euro a camera) o “case per ferie”, l’Agenzia delle Entrate ha scoperto trenta evasori totali, che non hanno mai sborsato un euro, dato che non hanno neppure codice fiscale o partita IVA (ma pubblicizzano senza paura i loro servizi sul web). Scoperti, ma impuniti, perché protetti da un esercito di azzeccagarbugli, e all’occorrenza da amici del tipo Casamonica o Banda della Magliana.

E soprattutto tutelati dal timore reverenziale dell’Agenzia delle Entrate, che una volta scoperte le “sante evasioni” si guarda bene dal ricorrere alle maniere forti con cui perseguita i cittadini per una multa non pagata o per altre minuzie.

Perché mi occupo di queste cosette, con tutti i problemi che ci sono al mondo, in particolare per l’aggravarsi di una spinta migratoria che dalla seconda metà del secolo scorso ha visto spostarsi un miliardo di persone, e che oggi è stata bruscamente accelerata?

Perché l’accoglienza alla banale proposta del papa sull’annullamento dei matrimoni è stata come al solito entusiastica, soprattutto nella sinistra (la destra, normalmente tanto bigotta, ha imparato addirittura a dissociarsi da un papa che considera imprudente e irresponsabile). Si può invece già vedere la scarsa efficacia dell’appello di Bergoglio a ospitare una famiglia di migranti in ogni parrocchia: ha trovato subito tra vescovi e clero chi ha detto che è inutile perché “lo abbiamo sempre fatto” con le mense per i poveri, e chi ha usato argomenti vicini alla xenofobia e all’islamofobia per rifiutare l’accoglienza nel proprio territorio, “già saturo”.

In conclusione, sarebbe bene che la sinistra ritornasse alle sue matrici culturali e ideali, invece di strisciare sempre dietro alle tonache, e di affidare al papa di turno il compito di guida morale di un mondo del cui sfacelo la chiesa è stata ed è complice.

 

Foto: Wikipedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità