Divieto d’estate: a C/Mare proteste in spiaggia per il divieto di fare i falò

I giovani di Guidaloca invece hanno pensato bene di rendere ridicola l’ordinanza, accendendo un fuoco finto fatto ad arte (grazie all’indispensabile apporto dello scenografo palermitano Ottavio Anania) con carta velina rossa e gialla, un ventilatore che lo facesse fluttuare e una scritta sarcastica che recitava “Astuta sta minchia”. I vigili del fuoco e la guardia forestale ci sono cascati in pieno (mentre vigili urbani e polizia guardavano la situazione dall’alto con inquietante dovizia) e il Comune, si spera, ha capito che in fin dei conti i falò sono solo un momento di assoluto divertimento e rinnovo di una tradizione che in un posto di mare come il golfo trapanese rappresentano un’immancabile appuntamento.
Così Castellammare continua a soffrire per colpa di divieti legati alla musica, agli eventi e al divetimento. Una raffica di “NO” che sta via-via smontando l’obiettivo turistico del luogo e trasformando il paese in un mero dormitorio. In seguito alle ordinanze il gruppo ZEP (che si prepara a realizzare l’iniziativa “Per Le Antiche Scale” di cui vi parleremo presto) aveva anche proposto di preparare attraverso sponsorizzazioni private cento bracieri da distribuire nelle spiagge fulcro del ferragosto castellammarese. Il Comune però ha preferito optare per il pugno duro e pagare lo straordinario agli già strapagati vigili urbani per far rispettare un divieto piuttosto grossolano. Una spesa piuttosto inutile per il Comune che avrebbe potuto stanziare un’analoga cifra, invece, per regolare la pulizia delle spiagge l’indomani dell’inevitabile festività.
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