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Dignità istituzionale cercasi, presidente Letta!

I rappresentanti delle istituzioni, le più alte per prime, dovrebbero sentire il dovere, forse l’obbligo, di “portare” rispetto nei confronti dei cittadini dai quali sono stati chiamati a governare la cosa pubblica. Proviamo a comprendere quanto dignitoso sia il comportamento di un presidente del Consiglio dei Ministri il quale riceva ufficialmente, e senza provare minima vergogna, il capo-proprietario di un partito, Berlusconi, fresco di condanna a sette anni, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, per reati catalogabili tra quelli di delinquenza comune e, si aggiunga, di squallore infinito (sorvolando sul background).

Le cronache giornalistiche riportano il commento ufficiale di fonte PDL secondo cui il colloquio sarebbe stato “cordiale e positivo” e i temi riguardanti l’IVA e il lavoro trattati nel corso di una lunga cena a palazzo Chigi, il cui menù non è dato conoscere ma, si può ipotizzare, non limitato a un piatto di pasta e fagioli. Sugli argomenti trattati, poi, viene difficile immaginare che il tema della giustizia, o per meglio dire dell’attacco alla giustizia, sia rimasto avvolto in un tovagliolo di lino senza cadere in qualche piatto di portata.

E’ pur vero che Letta si ritrova a dover galleggiare in una pozza d’acqua torbida, ma l’accogliere una persona appena condannata, seppur in primo grado, per reati schifosi quali la prostituzione minorile, rischia di farlo naufragare dentro quella pozza. 

Ora, che gli ayatollah pidiellini intervangono a sproposito, come sempre, in difesa del loro mentore, in assenza del quale svolgerebbero mansioni più umili e molto meno retribuite, ma forse più utili alla società, è cosa ovvia. Non altrettanto ovvia la circostanza di un capo di governo il quale “invita” un simile personaggio al suo tavolo e con lui disquisisce del futuro della nostra società.

La Idem si è dimessa, giustamente, dalla carica di ministro dello sport per essere incappata in problemi di abusi edilizi, dimostrando così di possedere la sensibilità che i cittadini richiedono a gran voce ai loro governanti. Il capo del governo Letta accetta le dimissioni del ministro Idem, poi riceve e accoglie in pompa magna (magna in senso romanesco?) un plurindiziato nonché pluricondannato per reati di ogni tipo, tra i più turpi.

Questo è l’attuale PD dei diversi pesi e misure a seconda della convenienza, pronto a tutto pur di galleggiare, nella colpevole apatia istituzionale del Presidente Napolitano. L’ingannevole affermazione alle elezioni amministrative non dovrebbe illudere il partito. Il congresso incombe e, forse, anche le elezioni anticipate: i dirigenti si guardino allo specchio senza ipotizzare di essere gli unici detentori della “verità”, con la facoltà di poterla manipolare a seconda delle esigenze.

Il fatto che oggi l’opposizione sia appannaggio di Grillo e delle sue cialtronesche esternazioni non dovrebbe essere di consolazione. Attendiamo, sempre meno fiduciosi, i futuri sviluppi e ci aspettiamo (pia illusione) le scuse del primo ministro Letta per aver offeso gli oltre tre quarti d’italiani i quali mai e poi mai si sarebbero aspettati di leggere di una sua “amichevole” cena con personaggi d’infinito squallore sui quali pendono pesanti accuse, e ora pesanti condanne, e con i quali avrebbe trattato argomenti vitali per il nostro futuro prossimo. Viene da chiedersi, ovviamente: ma a chi vuole farlo credere?

Si sostiene che la storia sia maestra. Speriamo di leggerla senza aver dovuto subire nel frattempo gli effetti di decisioni inconfessabili prese in un convivio inopportuno nel quale la “dignità istituzionale” è finita in un tovagliolo di lino, tra un coltello e una forchetta di nobile argento.

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