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Deiulemar: arresti per il crack "Parmalat del mare" di Torre del Greco

A sentire la gente per strada a Torre del Greco "mezza città ha perso soldi" a causa della Deiulemar. Il caso, scoppiato a inizio 2012, ha mandato sul lastrico tantissime famiglie torresi e non solo; erano state in tante quelle che in questi ultimi vent'anni circa avevano investito nelle obbligazioni della società di navigazione (in cambio di cedole annuali con interessi ben più alti di quelli garantiti dagli investimenti bancari) finché all'improvviso, vuoi la situazione economica generale, vuoi una gestione non perfetta dell'affare, ecco che il crack sta rischiando di aggiungere crisi a crisi in un momento per nulla florido. Un affare ottimo per chi nei decenni scorsi ha investito nella cosa, arrivando anche a riscuotere un interesse del 20%, giunto al 7% negli ultimi anni ma che ora ha portato alla perdita di tutto (un secondo caso dopo quello più ridotto ma non per questo meno importante della Di Maio Lines).

Il quotidiano Metropolis riportava a maggio le parole dell'Adusbef che paragonava il crack torrese a quello ben più famoso della Parmalat:

«Il dramma di Torre del Greco rappresenta 10 volte quello dei risparmiatori della Parmalat», anche perché «è avvenuto per i comportamenti fraudolenti degli amministratori», ma c’è una cosa che l’Adusbef non manda giù e sono «i mancati controlli di Consob e Bankitalia», contro i quali minaccia di alzare le barricate”

Una città in ginocchio, uno scandalo enorme per cifre e famiglie coinvolte (13 mila persone, di cui 1800 quelle che hanno sporto denuncia) e pochissimi i media che si sono interessati della cosa. L'attenzione maggiore è stata data durante una puntata di Piazza Pulita.

Sono stati vari i tentativi della proprietà di porre rimedio al danno, hanno provato anche a cambiare il nome a una delle navi in costruzione passandolo da “Raffaele Iuliano” a “Città di Torre del Greco” - mossa che non crediamo abbia tranquillizzato le acque poco chete della città del Corallo (e storicamente di importanti armatori) – ma i risultati sono stati pochi e anzi oggi la situazione per i proprietari della società è precipitata.

Stamattina sono scattate le manette nell'ambito dell'operazione denominata “Il Mondo di Oz” in considerazione, si legge in una nota della Procura di Torre Annunziata, “della dichiarata ignoranza della pur notoria attività di raccolta abusiva del risparmio da parte di molti soggetti escussi”. Cinque le persone finite in carcere: Angelo, Pasquale e Michela Della Ratta; Leonardo Lembo e Giovanna Iuliano. Mentre quattro hanno ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari: Lucia Boccia; Giuseppe, Filippo e Maria Luigia Lembo, 83enne vedova di Michele Iuliano. E agli arresti si sono sommati sequestri per un totale di 323 milioni di euro tra motonavi, partecipazioni e beni immobili.

I reati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa aggravata ai danni dello Stato, dichiarazione dei redditi infedele, riciclaggio e raccolta abusiva del risparmio. I soldi sequestrati potranno servire anche a risarcire i creditori, benché la cifra di cui i risparmiatori sono creditori sia ben più alta: circa 853 milioni di euro.

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