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Declino e fine del Berlusconismo

La BCE e l'Italia immobile. Cosa cambierà nella terza repubblica.

Se n'è andato com'è venuto: eletto democraticamente. Tanti festeggiamenti a Roma, come non se ne vedevano dal 1945. C'è chi ha parlato di un "ripristinio della democrazia", dimenticando che, almeno formalmente, la democrazia nel periodo 1994-2011 c'è sempre stata, ed è stato il trampolino di lancio di Silvio Berlusconi, e del suo "67% di consensi" (come già amava dire in un'intervista a Mixer nell'anno della sua "discesa in campo").

Finisce un'era e ne comincia un'altra. Credo si possa già parlare di Terza Repubblica, e d'altronde mi piace pensare che questa Seconda Repubblica altro non sia stata che un periodo di transizione, dovuto all'instabilità politica del dopo-Tangentopoli.

Mi piace, ma so già che non è così. Con Berlusconi morirà, probabilmente, anche il PDL, e con lui, forse, il PD. Forse, molto più semplicemente, questi due partiti si reimpasteranno: cambio di nome, di simbolo, e solita gente al potere.


Ma ciò che deve far riflettere, oggi, è la sotituzione di Silvio Berlusconi con Mario Monti. C'è una grande differenza fra i due: il primo era un "uomo del popolo": amava fare battute fuori luogo e si divertiva a rubacchiare qua e la. Il secondo è un uomo "tutto d'un pezzo": un personaggio di grande calibro, speranza dei più. E' stato rettore della Bocconi. E' membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, international advisor per Goldman Sachs, advisor della Coca Cola Company. Ma, ancora più importante, è stato Commissario Europeo durante il Governo Berlusconi I, poi confermato dal Governo D'Alema I.
Questo articolo non vuole essere una voce di Wikipedia, quanto piuttosto una riflessione personale: l'Italia si avvicina sempre più alla propria perdita di Sovranità. Fa spazio ad una maggiore autorità extra-nazionale, per buttarsi tra le mani dell'UE e della grande ed onnipotente BCE. Lo stesso, d'altronde, è avvenuto nella Grecia.

Il governo Berlusconi ha dimostrato debolezza in questi anni, e quello dell'UE non è solo un aiuto, quanto piuttosto un tornaconto personale. Lui è qui per i 39 punti della BCE.
 
A questo riguardo, bisogna dare ragione a Domenico Scilipoti quando, durante il discorso alla Camera prima del voto sul DDL sicurezza, afferma che: "[Le] banche hanno come obiettivo non l'interesse di creare un'economia sana e forte in Italia, di dare un'aiuto a quelle che sono le piccole e medie industrie [...] ma c'è l'interesse di utilizzare un sistema per dissanguare coloro i quali hanno creato questa Italia forte". Un discorso coperto da fischi e insulti, soprattutto da parte della "maggioranza", che sembra non aver compreso a cosa in parte è dovuto questo cambio di governo.

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