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Debiti PA, tra urgenza e perplessità

Il Governo si accinge a concretizzare il provvedimento di sblocco dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese. Uno dei principali problemi che ha contribuito ad aggravare la situazione economica italiana, già dilaniata dalla crisi globale scoppiata nel 2008. Un problema che, in diversi casi e in diverse occasioni, ha avuto anche dei risvolti sociali drammatici ed estremi. Lo stato in cui si trovano le imprese italiane, strozzate dalla mancanza di credito e dall'elevata pressione fiscale, ha causato anche un senso di disperazione tra gli imprenditori fino a produrre, il più delle volte, dei tragici epiloghi.

Il Consiglio dei Ministri che doveva definire il decreto legge in questione è stato posticipato ed entro lunedì dovrebbe varare il provvedimento che sbloccherebbe circa 7 miliardi di euro; cifra non completa ma che, si spera, possa ridare respiro a milioni di imprese italiane in difficoltà. Anche se, va detto, andrebbe riformato l'intero apparato amministrativo, caratterizzato da lungaggini e da una tortuosa burocrazia.

Attorno a questo provvedimento, però, nelle ultime ore si è alzato un dubbio che, fortunatamente, è stato subito chiarito dall'esecutivo; un dubbio che aveva tutti i connotati di una beffa e di una presa in giro e che ha immediatamente allarmato tutte le forze politiche parlamentari. Stiamo parlando della possibile anticipazione dell'aumento dell'addizionale regionale Irpef al 2013 (invece prevista per il 2014) per coprire una parte dei debiti, presente nel decreto legge; questo anche per far fronte ai chiari vincoli al bilancio che impongono al governo di mantenere il deficit pubblico sotto la soglia del 3%. Fortunatamente "l'allarme" sembrerebbe, come già detto, rientrato e Monti ha rassicurato personalmente l'Europa sugli impegni da mantenere.

Tuttavia i partiti presentano ancora qualche perplessità per il rinvio del Consiglio dei Ministri, ritenuto inopportuno, con ancora qualche timida allusione all'addizionale regionale Irpef anticipata di un anno per coprire i debiti. Il Parlamento ha appena approvato le risoluzioni sulla relazione di aggiornamento del documento di economia e finanza, nella quale non c'è nessuna traccia di un eventuale anticipazione dell'addizionale regionale Irpef; altra tesi a favore delle rassicurazioni dell'esecutivo.

Da Palazzo Chigi emergono anche importanti novità per quanto riguarda la Tares, la tassa sui rifiuti che sostituirà la Tarsu. Da quanto si apprende la nuova imposta farà il suo debutto a maggio.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.126) 4 aprile 2013 12:13

    Il provvedimento prevede di trovare i soldi, per i pagamenti dei debiti dell’amministrazione pubblica alle imprese, mediante l’emissione di 40 miliardi di titoli del debito pubblico.

    In sostanza, gli italiani si indebiteranno nel lungo periodo (pagando degli interessi) per pagare dei debiti commerciali, non gravati da interesse, che si riferiscono alla spesa corrente.
    E’ la stessa situazione di chi chiede un finanziamento in banca per andare a fare la spesa al supermercato.
    Questo provvedimento, per quanto sia un toccasana per le imprese creditrici verso lo Stato, peggiorerà i conti pubblici. Si spera, ma non ho evidenza di alcuno studio in merito, che il denaro in circolazione possa dare qualche beneficio sostanziale all’economia privata italiana.
    Non voglio dare un giudizio negativo su questo provvedimento, ma una cosa del genere deve rappresentare un’eccezione. La spesa corrente non può essere finanziata con l’indebitamento. Questo è esattamente il genere di cose che ha permesso al debito pubblico di arrivare a 2.000 miliardi.

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