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 Home page > Tribuna Libera > Dalla Merkel a Obama: la campagna referendaria del potere finanziario

Dalla Merkel a Obama: la campagna referendaria del potere finanziario

Questa non è la campagna referendaria di Renzi, questa è la campagna referendaria del potere finanziario, della Merkel, di Obama, che insieme hanno preso a calci la nostra sovranità popolare. Insieme hanno disegnato la riforma costituzionale e insieme la pubblicizzano.

Dopo la fine del libero esercizio della sovranità economica con il pareggio di bilancio, oggi assistiamo alla fine del libero esercizio della sovranità popolare con le interferenze nella nostra campagna referendaria del governo e di organismi e leader stranieri. Ma non si tratta solo di interferenza arrogante di questi nuovi padroni, che senza nemmeno troppi giri di parole, dicono apertamente a noi italiani come dobbiamo votare. Non si tratta solo della debolezza nostra, che, senza batter ciglio, subiamo questo trattamento da colonia da quart'ordine.

Si tratta degli interessi che ruotano intorno alla riforma Renzi, della volontà dei poteri forti di sacrificare la nostra sovranità popolare, di spogliare le assemblee elettive dei loro poteri per affidarlli alla discrezionalità della Commissione, e quindi della BCE che la controlla.

In questo quadro si colloca l’endorsment di Obama.

Non si tratta di una scelta improvvisata, ma concertata e realizzata con il FMi con l'ambasciatore americano in italia. E’ la naturale scelta di campo fatta da un Presidente di un Paese, dove le decisioni strategiche del governo vengono condivise con le lobby e le multinazionali che finanziano la campagna elettorale presidenziale, dove è l’economia governata dalla finanza a dettare l’agenda politica al Presidente. E in questa agenda c’è l'appoggio del presidente americano alla riforma costituzionale renziana.

Per questo hanno occupato e occupano le redazioni di giornali, telegiornali, talk, radiofonici e televisivi, quelli amici e quelli controllati. Hanno utilizzato tutto e tutti i mezzi a disposizione, la pubblicità del governo e l'interferenza di capi di governo stranieri.

Hanno utilizzato la pubblicità diretta e quella indiretta, quella che deriva dai fatti dalla loro rappresentazione e quella che ad essi deriva dalla reazione mediatica. Il sostegno di Obama e della Merkel frutta voti, non solo per l’importanza e l’influenza dei personaggi, ma anche per le reazioni mediatiche che suscita .

Hanno fatto leva con raffinate tecniche comunicative e pubblicitarie, paure speranze, bisogni della gente. Con questi strumenti mediatici hanno manipolato e manipolano cervelli e coscienze delle persone. Il governo ha sfruttato le speranza e i bisogni della gente, con le promesse anche truccate di una finanziaria elettorale.

Il potere finanziario ha usato invece l’arma della paura, con minacciose previsioni di instabilità, con le minacciose previsioni economiche del FMi, delle società di rating, di Confindustria. Con un un gioco di squadra davvero efficace, il Governo ha fatto condoni e rottamato Equitalia, mentre gli organismi economici hanno previsto la riduzione del PIL in caso di vittoria del no.

E se non ha senso accostare le riforme istituzionali al PIL, tali che esse neanche compaiono nel Survey 2015 dell’OCSE, tuttavia nessun giornale, nessuna tv lo ha rilevato. Non lo hanno rilevato quando la Boschi affermò che le riforme istituzionali valgono più 6% del PIL, non lo rilevano oggi.

Sostenere che non sono le riforme istituzionali ad aumentare o una diminuire il PIL, ma le riforme economiche, quella fiscale a quella del lavoro, della PA e della Giustizia, significa disturbare la campagna pubblicitaria di Renzi e della finanza, della Merkel e di Obama. E i mass media non vogliono disturbare il manovratore.

Foto: whitehouse/wikimedia

 

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