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Dai Campi di Legambiente una proposta di vacanza attiva

Come ogni estate Legambiente promuove su tutto il territorio nazionale i “Campi di volontariato”, un’occasione rivolta soprattutto ai giovani per coniugare le vacanze con un’attività socialmente utile, a costi estremamente contenuti (poco più di 200 euro per due settimane), che consente di socializzare con i propri coetanei provenienti da tutto il mondo.

Il reportage fotografico documenta il Campo internazionale di Legambiente che si è tenuto nel mese di luglio 2009 a Campolungo in Valcamonica (Bs), sopra il paese di Bienno, compreso in quel Parco nazionale delle incisioni rupestri che documenta l’antica civiltà camuna durante l’Età del ferro (I millennio a.C.).
vedi nel link.


I campi di volontariato attivi da giugno ad agosto 2009 sono circa 300, di cui circa 30 si svolgono in Lombardia, per la maggior parte nella fascia prealpina ed alpina. Oltre ai campi internazionali rivolti ai giovani dai 18 ai 29 anni, si organizzano anche campi per adolescenti e per famiglie. Un campo internazionale di volontariato è costituito solitamente da 15 ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, di cui, tendenzialmente, al massimo due per ciascuna nazione, coordinati da responsabili locali; la lingua ufficiale che si parla è l’inglese.

Per i camp leader vengono appositamente organizzati alcuni momenti di formazione, a livello nazionale e a livello regionale; in questi corsi si cerca di fornire informazioni utili per la miglior gestione di un gruppo di giovani, si tengono workshop per migliorare le tecniche di utilizzo degli attrezzi da lavoro, per conoscere e capire l’importanza dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e per avere una conoscenza minima dei principali interventi di pronto soccorso.

Durante il campo i volontari alloggiano in attrezzature solitamente fornite dagli Enti ospitanti, che possono essere quindi foresterie, scuole, palestre, case o tende. La giornata tipo del campo inizia alla mattina presto; nel campo tutti fanno tutto, si organizzano turni di corvée per la preparazione di colazione, pranzo, cena, per le pulizie e la spesa. Terminati i preparativi mattutini, ci si trasferisce sul luogo di lavoro e si iniziano le attività sotto la direzione dei responsabili locali del campo. La prima mattinata del campo solitamente è dedicata ad un breve workshop sull’utilizzo degli attrezzi e degli indumenti anti-infortunio. La giornata di lavoro dura circa 6 ore. Mediamente un campo internazionale della durata di due settimane è in grado di realizzare tra le 900 e le 1.200 ore di lavoro. I lavori consistono spesso in interventi indispensabili per mantenere l’equilibrio ecologico, per valorizzare percorsi turistici, per migliorare i boschi, ecc.. La serata, dopo la cena preparata dai volontari di corvée, è dedicata solitamente al divertimento ed alla conoscenza reciproca, non trascurando comunque l’organizzazione di momenti di incontro con la popolazione locale e di informazione circa il contesto ambientale in cui si sta operando.

L’opera dei volontari partecipanti ai campi può essere considerata come un valido supporto al preziosissimo lavoro che poi, nel resto dell’anno, viene svolto da coloro che vivono ed hanno cura dei Parchi, delle riserve, delle aree naturali. Una volta realizzati gli interventi previsti bastano piccoli lavori di manutenzione durante l’anno per mantenerli in buono stato.

Di seguito il rapporto finale stilato dai giovani responsabili del Campo:

Una ventina di persone da ogni parte del mondo, dalla Korea del sud alla Spagna, hanno raggiunto la Valle Camonica e più precisamente la città di Bienno e i suoi monti per aderire ad un campo di lavoro ambientale nella casa dell’ERSAF in gestione agli “Amici di Charlie” in Campolungo.

Nelle due settimane di permanenza il gruppo di ragazzi coordinati da altri ragazzi italiani (Davide, Giulia e Alberto) e Legambiente Valcamonica con il suo presidente Valter Bontempi hanno realizzato diversi lavori quali la sistemazione dei sentieri e del bosco, pulizia della casa, sostituzione e verniciatura della staccionata che circonda la casa, taglio dell’erba davanti la casa, taglio della legna e pulizia delle canaline per lo scolo dell’acqua lungo la strada che collega la casa al paese.

Il gruppo era composto da cinque spagnoli (Sergi, Alex, Laia, Clara, Cristina), due slovacchi (Kristina e Tomas), una Croata (Petra), due francesi (Raphael e Sophie), due koreani (Jinmyung e Daewook), una russa (Anna), una ucraina (Anicka) e due camune (Michela e Alice).

Le condizioni che i ragazzi hanno trovato erano molto diverse da quelle a cui erano abituati a vivere nella società, la casa era collocata a 45 minuti di viaggio in jeep da Bienno e una media di quattro ore a piedi (i ragazzi hanno infatti raggiunto la casa dopo una ardua camminata), privi di linea telefonica, internet, televisione (intrattenimenti più gettonati: il camino o

il cielo stellato).Nonostante nei primi due giorni fosse un po’ estenuante seguire le varie esigenze e domande che venivano da un inglese con diverse sfumature d’accento, come riferiscono i campleader, a partire dal terzo giorno esisteva già una “grande famiglia”(come sottolineava sempre Raphael, il giovane insegnante francese). I giovani hanno conosciuto la valle e le sue usanze grazie anche agli Amici di Charlie, che molto spesso guidati da Efrem raggiungevano il Campo.

Salutando i ragazzi abbiamo notato una sincera malinconia per il gruppo che si andava così sciogliendo alla fine del campo ed anche per il luogo e la casa, che avevano fatto innamorare tutti.

Davide e Giulia

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