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Da Magnanapoli, passando per Globalservice arrivando ai Mastella: i nuovi misteri italiani (prima parte)

Uno strano suicidio all’anno, un sequestro ogni tanto, uno scandaluccio semestrale, una volta in Sicilia, un’altra volta a Milano, ora si tratta di rifiuti, ora di sanitopoli, poi appaltopoli. Ogni accadimento sembrerebbe un fatto a se stante, cambiano i soggetti delle indagini, cambiano i luoghi.

Così partono le indagini; una strana segnalazione o intercettazione o coincidenza, nelle migliori delle ipotesi si inizia ad indagare dopo aver ricevuto una vera e propria denuncia. Si indaga e si segue la pista per mesi, quando la pista ’ scotta ’ gli inquirenti possono essere trasferiti di colpo, tolti dal caso, depistati, uccisi. Le indagini che riguardano prettamente i legami tra mafia e Stato sono tante ma in effetti possono considerarsi una sola: stessa regia e movente. Che si tratti di tangentopoli, vallettopoli, sanitopoli non conta, che succeda a Milano, Napoli, Roma non cambia: unica regia, stesso movente. Denari e controllo. Una volta si trattava della strage di Piazza Fontana, dell’Italicus, di Ustica, Moby Prince, di Calvi, di Moro, di Mattei e tanti altri misteri italiani. In questi anni son variati gli ambiti di controllo ma non la vittima prescelta, lo Stato italiano e non la regia e i moventi. Denari e controllo. C’entrano sempre il gioco forza dei servizi segreti, si scovano sempre politici immischiati, si parla sempre di corruzione, assassini, spartizione della cosa pubblica, poteri partitici, le banche come i luoghi fulcro di spartenze, arrivi e spostamenti. Ogni indagine ha questi punti in comune. Indagini lunghissime mai concluse, pagine delicate oggi macerano nell’umido di archivi dimenticati per volere; eliminate le prove e le memorie, sarà impossibile collegare, arrestare, metter fine ad anni di assoluto dominio finanziario e politico.

Oggi si torna a parlare di Nugnes, Giorgio Nugnes cresciuto sulle ginocchia di De Mita, accusato di reati imfamanti, obbligato a stringersi una corda al collo solo perchè, dicevano, ’ avvisava gli ultrà di Pianura concentrati a lottare contro la discarica, degli spostamenti della polizia mandata a gestire l’ordine pubblico’.

Si torna a parlare dell’inchiesta Magnanapoli e Globalservice e forse tutto coincide, anche lo strano suicidio di Nugnes. Tutto coincide. .

L’inchiesta sulla delibera per il ’Global service’ del Comune di Napoli nasce a Caserta nell’ambito di un procedimento avviato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere su illeciti di alcuni componenti dell’amministrazione comunale di Orta di Atella. Interessi tra amministratori e imprenditori che hanno al centro l’ex sindaco del comune Angelo Brancaccio, transitato in Consiglio regionale nelle file dei Ds e poi del Pd e arrestato l’anno scorso a maggio. (2007)

Dalle intercettazioni telefoniche sulle sue utenze, sono emersi rapporti con l’imprenditore Gaetano Lampitelli, 48 anni, di Succivo, nel napoletano, a sua volta legato da rapporti di affari a Luigi Cirino Pomicino, le cui utenze telefoniche sono state poste sotto sorveglianza, dopo il suo impegno per l’aggiudicazione a Lampitelli di un appalto da oltre 1 milione nell’ambito della cittadella del ’Polo della Qualità’ a Marcianise. Luigi Cirino Pomicino oggi figura nel management della MG, Guida Monaci insieme ad altri Cirno Pomicino:

Mario Cirino Pomicino S.p.A.

  • Mario Cirino Pomicino Presidente

  • Luigi Cirino Pomicino Ammin. deleg.

  • Cristiano Cirino Pomicino Consigliere deleg.

  • Luigi Cirino Pomicino Direttore gen.

  • Cristiano Cirino Pomicino Direttore acquisti

  • Antonio Esposito Direttore amministrativo

  • Raffaele Sarnataro Direttore comm.le

  • Antonio Esposito Direttore finanziario

  • Pasquale Licciardi Direttore personale

  • Giovanni Palladino Direttore produzione

  • Luciano Bertolini Direttore R.E.

  • Sergio Guerriero Direttore sistemi informativi.

( gennaio 2007 )

Nemmeno il sindaco di Ariccia o il direttore della farmacia comunale di Nemi lo sapevano che insieme ad altri piccoli enti sarebbero diventati gli azionisti indiretti di Guida Monaci Spa, società fondata da Tito Monaci nel 1871, poi passata alla famiglia Zapponini. Tutto per effetto di una complessa e un po’ misteriosa operazione finanziaria che vede la Regione impegnata in prima fila. La manovra ha dato una boccata d’ ossigeno ai conti della società di via Salaria, specializzata nella pubblicazione degli elenchi di imprese. Il 25 gennaio si formalizzava l’ingresso nella Guida Monaci di tre nuovi azionisti: al 6% la Filas, finanziaria della Pisana, controllata attraverso Sviluppo Lazio; all’ 1,5% la Sit, società partecipata fra gli altri dall’ Unione degli industriali di Luigi Abete e dall’ Agenzia sviluppo delle colline romane, che a sua volta raccoglie come soci la Provincia, alcuni soggetti privati e tantissimi piccoli comuni della zona, come Carpineto romano, Artena, Gavignano e altri ancora; all’ 8% è entrata Meliorbanca, istituto privato, che però detiene la quota per conto di investitori non dichiarati. Risultato: la Regione ha versato nelle casse dell’ azienda degli Zapponini 200 mila euro; la Sit 50 mila e Meliorbanca oltre 300 mila.

I tre nuovi soci, al tempo stesso, hanno acquisito però il 17% dei debiti di Guida Monaci, che complessivamente al 31 dicembre 2005 ammontavano a oltre 4,16 milioni di euro. Guida Monaci negli ultimi anni si era trovata a fare fronte con la concorrenza di diversi operatori, italiani e stranieri, che si erano lanciati nel settore degli elenchi telefonici. E molte delle informazioni che un tempo erano disponibili solo sui pesantissimi volumi cartacei, oggi sono reperibili gratuitamente su Internet. Inoltre i tagli imposti a ministeri e enti pubblici dalle ultime Finanziarie avevano ridotto le spese per la pubblicità. La Guida Monaci perdeva molti clienti nel variegato mondo delle partecipazioni statali. L’ azienda utilizzò anche la cassa integrazione per tagliare il costo del lavoro. Ma per investire in nuovi prodotti, Guida Monaci aveva bisogno di liquidità. Così, dopo aver incassato nel 2005 qualche decina di migliaia di euro di contributi pubblici, la società romana tornava a bussare alle porte della Regione. E proprio mentre Piero Marrazzo stava cercando di metter d’accordo le forze della maggioranza sul piano di tagli alla rete delle società e delle partecipazioni dismettendo enti e aziende inutili, la Filas decideva di acquisire la quota di Guida Monaci. Cosa spinse la Regione a correre in soccorso della Guida Monaci? Mistero. Per legge, la Filas poteva acquisire quote di aziende private solo «per consentire la creazione di nuove imprese e la realizzazione di programmi di sviluppo nei settori delle tecnologie innovative». E l’ attività della Guida Monaci, avviata nel 1871, non rientrava nell’ ambito del settore «delle nuove tecnologie». Ma l’ assegno da 200 mila euro ormai era stato staccato. Oggi la Mario Cirino Pomicino spa produce Ghisa e controlla la Guida Monaci assieme a Luigi Cirno Pomicino immischiato nell’inchiesta Global Service.

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