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Cresce l’inflazione e i redditi si riducono

Nel mese di febbraio l’inflazione in Italia è aumentata dello 0,3% rispetto al mese di gennaio e del 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (a gennaio 2011 il tasso di inflazione tendenziale era pari al 2,1%). Questi dati sono stati resi noti dall’Istat. Nel mese di febbraio quindi si è registrato il valore più elevato del tasso di inflazione tendenziale dal mese di novembre 2008.

L’accelerazione dell’inflazione, nel mese di febbraio, è dovuta soprattutto all’andamento dei prezzi dei beni energetici. La benzina è aumentata dell’11,9% (+11,3% a gennaio) su base annua e dello 0,9% su base mensile. Il prezzo del gasolio per i mezzi di trasporto è salito del 18,1% (+15,7% a gennaio) in termini tendenziali e dell'1,2% sul piano congiunturale. Riguardo al gpl, l’incremento annuo è stato del 25,1% e l’aumento mensile del 2,1%. Quanto al gasolio da riscaldamento, il prezzo è stato contraddistinto da una crescita tendenziale del 17,2% e da un incremento congiunturale dell'1,8%. E in effetti, non considerando i beni energetici, il tasso di inflazione tendenziale è inferiore, pari all’1,8%, sebbene in crescita rispetto al valore del mese di gennaio (+1,5%).

L’accelerazione dell’inflazione, in secondo luogo, è stata determinata anche dalla crescita dei prezzi dei beni alimentari. Pertanto, relativamente al complesso dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti) la crescita è stata del 3,1% su base annua, contro un tasso di inflazione complessivo, come già ricordato, al 2,4%. Così l'indice dei prezzi della lista dei beni che rientrano nella spesa quotidiana ha segnato un'accelerazione rispetto al mese di gennaio (quando era stato pari al +2,7%). Non giunge inattesa l’accelerazione dell’inflazione, in considerazione soprattutto degli avvenimenti verificatisi nel Nord Africa. Preoccupa soprattutto il fatto che l’aumento ha interessato soprattutto i beni di più largo consumo, dai carburanti ai prodotti alimentari.

Pertanto tale aumento avrà colpito soprattutto i redditi più bassi, influenzando negativamente i consumi delle famiglie e ostacolando il verificarsi della tanto attesa ripresa economica. Poiché la crescita dell’inflazione ha interessato anche gli altri paesi dell’Ue, è possibile che la Bce decida quanto prima di adottare una politica monetaria più restrittiva, innalzando i tassi di interesse, e rendendo, in questo modo, più difficile il manifestarsi, nel nostro paese, della necessaria ripresa economica. Quindi sarebbe ancora di più indispensabile l’attuazione da parte del governo italiano di una politica economica che favorisca la ripresa e, per far questo, non vedo altra via oltre a quella di una politica fiscale che consenta di ottenere un flusso adeguato di entrate tributarie tassando solo i redditi più elevati e le rendite finanziarie e destinando queste risorse aggiuntive al finanziamento di interventi rivolti appunto a promuovere la ripresa economica.

Commenti all'articolo

  • Di Strangelove (---.---.---.222) 17 marzo 2011 15:33
    Strangelove

    L’inflazione è sicuramente un problema per le tasche del cittadino. Ma alzare la tassazione sulle "rendite" finanziarie significa aumentare le tasse che gravano sul piccolo risparmio.

    Miliardari come De Benedetti non pagano nulla della cosidetta tassazione delle rendite e dei capital gain. Essi incassano invece gli sgravi fiscali che il PD promette a confindustria.

    In questo modo le tasche dei cittadini si svuotano per l’inflazione e per le tasse ispirate dalla demagogia sindacal-socialista.

    Le ricette puramente demagogiche del PD e dei sindacati tendono a peggiorare la situazione e per questo sono ben lungi dall’essere una soluzione. Anzi, è auspicabile che il partito di D’alema non torni più al governo, avendo già fatto fin troppi danni nel passato.

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