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 Home page > Tribuna Libera > Covid-19, agricoltura e pratiche sleali

Covid-19, agricoltura e pratiche sleali

Ancora una volta uno dei settori trainanti dell'economia italiana, l'Agricoltura, vittima e non solo causa Mr. Covid-19. Vittima di pratiche commerciali sleali mentre l'Unione Europea se la prende comoda nell'attuare la normativa che dovrebbe, invece, proteggere questo settore.


Le pratiche commerciali sleali, meglio note come UTP creano disastri: squilibri nella catena di approvvigionamento alimentare. Il potere contrattuale è in mano ai grandi operatori di conseguenza piccoli proprietari, singoli agricoltori si trovano a dover sottostare alle decisioni dei più grandi, spesso rimettendoci e non poco.

La Ue ha approvato, un anno fa, una serie di regole per affrontare le pratiche commerciali sleali. Nel frattempo 20 Stati avevano già adottato una propria legislazione in materia. Tuttavia, molti membri nazionali dell'organizzazione di agricoltori dell'UE COPA-COGECA stanno segnalando un picco negli UTP dall'inizio della pandemia, inclusa la pressione al ribasso sui prezzi pagati ai produttori mentre i prezzi al consumo rimangono invariati se non aumentati, soprattutto per i prodotti deperibili come frutta e verdura. I vari fornitori, gli operatori agricoli, il primo anello della catena alimentare spesso si vedono applicate sanzioni contrattuali se non si riesce a consegnare i volumi ordinati, anche in presenza di cause non derivanti da essi stessi.

Gli appartenenti al COPA-COGECA hanno altresì rilevato la rimozione, unilaterale, di prodotti freschi dai negozi e quindi il rifiuto di accettare tali prodotti oltre a modifiche unilaterali ai contratti "per circostanze di forza maggiore". Che dire poi delle etichettature, fuorvianti, o meglio, definirei false per quanto concerne i paesi di origine. Fatti avvenuti in prossimità di Pasqua: sono stati segnalati casi di etichettatura di carne di agnello come prodotto Ue che nella realtà era di provenienza neozelandese. Che dire poi della vendita delle uova: al consumatore finale i prezzi sono simili sia per le cosiddette "uova da galline ruspanti" e "uova da galline allevate in gabbia".


Il COPA-COGECA invita, quindi, la Commissione Europea a premere sugli Stati membri a recepire e attuare in modo rapido la direttiva Ue sulla lotta agli UTP nella catena dell'approvvigionamento agroalimentare.

L'eurodeputato Paolo De Castro, che si era speso parecchio affinché la direttiva sugli UTP fosse attuata, afferma che "l'ultimo aumento di pratiche commerciali sleali deve essere gestito dagli Stati membri, secondo le vecchie regole, dato che l'attuazione della direttiva è in una fase iniziale."

In termini procedurali solo la Spagna ha attuato la direttiva grazie ad un decreto legge. L'Italia non pervenuta a quanto pare. O meglio era stata approvata la direttiva in seno al Consiglio dei Ministri, poi è arrivato Mr. Covid-19 e tutto ora va a rilento. Nonostante la crisi è stata attivata una linea gratuita per gli agricoltori per poter segnalare casi di UTP.

A questo punto la Ministra dell'Agricoltura dovrebbe battersi ancora di più, mettere in campo una vera task force che si preoccupi seriamente di difendere i produttori nei confronti dei colossi commerciali. Buona cosa sarebbe che nelle grandi catene estere (soprattutto) si arrivi a concludere un accordo in cui il 70% dei prodotti in vendita sia di origine italiana, trattata e confezionata in Italia e che di concerto col Ministero dell'Istruzione si punti sull'educazione alimentare e sulla difesa dei prodotti locali.

Foto di dengmo da Pixabay 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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