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Cosenza, Piemonte, Paesi Arabi: truffa allo Stato e alla UE

Cosenza, Piemonte, Paesi Arabi: truffa allo Stato e alla UE

24 ordinanze di custodia cautelare notificate dalla Guardia di Finanza di Rossano Calabro e Sibari nei riguardi di personaggi ritenuti responsabili di una truffa allo Stato e alla Unione Europea.

L’indagine portata avanti da tre anni a questa parte, ha permesso di individuare 50 persone tra consulenti, funzionari di banche ed imprenditori. Le accuse mosse: associazione a delinquere, evasione fiscale, frode e truffa aggravata. L’azione criminosa espletava i suoi sporchi traffici tramite la costituzione di un gruppo di intermediari di Cosenza e della Germania, con un sistema fraudolento son riusciti ad ottenere finanziamenti pubblici per 25 milioni di euro, come forma di investimento da utilizzare come ampliamento della forza lavoro. L’operazione dal vasto raggio di azione ha investito le seguenti regioni italiane: Calabria, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e Toscana. Le aziende fittizie avevano sede in: Italia, Emirati Arabi Uniti, Germania, Panama e Romania. Numerosi conti correnti rinvenuti in pezza Europa e a Dubai, confiscati beni per oltre 35 milioni di euro.

Il tutto fa capo a Consorzio Procal Imprese, quel che non viene detto oggi è, che tale consorzio, era ben noto al mondo politico romano e alla magistratura.

Consorzio "Procal Imprese", partorito nel 2002 dall’Accordo di Programma che destinava 48 milioni di euro, sotto forma di agevolazioni, alle imprese associate.

Nove società lasciarono il gruppo non riuscendo a rispettare il termine del 30 giugno del 2006 come approdo del primo stato d’avanzamento lavori, pari a quello previsto per l’erogazione della prima quota del contributo concesso. Il Ministero revocò i benefici concessi alla "Nanotec", alla "Mensatec", alla "Recytec", alla "Optitec", alla "Routec", alla "Protec", alla "Floutec", alla "Finetec" e alla "Pulitec". Attenzione ai nomi, a volte ritornano.

Alla fine, il cerchio investigativo dei detective della guardia di finanza di Rossano s’è stretto attorno alle nove imprese rimaste nella "Procal": "Consultec", "Condutec", "Formatec", "Sokontec", "Sictec", "Systec", "Sobatec", "Curatec" e "Meditec".

Ma andiamo brevemente al 2008, riportava la stampa:

Una truffa da 40 milioni di euro con 32 indagati. La più grande truffa mai scoperta in Calabria, perquisite sedi e stabilimenti delle aziende dell’area industriale di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, facenti capo al consorzio Pro.Cal., composto da 18 societa’ di imprenditori italiani, tedeschi, svizzeri, slavi e rumeni. Pur conoscendo i reati già nel 2008 la magistratura ha dovuto aspettare ancora, perchè?

Il Consorzio ha continuato a sottoscrivere contratti di programma con il ministero delle Attivita’ Produttive per conto dei consociati, ottenendo l’ammissione per un contributo di 40 milioni di euro al fine di realizzare un distretto industriale nell’area di Corigliano con aziende di produzione di elevato spessore tecnologico. Gli investimenti sarebbero dovuti entrare a regime gia’ nel 2006 e impiegare 500 unita’ lavorative.

Su 18 industrie che avrebbero dovuto essere realizzate, ha avviato l’attività produttiva soltanto una.

La rete infinita della corruzione e della speculazione pesca più fondi e risorsi di una tonnara nell’Atlantico.

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