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 Home page > Attualità > Ambiente > Cosa c’entra Cai con la diossina di Taranto?

Cosa c’entra Cai con la diossina di Taranto?

Taranto è la città più inquinata d’Europa, e forse del mondo. Il proprietario dell’Ilva di Taranto è anche socio Cai. Come si collegano le cose?

I soci della cordata Cai per il salvataggio di Alitalia cosa ci guadagnano? E’ una domanda che ci siamo posti tutti quanti. La risposta è semplice: favori dal governo. E non sono solo sospetti, ma ci sono anche i fatti. Atlantia (già Autostrade SpA., del gruppo Benetton), ha ottenuto un adeguamento molto favorevole delle tariffe autostradali. E Emilio Riva (gruppo siderurgico; Riva Acciaio SpA, Ilva SpA,) ha ottenuto la proroga per un altro anno della cassa integrazione a Genova per 550 operai. E mi vorrei soffermare proprio sul gruppo Riva. Il motivo è semplice. A Taranto con l’Ilva si sta giocando con la salute dei cittadini.

Infatti i dati dell’Ines (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti) non ammettono interpretazioni. L’Ines certifica, riferimento al 2006, che Taranto risulta essere la città più inquinata d’Italia e forse del mondo, anche più della cinese Linfen (per la Banca mondiale probabilmente la città più inquinata di tutto il pianeta). Considerando le sostanze più velenose nell’aria, Taranto raggiunge 528 punti e la seconda, Livorno, è a quota 101. A Taranto si respira il 92% della diossina prodotta in tutta Italia, il 49% del mercurio, il 67% del piombo. Contribuiscono a produrre queste miscele letali: raffineria, cementificio e soprattutto l’Ilva. La casistica media annovera casi di tumore alla faringe per ragazzi di 13 anni, come fossero accaniti fumatori.


L’Ail (Associazione Italiana contro le Leucemie), è promotrice della sottoscrizione, firmata da oltre settemila cittadini, Non lasciate morire Taranto di cancro, che sembra dare fastidio ad alcuni esponenti della maggioranza. Filippo Berselli (An) e l’ex Ministro della Giustizia Roberto Castelli (Lega) hanno chiesto all’Ail di cancellarli e il senatore Paolo Guzzanti (FI) ha minacciato di denunciare l’Ail per molestie. E’ bene sapere che il limite per l’emissione della diossina, stabilito dal protocollo europeo Aarhus, è di 0,4 nanogrammi al metro cubo mentre nel 2006 il governo Berlusconi aveva fissato il limite a 10000 (diecimila) nanogrammi al metro cubo.

Ma non è tutto. Anzi è solo l’inizio.
Il gruppo Riva ha già ottenuto la sconfessione, da parte del governo, dei dati allarmanti rilevati dall’ Arpa (Agenzia regionale per la Protezione Ambientale) sui camini dello stabilimento. I tecnici regionali dovevano esprimersi sulla concessione o meno dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), un documento necessario per la prosecuzione dell’ attività dello stabilimento siderurgico di Taranto. Invece il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, li ha rimossi mettendo dei tecnici di sua fiducia. L’ Ilva «non ha superato i limiti di legge sulle emissioni della diossina». Questo è quanto detto nei giorni scorsi dal presidente del nuovo comitato tecnico ministeriale che entro marzo dovrà esprimersi sull’ Aia. A questo punto il Presidente dalla regione Vendola ha deciso di emanare una legge regionale che imporrà all’ Ilva, così come a tutte le altre aziende che producono in Puglia, la riduzione delle emissioni inquinanti.

Gli abitanti di Taranto inoltre dovranno dire addio ai migliaia di alberi che dovevano spuntare tra l’Ilva e la città, e che dovevano ammortizzare gli effetti delle ciminiere. Questa zona cuscinetto, frutto dell’accordo tra l’ex Ministro delle Politiche Agricole e il sindaco Stefàno, dal valore di due milioni di euro (che si sarebbero dovuti trasformare tutti in alberi), sono stati tagliati dalla nuova finanziaria.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.168) 4 novembre 2008 13:35

    Ora vi chiuderanno per aver scritto questa notizia.

  • Di stufa (---.---.---.226) 4 novembre 2008 17:26

    Giorni fa vedevo, come forse tanti, la trasmissione di Malpelo su La7. Non che gli argomenti mi abbiano stupito più di tanto, xchè comunque son cose che si sanno, che si vivono quotidianamente, che si respirano.... Quello che più mi ha angosciata, oltre che vedere la faccia indifferente della famiglia Riva, che giuro non so come faccia a dormire la notte, è sicuramente il grado di ignoranza della gente di Taranto che se ne frega altamente di quello che sta succedendo adducendo come pretesto il lavoro. La realtà è che i tarantini sono persone pigre e senza nessuna inventiva. Mi spiace dirlo, ma purtroppo è così. I tarantini si sono adagiati sull’Ilva e non riescono ad immaginare altro, figurarsi ad adoperarsi x inventarsi un futuro diverso. Ma io dico, cosa c’è di più importante della salute delle persone care? Della salute dei ns figli? I politici, tutti indistintamente, se ne fregano di noi x curare solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo posso capirlo, senza accettarlo, ma noi? Noi che siamo qui ogni giorno, che viviamo questa realtà allucinante, noi non possiamo fregarcene. Lo dobbiamo ai ns figli e a tutti quei bambini che nulla capiscono di politica e di interesse, ma che hanno il pieno diritto di crescere un una città sana e pulita. Facciamo tutti qualcosa, non parliamo solamente. Facciamoci sentire in maniera forte e decisa. Abbiamo tutto il diritto di farlo!!!!!!!!! 

    • Di eptor10 (---.---.---.212) 4 novembre 2008 20:48
      Ettore Scamarcia

       Pienamente d’accordo con te. A Napoli la situazione è la stessa. I rifiuti tossici e i roghi di monnezza ci stanno uccidendo. Col decreto rifiuti ci ammazzeranno definitivamente "grazie a" discariche ed inceneritori. Bisogna svegliare queste persone ed unire i nostri sforzi. Altrimenti non avremo futuro.

  • Di (---.---.---.230) 7 novembre 2008 15:43

    sono veramente preoccupata....... ma perchè noi cittadini tarantini non facciamo qualcosa. Ho assistito per caso alla trasmissione su LA7 ,Taranto e la diossina, mi sono sentita colpevole quando il dr Sebastio ha riferito che al processo ILVA l’aula era completamente vuota. NOI CITTADINI NON C’ ERAVAMO.
    Io personalmente non ero al corrente di niente e come me tantissime altre persone.................... ci vogliono tenere allo scuro. Se ne parla poco e nel gerco "politichese".

  • Di Maurizio (---.---.---.145) 12 novembre 2008 11:39
    Maurizio

    Volevo chiedere scusa per un mio errore nell’articolo.
    Il limite di diossina in Italia non è 10000 nanogrammi, ma 10 nanogrammi. Sempre un valore altissimo, ma questo è corretto.

    • Di (---.---.---.62) 7 aprile 2009 12:35

      ciao.
      Scusa ma avevi ragione nell’articolo e non nei commenti.
      Il limite è di DIECIMILA (10000) come pescritto dal decreto legislativo 152/06.

      Ed è uno scandalo!!!!!!

      Bell’articolo, veramente bello! Spero che si faccia girare il più possibile!!!

    • Di Maurizio (---.---.---.119) 10 aprile 2009 17:35

      hai perfettamente ragione. Ho ricontrollato ed effetivamente l’articolo è esatto, la correzione è sbagliata; il limite è di 10000.
      Grazie e ciao

  • Di pennuta (---.---.---.246) 6 luglio 2009 12:33

    Statte è un comune della provincia di Taranto e sorge a meno di due kilometri dall’Ilva.
    Stendere il bucato è un’impresa ardua: i balconi sono pieni di una polvere nera che sembra ferro bruciato.
    Bisogna prima pulire tutto energicamente, poi stendere il bucato che s’impregnerà di veleno, come i polmoni.
    Provate a stare tra Statte e il rione Tamburi per due giorni: il vostro naso si riempirà di uno strano pulviscolo. Soffiate il naso e uscirà - NON ESAGERO- una polverina nera. Il resto rimane nei polmoni.
    Gli alberi che sorgono sulle collinette che separano l’Ilva dal rione Tamburi sono alberi grigi agonizzanti.

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