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 Home page > Tribuna Libera > I No Tav hanno fatto risparmiare 12 miliardi di euro ai contribuenti

I No Tav hanno fatto risparmiare 12 miliardi di euro ai contribuenti

Ringraziamo i NO TAV della Val di Susa: non solo dimostrano che, senza un “Débat Public”, ormai le grandi opere non si fanno più, ma, proprio in questi giorni, hanno regalato al contribuente (quello che paga le tasse in Italia ed Europa) ben 12 miliardi di euro (per ora).

Visto che Stampa e TV non se ne sono accorte, precisiamo i fatti. In Val di Susa avevano scavato un lungo “buco nelle Alpi”, in cui passa un’ottima ferrovia (potenziata nel 2001), ove possono transitare fino a 220 treni/giorno. Ma un bel giorno una allegra brigata di mattacchioni (politici, imprenditori, burocrati, ingegneri) decise di scavare un secondo e più lungo “buco nelle Alpi”, per farvi una seconda ferrovia (non c’è un Piano europeo dei Trasporti, non c’è un Piano italiano dei Trasporti, non c’è un Piano Costi/Benefici), c’è solo un Progetto di Massima ed una cifra enorme (20 miliardi di euro).

Seguono poi vent'anni di durissime contestazioni ambientali dei NO TAV, ma ora all’ improvviso, un colpo di scena: dopo 20 anni "l’allegra brigata" (data anche la crisi economica, saltati il Ponte di Messina e le Olimpiadi di Roma) si accontenta anche di un piccolo “buchino nelle Alpi” (solo 8 miliardi di euro). A questo punto il contribuente commosso, preliminarmente non può che ringraziare i NO TAV per i primi 12 miliardi di euro che ha risparmiato (sui 20 previsti dal faraonico progetto originario), quindi avrà un improvviso lampo di genio: ma vuoi vedere che, con l’aiuto delle prossime contestazioni ambientali, riesco a risparmiare un altro bel mucchio di miliardi in tutte le altre grandi Tav? Per esempio, in tutta la linea TAV Torino-Milano-Brescia-Vicenza-Mestre-Trieste; nel collegamento Brennero-Insbruk e nel terzo valico Milano-Genova ed, infine, nella TAV Napoli-Bari.

E ancora: ma vuoi vedere che (sempre con l’aiuto delle prossime contestazioni ambientali) riesco anche ad investire nelle vere priorità ed emergenze del nostro Paese (evasori fiscali permettendo)?
Per esempio, nel dissesto idrogeologico e nell’abbandono delle zone agricole, nelle reti idriche colabrodo, nella rete delle ferrovie e delle strade secondarie, o ancora nel consumo di paesaggio e di suolo agricolo.
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