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Continua il fenomeno virale di Prugna, l’attualità in una cornice satirica

Una pagina su Facebook e Twitter, un sito web e una festa in preparazione, tutto per un unico obiettivo: dare un colore alla satira. E' il mondo di Prugna.

Torniamo sull'argomento satira, ne abbiamo parlato anche qui: una parte d’Italia continua a dire che non si scherza su certi argomenti, come la fede. Allora viene spontaneo chiedere il parere anche degli autori italiani, per sapere cosa ne pensa chi nello Stivale la satira la fa. Ne parliamo con Michele De Pirro, il papà di Prugna.

Michele De Pirro {JPEG}
 
Salve Michele. Il contatore della pagina Facebook di Prugna continua a salire vertiginosamente, ha superato la soglia degli 80 mila lettori. L'idea di dare un colore e uno stile alla satira funziona quindi?

Prugna è frutto di un’idea di fondo, che i lettori stanno evidentemente premiando. Alla base del nostro lavoro c’è sicuramente un approccio meritocratico nella selezione degli autori, che ho portato avanti con fermezza sin dall’inizio. A questo si aggiunga che stiamo riuscendo nel tentativo - ad oggi, direi, inedito - di unire alla satira anche una dose di comicità e di umorismo “puri”, ai quali riserviamo le uscite di tarda serata. Uno dei nostri punti forti, in entrambi i casi, credo sia l’originalità delle battute, garantita da un sistema interno di controllo capillare che punta ad evitare possibili doppioni o eventuali ridondanze con altre idee già pubblicate su pagine diverse o altri siti internet. Per quanto umanamente possibile, ovviamente. Ma più di una volta ho avuto motivo di pensare che i miei collaboratori in redazione abbiano rasentato l’impossibile! Penso di poter affermare che il valore aggiunto di Prugna sia proprio la serietà di quel lavoro che il pubblico non vede, ma certamente percepisce in qualche modo, perché inevitabilmente si riversa nel risultato finale; dietro la pubblicazione di un pannello c’è un’estrema attenzione ai dettagli, oltre che, ancora più a monte, una verifica approfondita dell’attendibilità della fonte da cui si attinge la notizia.

Intanto il 2015 si sta sviluppando in modo caldo e ricco di tensioni: l'Isis alle porte e la satira presa di mira dalla fede, un po' per mostrare al mondo che con la religione non si scherza. Il fondamentalismo islamico spara e il Papa vuole menare chi gli offende la mamma. E' così che ci ridurremo? Dio, Allah, Gesù, Maometto ridotti ad un tabù, mentre in loro nome aumenta il controllo sociale?

Il problema dei confini tra libertà di religione e libertà di espressione, tra rispetto del sentimento religioso e diritto di satira ha radici profonde e radicate nella storia. Se guardassimo al passato con minima dose di riflessione, gli esempi sarebbero tantissimi e non solo in Italia. Il tema non ci è stato posto all’inizio del 2015, ci è stato riproposto, con maggior vigore, questo è innegabile. L’eco dei media sicuramente ha fatto leva sulla drammaticità dei fatti, sulla loro efferatezza. A ciò si aggiunga che la distanza che ci separa dalla Francia, in senso propriamente geopolitico, è davvero breve. È sotto gli occhi di tutti la minaccia terroristica, ma non è di certo nata oggi. Temo sia la conseguenza di un mancato rispetto degli equilibri territoriali e politici, prima che religiosi. I tabù non possono essere una soluzione, non credo che rispondere a un “ismo” con un altro “ismo” possa rappresentare una soluzione, sarebbe soltanto un modo di aggirare il problema per non affrontarlo. Il cambiamento è già in atto e avanza; negli ultimi anni, viste le vicende internazionali, la satira si è assunta l’onere di sollevare il problema, di metterlo sotto gli occhi del mondo, e questo credo costituisca già un grande apporto alla soluzione del tema.

Nonostante sia la patria di Cuore e Il Male, di Satyricon e del Vernacoliere, pensi che un po’ manchi qui la cultura del consumo satirico, la capacità di vedere le cose da un punto di vista umoristico, di dissacrare, di vedere il lato ridicolo del potere?

Ci vorranno anni per alzare l’asticella della satira in questo Paese, gli esempi che hai citato sono certamente un grande sforzo in quel senso. È interessante, a mio avviso, l’accostamento tra i termini “satira” e “consumo”, perché sta cambiando anche la cultura delle nicchie, secondo me. Non è necessario che un prodotto sia di nicchia, perché sia di qualità. Un prodotto può essere di altissima qualità e raggiungere un grande numero di utenti, proprio perché il mezzo diffusivo lo rende fruibile. È chiaro che non sia, al contempo, giustificabile piegare i contenuti per lo scopo: spesso le battute più raffinate e sottili riscuotono meno consensi, probabilmente perché per coglierle è richiesto un substrato conoscitivo e, perché no, culturale, che non richiama grandi numeri. Ciò nonostante, penso che sia costruttivo riservargli ampio spazio, a dispetto dei numeri, perché quel tipo di satira può fungere da stimolo, da pungolo, potrebbe addirittura innescare oggi un processo evolutivo sul target di questo genere di contenuti, del quale si potranno vedere gli esiti nel medio-lungo periodo.

Come è stato affrontata la vicenda Charlie Hebdo all’interno di Prugna?

Ricordo esattamente che quel giorno, per una serie di motivi personali, per me fu quasi impossibile interagire con gli autori, e ricordo perfettamente che, leggendo poi a fine serata le impressioni di quel giorno, mi impressionò quasi vedere come tutti avessero sentito quella notizia come un fatto che li toccava da vicino. Era come se si fosse diffusa una sorta di sindrome monotematica, durata anche nei giorni immediatamente successivi, che metteva in ombra tutto il resto. Questo mi fece pensare che gli autori scrivono soprattutto su quello che sentono molto vicino, su temi che sentono come propri e questa è l’autenticità che in qualche modo traspare dalle battute, infine. Essere un autore satirico, in ultimo, non significa altro che essere una persona comune, con l’abilità di trasferire la propria sensibilità e il proprio punto di vista, dandogli la loro esatta forma in poche parole. 

Parliamo di effetti della censura: la versione più urticante di Prugna (quella Dark) è stata imbavagliata per analoghi motivi?

La pagina di Prugna Dark è il lato cattivo di Prugna, dove le notizie sono fitrate ed interpretate secondo un tipo di umorismo nero, appunto; è stata bloccata talmente tante volte che ormai non si contano più. Temo, soprattutto, perché il sistema social consente di segnalare contenuti ritenuti offensivi, per il sol fatto che qualcuno si sia ritenuto offeso in base alla propria personale visione, senza alcun tipo di controllo esterno che moduli minimamente il giudizio in base a criteri predeterminati, come sarebbe richiesto per la censura. Di conseguenza, non mi sento tanto nel mirino della censura, quanto di un sistema che permette a chiunque di sindacare qualsiasi contenuto, senza alcun canone generalmente riconosciuto. Più che il taglio della censura, Prugna Dark sconta quello dell’approssimazione dei social network che, come ogni cosa, hanno i pro e i contro. Eppure Dark è come l’araba fenice, rinasce ogni volta dalle sue ceneri più forte della precedente.

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Intanto in Italia prosegue l'attività politica di Renzi, ci si prepara all'Expo e non si vota, mentre al Quirinale è arrivato Mattarella. E Prugna come affronta il periodo? Ci regali qualche spoiler?

Dato il quadro politico italiano attuale e vista anche l’attitudine prettamente mediatica dei soggetti che lo popolano, si può dire che come pagina di satira si ha davvero l’imbarazzo della scelta, tant’è che più di una volta capita di leggere notizie che appaiono in sé come delle battute già confezionate. Sicuramente non mancheranno nelle prossime uscite di Prugna i riferimenti al Premier e al neo Presidente della Repubblica, perché farciscono di spunti il panorama della satira e della comicità, seppure sia nostro compito anche diversifiare il contenuti e mettere sotto i riflettori più argomenti possibili. Vorrei, però, dire che spesso uno stato dei fatti, una sensazione, una vicenda politica, si riesce a trasmetterla, meglio che in parole, in immagini. Questo grazie alla presenza degli autori grafici, che sono il fiore all’occhiello del nostro grande albero di prugne.

Grazie mille, Michele, ci si vede al Prugna Raduno e ci si legge sulle pagine social di Prugna (su Facebook e Twitter), sul sito e nella vignetta del giorno qui su AgoraVox Italia. Buona satira e in alto le matite!

A presto!

 

Per la stesura di questa intervista si ringrazia Chiara Longo, dall'ufficio stampa di Prugna.

 

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