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Considerazioni del Cerm sulla spesa sanitaria

Se le Regioni con le performance peggiori in ambito sanitario allineassero spesa e qualità dei servizi a quelle più virtuose, si liberebbero risorse per circa 9,4 miliardi di euro all'anno, poco meno di un punto del Pil nazionale. La stima, d'attualità quanto mai visto che sono iniziati i lavori attorno alla Manovra 2011, arriva dal Cerm, il Centro studi di Roma diretto dall'economista Fabio Pammolli, ed è una delle conclusioni di maggiore rilevanza del rapporto Saniregio 2, la versione aggiornata del modello econometrico con cui il Cerm confronta efficienza e qualità dei sistemi sanitari regionali.

Secondo i ricercatori del centro studi, in sostanza, la comparazione conferma il ritardo strutturale che divide le amministrazioni del Meridione da quelle del centro-nord, un gap che può essere recuperato soltanto con il ricorso a riforme strutturali: per allinearsi al benchmark che il Cerm individua nell'Umbria, la Campania dovrebbe ridurre la spesa di oltre il 33% e aumentare la qualità di quasi il 90%, la Sicilia dovrebbe ridurre la spesa di oltre il 24% e aumentare la qualità di circa il 90%, la Puglia dovrebbe ridurre la spesa di quasi il 24% e aumentare la qualità di oltre il 96%, la Calabria dovrebbe ridurre la spesa di poco più del 15% e aumentare la qualità di oltre il 132% e il Lazio dovrebbe ridurre la spesa di quasi il 13% e aumentare la qualità di oltre il 76%.

Nell'insieme, il recupero di qualità ed efficienza dovrebbe consentire la liberazione di oltre nove miliardi di euro. Per spingere le Regioni meno efficienti alle riforme, infine, la proposta del Cerm è quella di rivedere il meccanismo di ripartizione del Fondo e adottare una suddivisione basata su un indice di spesa procapite per fascia d'età uguale per tutti gli italiani, indifferentemente dalla regione di residenza e definito sulla base del benchmark di riferimento. Entro un lasso di tempo ragionevole, « le Regioni dovranno gradualmente ma irrevocabilmente adattarsi a questa regola di riparto delle risorse correnti».

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