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Se aumenta la frequenza delle pandemie...

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Ebola
Kerry Lannert, Flickr
 
Nell'ultimo decennio l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ben quattro emergenze sanitarie su scala mondiale. Le ultime due appartengono al recente passato: Ebola e Zika. Le pandemie sono divenute più frequenti nelle decadi dal 1980 al 2010. Zika è nota ai ricercatori dagli anni quaranta, Ebola dai settanta. Sono virus che hanno subito un'evoluzione nel loro corredo genetico relativamente rapida (in centinaia o migliaia di anni). 
Ora ci troviamo dinanzi ad una diffusione più efficace e veloce di virus, batteri e miceti, in luoghi e a latitudini inattese. Le cause che sottendono questo aumento dell'incidenza di nuove epidemie sistemiche sono da ricercarsi in più fattori concomitanti. 
Un ampio contatto di persone, piante, animali, materie prime e beni, tra vecchi e nuovi mondi, per mezzo di un incremento del trasporto globale, del commercio internazionale, di viaggi e migrazioni gioca un ruolo di primo piano. Il trasporto aereo è stato utilizzato sempre di più dai primi anni ottanta ed oggi risulta agevole spostarsi in 24 ore da un capo all'altro del mondo. Un viaggiatore porta così un ceppo letale, spesso a sua insaputa, "senza preavviso", dovunque. In una località dove il patogeno è assente la popolazione è suscettibile al contagio per impreparazione della risposta immune individuale e per sistemi sanitari inadeguati o scarsamente pronti alla nuova minaccia, soprattutto in aree economicamente disagiate. Paesi in cui i medici non hanno mai preso in cura la malattia, non vi sono laboratori in grado di fare diagnosi accertate, governi incapaci di sostenere il peso economico e sociale dell'evento epidemico e popolazioni scarsamente informate sui meccanismi di diffusione e sui segni patognomonici di malattia. 
Un altro fattore scaturisce dal fatto che gli uomini vivono in ambienti ad elevata densità di popolazione, più della metà del genere umano risiede in città, spesso non pianificate, con quartieri affollati, case fatiscenti, strade non pavimentate, scarsa illuminazione, servizi igienici insufficienti, acqua non potabile, etc. Un pabulum ad hoc per la diffusione di patogeni che a volte utilizzano vettori perfettamente "integrati". Gli animali domestici o vicini all'uomo spingono il patogeno al salto di specie (ammalano l'uomo), il tutto è iniziato con l'introduzione dell'agricoltura.
L'accesso all'assistenza sanitaria in aree di povertà diffusa è quasi assente. Naturalmente ciò conduce ad una elevata letalità e misure preventive di carattere vaccinale sono altresì limitate, tali da risultare inefficaci. Determinanti sociali, politici ed economici producono un impatto di rilievo, ed è su questi che è necessario agire per prevenire pandemie devastanti.
Il riscaldamento globale del pianeta allarga le zone a clima umido e caldo, favorisce vettori come l'Aedes (Zika, Dengue, Chikungunya) a colonizzare le aree dove si è verificato un cambiamento climatico favorevole al loro attecchimento.
C'è da dire però che sebbene il numero delle epidemie sia in crescita, il numero di casi pro capite è in declino. Questo è connesso ad un miglioramento della prevenzione, diagnosi precoce, controllo della diffusione e terapia. Quello che manca è un sistema di rilevazione e risposta rapida su scala mondiale. Gli investimenti strutturali in sanità pubblica sono sempre di meno, così come i fondi a disposizione dell'OMS al netto del tasso di inflazione.
Si continua a finanziare le ultime tecnologie (terapia a cellule staminali, medicina personalizzata, etc.), ma la verità è che molto del nostro stato di salute dipende da misure di sanità pubblica, semplici da applicare e poco costose, come l'isolamento degli infetti ed il monitoraggio dei contatti. Servono diffusi sistemi di sorveglianza e reti di laboratori sul posto, medici di sanità pubblica per coordinare la risposta sanitaria alle emergenze e risorse per la ricerca al fine di individuare e sviluppare contromisure terapeutiche e preventive.

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