Confindustria prenda atto del fallimento del Governo

Anche Confindustria prenda atto che il Governo “ha fallito” dopo “tre anni di nulla, salvo annunci” e volti pagina sulla stagione degli accordi sindacali separati. Questo, in sintesi, il messaggio del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, all'associazione industriale riunita a Bergamo.
L'occasione è stato, nel pomeriggio di sabato, un incontro tutto al femminile (anche per quel che riguarda il voto alle candidate) - anche se ovviamente non erano esclusi gli uomini - a sostegno, del candidato a sindaco del centrosinistra a Milano, Giuliano Pisapia, in un gazebo in piazza Argentina. Il segretario della Cgil ha anche parlato dello sciopero generale che si è svolto venerdì e della condizione femminile, quella “che una volta si chiamava emancipazione”, del precariato, del lavoro mal pagato.
“C'è un esercito di giovani e anche di non più giovani che fanno un lavoro che li rende poveri, nel senso che non gli permette di affrontare una normale vita autosufficiente ed autonoma e non gli permette di progettare il futuro - ha detto -. È questa la condizione disperante di qualche milione di persone, e le donne sono quelle guarda caso che stanno anche un po’ peggio e si è ricominciato a licenziare di fronte al matrimonio e al primo figlio”. “Questo Governo - ha poi affermato con i giornalisti - è assolutamente estraneo a ciò che avviene nel Paese, agli orientamenti delle persone, perché pensa che essendosi conquistato una maggioranza parlamentare questa gli permetta di fare qualunque cosa. Credo che il Governo dovrebbe provare a guardare cosa succede davvero nel Paese e sapere che il Paese di questo arretramento non ne può più”.
Quindi ha aggiunto: “Mi aspetto due cose da Confindustria: una che tirino un bilancio di tre anni di promesse e di annunciati scosse e piani del Governo e del nulla che succede, quindi della necessità di politiche per la crescita; e che provino a voltare pagina rispetto a una stagione di accordi separati che ha solo portato guai per tutti”. Infine, sulla questione dei numeri, Camusso ha replicato con un “se ne farà una ragione anche lui” al vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, che ha messo in dubbio i dati diffusi dalla Cgil sullo sciopero generale.
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