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Confindustria Sicilia espelle 10 associati

Ci sono voluti molti mesi, quasi un anno, e tante sollecitazioni da parte dei giornalisti e della società civile, ma alla fine Confindustria siciliana ha fatto quello che aveva promesso: 10 imprenditori espulsi da Confindustria in Sicilia da quando l’associazione, il 1 settembre di un anno fa, ha dichiarato guerra al racket delle estorsioni. Altri 30 associati sono stati sospesi e potrebbero essere espulsi prossimamente, mentre sono in totale 51 i provvedimenti al vaglio dei probiviri di Confindustria nell’Isola. Il bilancio è stato fatto in conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palermo dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello.

"Denunciare significa sottrarsi dall’isolamento e dalla gogna che può rappresentare un procedimento di espulsione dall’associazione", ha commentato il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha sottolineato come stia mutando in Sicilia la percezione del pizzo, un tempo sopportato con "stanchezza e tolleranza" e come muti anche la percezione della Sicilia sui media nazionali e internazionali, che guardano all’Isola "come una realtà che rompe gli schemi consolidati".


"Chiediamo un’azione più incisiva delle forze politiche e della pubblica amministrazione - ha proseguito Lo Bello -. Voglio sottolineare l’esempio virtuoso di Gela, una città dove, nonostante la presenza di due mafie, gli imprenditori che collaborano con magistratura e forze dell’ordine sono 90, dei quali una ventina nostri associati. Di questi, una quarantina hanno cominciato a collaborare dopo il primo settembre dell’anno scorso. E’ un dato formidabile, è come se a Palermo o Catania collaborassero in tremila. Tutto ciò si deve anche al fatto che a Gela, il sindaco Rosario Crocetta non fa antimafia di bandiera, ma attraverso provvedimenti amministrativi. Altrove, invece, esistono tante timidezze e silenzi".

A fianco a Lo Bello nella conferenza stampa i presidenti di alcune delle nove associazioni territoriali, tra cui Antonello Montante (Caltanissetta), Giuseppe Catanzaro (Agrigento), Nino Salerno (Palermo), Davide Durante (Trapani) e Ivo Blandina (Messina). Sono soprattutto gli industriali di Caltanissetta e di Agrigento quelli che hanno intrapreso con fermezza la linea della denuncia. Ben 40 imprenditori, dei 64 che stanno collaborando, operano nelle due province.

Unico neo: se si parla tanto di trasparenza, perché non è stata distribuita la lista degli espulsi e dei sospesi e ci si è affidati a un’anonima statistica? Bisognerà attendere un altro anno?

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