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Condomini felici. Ora c’è una formula!

Coabitazioni felici tra bimbi, stranieri, coppie, single, ammalati e persone in salute. Un sogno? Non più. Ora c’è una formula matematica a garantirle. Ad elaborarla sono stati i Comuni, la Provincia e l’Azienda Casa di Reggio Emilia che, da un anno, stanno assegnando gli alloggi di edilizia pubblica residenziale a chi ne ha diritto, ma non più a caso.

Si fa ricorso al cosiddetto sistema della matrice sociale: quattro criteri, fissati in collaborazione con il Censis e la facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna. Addizioni, calcolo del “peso reale” ed ecco, niente più litigi in alcuni quartieri della città in Emilia Romagna.

In questa intervista Marco Corradi, classe 54, presidente dell’Acer di Reggio Emilia, spiega come si applica la matrice sociale, se può essere esportata in altre città e a quali costi.

Come è nata l’idea del condominio ideale?

Da una richiesta del sindaco del Comune di Reggio Emilia, Graziano Delrio, di mettere in campo un sistema per evitare che si formassero situazioni di disagio sociale nei quartieri di edilizia pubblica. Il Servizio di mediazione sociale è stata la nostra risposta. Grazie al lavoro degli operatori sul territorio, ci siamo resi conto che le conflittualità erano minori laddove vi era una equilibrata distribuzione di nuclei familiari di diverse tipologie.

Quali sarebbero i quattro criteri di assegnazione degli alloggi?

Il peso sociale, che misura le dipendenze, le malattie psichiatriche. La tipologia delle famiglie. Più variegata è, migliori risposte ci sono. Distribuzione etnica e condizioni ambientali. Si gioca a combinare questi quattro elementi.

Sembra che in Europa non ci siano altri esempi. E’ così? E allora, qual è stato il vostro modello?

Non sono certo che in Europa non vi siano altri esempi. Diciamo che se ci sono non sono stati diffusi e comunicati. Gli amministratori pubblici di Reggio Emilia hanno sempre manifestato una forte attenzione al sociale. Le politiche per la casa e le persone sono sempre state al centro dei programmi di governo della città. Questo ha permesso di acquisire un’esperienza, che ci rende promotori di molte iniziative e progetti, tra cui questo.

Come vi siete attrezzati?

La nostra Azienda, in accordo con i Comuni e la Provincia di Reggio Emilia, ha costituito ufficialmente il Servizio di Mediazione sociale nel 2007, ma già da alcuni anni avevamo tecnici con competenze sociali specifiche, che avevano il compito di favorire rapporti di buon vicinato, gestire l’accoglienza dei nuovi inquilini nei condomini, prevenire eventuali situazioni di conflittualità, promuovere iniziative e attività di quartiere. La nostra azienda si occupa di Politiche abitative, tra cui la gestione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma al centro della nostra missione prima di tutto c’è il benessere delle persone che li abitano.

Dunque, ci sarebbe una formula matematica di coabitazione felice. E’ una cosa parecchio inconsueta!

E’ inconsueta, ma è semplicissima. La certezza assoluta non sarà mai possibile. Non dimentichiamo una cosa: abbiamo a che fare con persone, ognuna ha le proprie peculiarità, ma possiamo dire che con l’applicazione della “matrice sociale”, un modello di calcolo semplicissimo, si possono raggiungere risultati percentuali interessanti. Il nostro merito è solo quello di avere codificato un metodo. I risultati ci stanno dando ragione. 

Allora stop ai litigi nei condomini. Sembra irreale! A chi può interessare questo modello?

A tutti: amministratori pubblici, ma anche privati, che devono gestire realtà condominiali di medie e grandi dimensioni

Quanto costa realizzarlo?

Nulla. Occorre solo decidere di seguire il metodo nei criteri di assegnazione degli alloggi.

Ma i condomini devono assoggettarsi a regole particolari?

Nessuna regola particolare, oltre a quelle stabilite dal Codice Civile e dai regolamenti condominiali.

Le tipologie dei nuclei familiari?

Sono quelle che conosciamo tutti e che rappresentano la varietà della società odierna: famiglie monoparentali, anziani soli, giovani coppie, famiglie straniere, studenti, famiglie numerose.

Come si arriva alla selezione?

Le assegnazioni degli alloggi vengono effettuate dall’Ufficio Casa del Comune di Reggio Emilia, che attinge dalla graduatoria prevista dai regolamenti comunali per gli alloggi pubblici

Chi ci guadagna?

E’ un vantaggio sociale per tutti, soprattutto per le famiglie che abitano il condominio in armonia e con una buona qualità di vita.

Il modello richiede varianti, cambiamenti, insomma, interventi da parte dell’Amministrazione comunale?

Nessun intervento particolare. E’ chiaro, la matrice sociale è uno strumento e come tale va gestita con buon senso.

Chi ha storto il naso o ha sollevato polemiche?

Nessuno ha rilevato problemi o complicazioni. In realtà la “matrice sociale” e il Servizio di Mediazione sono chiaramente strumenti di prevenzione e lavorare sulla prevenzione è sempre una scelta lungimirante. Ci auguriamo di avere gli stessi risultati positivi anche in futuro.

Ci sono controindicazioni?

Non ci sono controindicazioni quando la qualità di vita delle persone migliora. La sfida è di continuare a lavorare per ottenere margini di miglioramento sempre più alti.

Quali le città, in cui il modello potrebbe essere subito esteso?

Tutte, indistintamente. Forse più alle città di medie e grandi dimensioni, in cui vi è una maggiore mobilità delle persone.

Avete avuto richieste dal resto d’Italia?

Molte, siamo spesso chiamati a spiegare e illustrare la matrice.

E dall’estero?

L’abbiamo presentata di recente al Cecodhas, l’associazione che rappresenta tutto il sistema del Social Housing europeo come esempio di buona prassi.

Quanti alloggi sono stati assegnati con questo nuovo sistema?

Con questi criteri sono stati assegnati circa 170 alloggi.

Quale futuro può avere il modello?

Secondo la nostra esperienza, la matrice sociale può avere sviluppi interessanti e diventare garanzia di equilibrio nei condomini, nei quartieri e nelle città, migliorare la vivibilità degli alloggi e la qualità delle relazioni umane.

Co-housing e condominio ideale: c’è differenza?

Noi stiamo cercando di introdurre e promuovere gli stessi fondamenti e le stesse modalità del co-housing: forme di condivisione, che agevolano la socializzazione e la mutualità tra le persone, favoriscono il risparmio energetico e diminuiscono l’impatto ambientale della Comunità.

Cosa si aspetta?

Insieme con i Comuni e la Provincia stiamo raggiungendo obiettivi importanti di sostenibilità sociale, ambientale e non ultima economica. Da parecchi anni abbiamo avviato grandi progetti di riqualificazione urbana ed energetica, che hanno coinvolto e cambiato il volto di interi quartieri. I nuovi alloggi saranno costituiti da edifici a costo energetico quasi zero, in grado di autoprodurre l’energia necessaria, dotati di sistemi domotici, con la possibilità di usufruire di servizi di teleassistenza per permettere a tutti di vivere la propria abitazione pienamente e in sicurezza.

Il condominio ideale richiede, forse, una città ideale, in cui, per esempio, si smetta di costruire nuovi alloggi, dove non è necessario e si punti più sul recupero dell’esistente. E’ così?

La matrice sociale è un modello i cui risultati sono monitorati secondo processi e rilevazioni di carattere scientifico, quindi esprimono dati oggettivi. Il condominio ideale e la città ideale non sono obiettivi impossibili, ma non possono prescindere dalla responsabilità sociale delle persone, che devono essere consapevoli di fare parte di una comunità, in cui il singolo comportamento incide sulla qualità di vita di tutti. Titolari di diritti quindi, ma anche di doveri, che stanno alla base di un modello di sviluppo delle città, in cui valori di riferimento, come democrazia, uguaglianza, rispetto delle regole e solidarietà sono la vera garanzia di una comunità equilibrata.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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