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Concerti live e sicurezza: meno scenografia, più musica

Trieste, 12 dicembre 2011. Francesco Pinna, vent’anni, perse la vita nel crollo del palco presso il palazzetto dello sport, dove si sarebbe tenuto il concerto di Jovanotti. Una morte per far venire a galla: l’insicurezza, lo sfruttamento, la fretta. La notizia rimbalzò, con molte polemiche, su tutti i media. Oggi i periti stanno ancora facendo le indagini per accertare la cause del cedimento dell’impalcatura.

Reggio Calabria, 5 marzo 2012. Matteo Armellini, 32 anni, perde la vita nel crollo del palco del palazzetto dello sport, dove si sarebbe tenuto il concerto di Laura Pausini. Anche questa struttura è stata montata decine di volte, progettata da un ingegnere e Matteo era esperto del mestiere, a differenza di Francesco. Non è sempre la scarsa professionalità ad uccidere, allora c’è dell’altro e si chiama fattore tempo. Sabato 3 marzo il concerto di Laura Pausini si è tenuto ad Ancona ed il 5 marzo, già, a Reggio Calabria.

I tecnici hanno poco più di ventiquattro ore per partire con gli strumenti e mettersi a lavoro affinché sia tutto pronto per l’esibizione. Forse c’è dell’altro ancora e si chiama troppa scenografia. Come si vede dalla foto, Laura Pausini (non è l’unica artista ad avere scenografie da fantascienza) durante lo spettacolo scende giù da un ferro di cavallo, con un vestito con luci psichedeliche. Sicuramente l’effetto ottico è d’impatto, ma quanto incide sul lavoro dei tecnici in termini di tempo? E siamo sicuri che i fan vogliano, oltre alla musica, uno spettacolo di acrobazia?

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