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Con TIM vinci una FIAT Cinquecento ma giocare può costarti caro

Viaggio nel mondo della telefonia mobile tra costosissimi concorsi-trappola, sms ed mms che svuotano il portafoglio, trabocchetti e prezzi pazzi!

E’ stata un’estate parecchio travagliata per gli utenti della TIM, che si sono visti cambiare le tariffe come Tim Tribù ed Autoricarica con altre molto più costose e meno convenienti. Ma il problema non è solo la TIM: l’Europa bacchetta tutte le compagnie di telefonia mobile italiane, accusandole di applicare tariffe troppo costose e svantaggiose nei confronti degli utenti. Inviare un sms dall’Italia all’estero in roaming, ad esempio, costa in media 0,29 euro per ogni sms inviato, cifra che per un belga in viaggio può arrivare anche a 0,80 euro. Tanto è bastato a far rizzare le antenne alla Commissione europea, che ha precisato che i 2,5 miliardi di messaggi di testo inviati ogni anno nell’U.E. da clienti che utilizzano il roaming costano oltre 10 volte di più degli sms nazionali e che gli inviti rivolti al settore a favore dell’autoregolamentazione e di riduzioni volontarie dei prezzi del roaming per gli sms sono rimasti inascoltati. L’sms spedito all’interno della penisola stessa poi non è da meno: le autorità Italiane per le telecomunicazioni e per l’antitrust hanno comunicato di aver lanciato un’inchiesta congiunta per verificare la trasparenza dei prezzi e delle offerte di servizi SMS (Short Message Service) e MMS (Multimedia Messaging Service) sul mercato Italiano. A quanto pare, il giro d’affari legato ad SMS ed MMS in Italia ha raggiunto la cifra vertiginosa di 4 miliardi di dollari, di cui gli SMS rappresentano oltre il 60%. I gestori in Italia offrono una grande varietà di pacchetti a diversi profili di clienti, con grandi disparità di prezzi fra un’offerta e l’altra. Saranno proprio queste disparità l’oggetto dell’indagine delle autorità Italiane.

Anche il Codacons si è attivato per denunciare l’anomalia tutta italiana legata alla telefonia mobile. Il comitato dei consumatori denunciava già quattro anni fa, a suon di esposti, il costo eccessivo di SMS e MMS in Italia, ben più alto rispetto agli altri paesi europei. Inviare un SMS in Italia con una SIM prepagata costa in media 13 centesimi, quasi cinque volte quanto si spende in Danimarca (dove il costo è di appena 3 centesimi) e quasi il doppio della media europea (7,5 centesimi). In Italia, poi, compagnie come la TIM non si smentiscono mai e prosegue la loro indisturbata opera di arraffamento. Arraffano come possono: con gli scatti alla risposta, con gli sms, con le promozioni, con le tariffe sempre più complicate e confusionarie ed ora anche con i concorsi. L’ultimo è quello che fa vincere un’automobile FIAT 500 mandando un semplice messaggino dal costo di un euro e venti centesimi. La segnalazione ci arriva da Beatrice Galasso, una utente TIM di Roma che dopo essere entrata nel vorticoso tunnel dei messaggi della TIM ha deciso di rivolgersi all’Adiconsum per fermare l’inutile e costosissimo inghippo. Il gioco funziona così: mandi un messaggio alla TIM attraverso il numero 4500 per concorrere all’estrazione di quattro 500 al giorno. Il messaggio costa, per l’appunto, un euro e venti e con l’invio del messaggio acquisti un contenuto digitale come una musichetta. Fin qui può essere considerato normale. Ma il gioco si rivela dopo un po’ una vera e propria trappola.

Al primo messaggio ne seguono altri con alcune domande, in cui viene chiesto all’utente di rispondere; ogni messaggio chiede cose come ad esempio “come ti chiami”, “qual è il tuo colore preferito”, ed ogni messaggio di risposta costa un altro euro e venti. Per invogliare l’incauto utente in ogni messaggio la TIM scrive che rispondere alle domande aumenta i punti a disposizione e avvicina sempre più al montepremi. Beatrice ci segnala che dopo aver mandato il primo sms, di quei messaggi contenenti domande ne riceve più di 5 al giorno. In una settimana ne ha così ricevuti una quarantina e ha anche risposto pensando che il tutto fosse gratuito e rientrasse nel costo del suo primo sms. La nostra segnalatrice si è accorta dell’inghippo solo dopo aver controllato il credito residuo. Così con cinque sms al giorno, per più giorni per la TIM diventa un vero e proprio affare! Basta fare un paio di rapidi calcoli per notare come sia dispendiosa e rasenti la truffa l’intera operazione. L’appello ai lettori è di non invischiarsi in simili concorsi che di facciata chiedono un solo sms per concorrere all’estrazione di un’automobile e poi incastrano il malcapitato in un turbine di costosi e infiniti sms.

Segnatevi questa: Il gestore non può uccidere la vostra SIM card.



E’ una pratica comune tra gli operatori italiani di telefonia mobile, una pratica che finora numerosi clienti di TIM, Vodafone, 3, Omnitel e quant’altri hanno subìto in silenzio. Hanno subìto tutti, tranne il signor Domenico Bruno, che ha fatto causa alla TIM e l’ha pure vinta. Ma andiamo per gradi e vediamo di che si tratta: dopo più di un anno senza effettuare una ricarica, anche se si continua a utilizzare la scheda, gli operatori, attraverso un’operazione a distanza e senza avvisare l’utente, disattivano il numero del cellulare e con il numero, naturalmente, muore anche la scheda e il credito residuo. Le SIM non ricaricate per gli operatori rappresentano un peso morto perché costa tenerle in vita, meglio quindi l’eutanasia e poco importa se l’utente utilizza quel numero per ricevere chiamate. La colpa del signor Bruno era appunto di non aver ricaricato negli ultimi 13 mesi.

La disattivazione è una possibilità prevista nei contratti, ma d’ora in poi gli utenti potranno rivalersi giuridicamente e chiedere i danni grazie alla sentenza (che fa testo) di un giudice di pace di Napoli che ha analizzato il caso del signor Bruno e ha dato ragione a lui, condannando la TIM a pagare 300 euro di rimborso più le spese legali (che ammontavano a ben 800 euro). Secondo il giudice, scrivere nel contratto che a un anno dall’ultima ricarica ti disattivano la scheda non è sufficiente: poiché è una di quelle clausole che portano all’interruzione del servizio, è necessario quindi che anche l’utente l’approvi espressamente per iscritto (articolo 1341 del codice civile). Anche 3 Italia, con un comando a distanza, riesce a rendere il videofonino inutilizzabile, se l’utente l’ha preso a noleggio e poi non fa traffico, cioè non ci carica su dei soldi. La "3" desume infatti che l’utente l’abbia sbloccato, violando il contratto, e che lo stia usando con SIM di altri gestori, comportamento che per la "3" equivale al furto del cellulare. Diciamo basta all’eutanasia delle schede che prendono solo traffico entrante e facciamo sentire dalle aziende che sul nostro numero di cellulare fanno il bello e il cattivo tempo.

 

 

 

 

 

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