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Comincerà la Grecia?

Qualora nelle prossime settimane la Grecia trovasse la spinta necessaria per poter uscire dalla letale illusione nella quale l’hanno precipitata i corrotti pifferai della finanza internazionale, allora essa potrebbe finalmente concedersi la meritata rivincita nei confronti di quella autentica calamità denominata Unione Europea.

La drammatica situazione greca comporta che, almeno nella misura dell’80%, il suo debito pubblico sia detenuto dagli altri Stati europei. Il che vuol dire che finora, per poterla trattenere ancora nell’Europa, ogni italiano, compresi i neonati, abbia versato una media di 600 euro. Come se non bastasse, la partecipazione italiana ai fondi comunitari europei, è costata quasi 28 miliardi di euro, dal 2008 a oggi. Solo che questo l’attuale (mal)governo non lo dice, limitandosi ad abbindolare i soliti sciocchi con la panzana degli 80 euro elargiti ai meno abbienti.

Ad aggravare ulteriormente questa già pesante situazione sociale ed economica, ha contribuito l’ormai collaudato laleologo Matteo Renzi con il suo viaggio in Albania volto a perorarne l’ingresso nell’Unione Europea. Dimenticando soltanto un particolare: cioè che, attraverso questo nuovo ingresso nell’Unione, aumenteranno di riflesso i fondi europei a suo favore, versando l’Albania nella condizione di Stato più disagiato.

Da quanto esposto si evince perché sarebbe auspicabile l’uscita della Grecia dall’Unione Europea. Restandoci, essa lo farebbe a scapito degli altri Stati europei. Invece, uscendo dall’euro e riconquistando la sovranità monetaria, il suo debito pubblico subirebbe una significativa riduzione dal momento che essa pagherebbe gli altri Stati con una moneta svalutata dell’80% rispetto al proprio debito.

Naturalmente, questa situazione non viene auspicata dagli speculatori in possesso dei suoi Titoli di Stato. Ma la sua uscita dall’euro innescherebbe una ancor più importante reazione a catena che segnerebbe sicuramente la fine dell’euro. Così che, ciascuno Stato tornerebbe alla normalità, riappropriandosi della indispensabile sovranità monetaria. D’altra parte, essendo l’euro una moneta virtuale, la sua sorte segue le “leggi” economiche, secondo le quali la moneta di uno Stato deve esprimere il valore della sua economia reale.

Con il ritorno della sovranità monetaria nei singoli Stati dell’Unione Europea, la Germania smetterebbe di farla da padrona perché dovrebbe rimodulare la sua moneta, in riferimento alla quale, sin dal 1997, sono stati fissati, sempre in maniera virtuale, i valori di tutte le altre monete, con la conseguenza di penalizzare la lira della necessaria flessibilità dettata dalle esigenze di mercato. Diversamente non si spiega perché altri Stati, come la Danimarca o l’Inghilterra o la Svezia, abbiano mantenuto le rispettive monete pur aderendo all’Unione Europea. Questo, a riprova del fatto di potersi esprimere al meglio pur restando fuori dall’euro.

Taluno ipotizza che tale contesto produrrebbe una pesante inflazione. Ma non è così. Non lo è dal momento che la svalutazione di una moneta non corrisponda mai alla portata dell’inflazione, come dimostra la svalutazione subita dalla lira nella misura del 20% nel 1992, la quale comportò una inflazione del solo 5%.

Il ritorno della sovranità monetaria rilancerebbe nei singoli Stati l’economia imprenditoriale, il cui ritorno, e quindi il ritorno dell’economia reale, regolarizzerebbe rapidamente il maggior debito pubblico e l’inflazione dovuti alla stampa di nuova moneta, perché così lo Stato deriverebbe un più sostanziale introito dalla maggiore occupazione, senza per questo dover aumentare la tassazione dei cittadini e delle imprese. In questo modo lo Stato farebbe il contrario di quello che sta facendo ora, sia in conseguenza dell’euro, sia in conseguenza di quella sovranità monetaria proditoriamente alienata in favore della Banca Centrale Europea (BCE).

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.116) 2 febbraio 2015 12:31

    Non siamo sicuri che uscire dall’euro sia indolore, probabilmente non lo sarebbe; siamo sicuri però che rimanere nell’euro è peggio.

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.30) 2 febbraio 2015 15:25

    Guardi, rimanere ancora nell’euro vuol dire finire in miseria. Non c’è altra sorte allo strozzinaggio dell’usura finanziaria. Uscire da questa morsa letale, vuol dire riappropriarsi della sovranità nazionale, monetaria e linguistica: il che rappresenta la peculiarità di qualsiasi aggregato antropico che aspiri ad avere la dignità di POPOLO. Peccato che gli italiani non conoscano il significato di questa parola.

    Grazie per l’interessante commento.

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