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Civitavecchia. I fumi del porto sono un rischio per la salute

Dopo le allarmate segnalazioni di cittadini e l'uscita di articoli sulla stampa locale, anche su Agoravox, i fumi neri provenienti dalle navi ormeggiate nel porto di Civitavecchia hanno richiamato l'attenzione della Capitaneria di Porto.

A seguito dei controlli effettuati, e richiesti dalla Procura della Repubblica, sono stati denunciati ben 18 comandanti di altrettanti navi traghetto e da crociera per il mancato rispetto delle norme in vigore in tema di emissioni pericolose..

Ora l'attenzione dei cittadini si sposta sui rischi per la salute cui vanno incontro bambini e adulti esposti a biossidi di zolfo, ossidi di azoto, particolati sottili ed altri elementi dannosi contenuti nei fumi emessi dalle navi.

Alla semplice domanda "Inquinamento da porto. Quali rischi per la salute? Come difenderci?", tema di questo incontro, ha fornito una risposta esauriente il dottor Giovanni Ghirga del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute.

"Il 10% delle patologie - ha affermato il dottor Ghirga - è direttamente riconducibile all'inquinamento dell'ambiente in cui viviamo". Ha quindi aggiunto che dal 1999, il Comprensorio di Civitavecchia è stato dichiarato ad alto rischio ambientale per la presenza ravvicinata, oltre che del porto, di ben due centrali elettriche, di cui una a carbone.

In questa situazione potenzialmente pericolosa non è presente una centralina di rilevamento emissioni all'interno del porto, mentre un'altra è stata collocata in prossimità della Centrale Enel di Torre Valdaliga Nord, ma in un'area opposta a quella interessata dai venti prevalenti e quindi poco significativa nei dati. 

E nonostante queste evidenti criticità, non esiste neanche un piano di evacuazione della popolazione, di cui la città avrebbe dovuto dotarsi.

Ritornando all'ambito portuale, il dottor Ghirga, ha sottolineato come il combustibile a basso costo utilizzato sulle navi risulti fino a 3500 volte più inquinante del comune carburante utilizzato sulle automobili e, in assenza di interventi, l'inquinamento a livello globale sarà destinato a crescere, perchè il trend dei trasporti marittimi, sia merci che passeggeri, è destinato ad aumentare notevomente nei prossimi anni.

Bronchiti croniche, tumori, patologie cardiovascolari e infarti cardiaci: sono queste le principali patologie rilevate tra la popolazione che vive in un'area, quale quella di Civitavecchia, a diretto contatto con gli inquinanti non solo quelli provenienti dalle navi ma anche dalle centrali elettriche che, pur presentando visivamente fumi meno "neri", non immettono in atmosfera innocuo vapore acqueo.

L'ingegnere Giancarlo Cangani, introducendo il tema dell'incontro, aveva richiamato l'attenzione di tutti sul fatto che la salute deve rimanere al centro degli interessi comuni e che i controlli da parte della Capitaneria di Porto devono essere costanti nel tempo. 

L'obiettivo, in conclusione, è la elettrificazione delle banchine del porto che rappresenta la soluzione al momento più valida del problema fumi, su cui tutti si sono trovati d'accordo.

Fra l'altro, sotto il profilo dei costi economici che comunque dovrebbero rimanere secondari rispetto alla tutela della salute, è dal 2006 che il pofessor Vincenzo Naso e un team del Dipartimento di Meccanica dell'Università La Sapienza ha realizzato, per conto del locale 'Osservatorio Ambientale, un'Analisi tecnico-economica della elettrificazione del Porto di Civitavecchia.

Questo studio afferma che l'elettrificazione abbatterebbe gli ossidi di azoto da 450 tonnellate/anno a 18,81 per la sola banchina crociere.mentre il costo di realizzazione di una banchina, secondo una stima redatta dalla Comunità Europea, potrebbe oscillare tra i 656.657 euro e 1.200.000 euro (al 2006), a seconda della distanza tra sottostazione principale e banchina. Lavori con costi abbordabili e per giunta già sollecitati sia dalla Comunità Europea nel 2006 che e dalla prescrizione di Valutazione di Impatto Ambientale del lontano 1997. Ma l'Autorità portuale sino ad oggi ha ignorato del tutto l'argomento.

Parlando dei costi che gli armatori dovrebbero sostenere, si parla di cifre abbordabili, oscillanti tra i 130.000 e i 300.000-400.000 euro a seconda del tipo di nave, che potranno tradursi in risparmi nei consumi nel periodo di sosta, minore rumorosità. I vantaggi potrebbero essere apprezzati anche dalla clientela internazionale, più attenta alla difesa dell'ambiente e agli sprechi ingiustificati..

I cittadini hanno elaborato una strategia precisa: incontrare e pressare le autorità in modo permanente, segnalare e denunciare comportamenti illegittimi, scavalcando i partiti, con l'obiettivo di ottenere con un'aria più respirabile un migliore standard della qualità di vita.

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