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Chi si laurea trova lavoro, ma pochi si laureano

Secondo l’ultimo rapporto AlmaLaurea – un consorzio interuniversitario che si occupa dei rapporti tra università e mondo del lavoro – sulla condizione occupazionale dei laureati a 5 anni dal conseguimento, trovano un’occupazione, indipendentemente dal tipo di laurea, il 90% dei laureati.

Purtroppo, però, i laureati, tra coloro che hanno tra i 24 e i 35 anni, sono solo il 22%.

Il rapporto AlmaLaurea hai coinvolto 490.000 laureati di 65 università italiane.

I laureati risultano avvantaggiati, rispetto ai diplomati, per quanto concerne l’occupazione. Infatti quasi il 90% trova un lavoro dopo 5 anni dalla laurea, percentuale questa peraltro in calo rispetto agli anni passati.

Un anno dopo, invece, lavorano il 66% dei laureati triennali, il 70% dei magistrali e il 49% di laureati magistrali a ciclo unico (architettura, farmacia, giurisprudenza, medicina, veterinaria).

Ma il nostro Paese si trova ancora agli ultimi posti, in Europa e nell’ambito dei Paesi Ocse, come quota di laureati. Infatti su 100 giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni, in Italia i laureati sono solamente il 22%.

La media europea è pari al 37% e la media Ocse è pari al 39%. Il professore Francesco Ferrante, componente del comitato scientifico di Alma Laurea, ha dichiarato: “Il rapporto registra timidi segnali di inversione di tendenza nel mercato del lavoro che fanno sperare in un 2015 più roseo. Lo scenario presente e futuro, nonostante i miglioramenti registrati, resta tuttavia estremamente incerto”.

E comunque pur se il primo dato, quello dei laureati che trovano lavoro, è positivo, sarebbe necessario disporre di altre informazioni. Sarebbe utile sapere, soprattutto, se il lavoro trovato è in linea con gli studi effettuati, se l’occupazione è precaria, qual’è la retribuzione media.

Il secondo dato, peraltro non nuovo, quello relativo alla bassa quota di laureati, è invece del tutto negativo e, credo, influenzi il primo.

Molti non si laureano, pur iniziando un corso universitario, perché ritengono di avere insufficienti prospettive di lavoro ed, inoltre, nel caso in cui riuscissero a laurearsi, la percentuale di coloro che risulterebbero occupati, a 5 anni dalla laurea, diminuirebbe considerevolmente.

Foto: Photologue_np/Flickr

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