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Chi ha tempo non aspetti tempo



Già, chi ha tempo non aspetti tempo. me lo diceva sempre mia nonna quando da piccino rimandavo i compiti di scuola ad ore imprecisate. Sembra che già da piccoli ti vogliano far crescere con l’anzia del tempo che se ne va, del dover fare, fare, fare, correre, correre, correre.


Quello nel video è Joshua Bell
, uno dei violinisti più stimati al mondo, che sta eseguendo Bach impeccabilmente con un violino Stradivari del diciottesimo secolo. Eppure sembra un musicista di metropolitana, niente di che.


Il Washington Post ha organizzato nel 2007 questo esperimento per capire se le persone si sarebbero fermate o no, una volta riconosciuta la "bellezza". Niente da fare: il giorno prima Joshua suonava in una sala da concerto gremita in cui i paganti, in religioso silenzio lo acclamavano, ma in metropolitana, ben poche persone sembrano curarsi della sua presenza.

"Ma non c’è molto entusiasmo intorno a Bell. E il violinista è il primo a stupirsene: "All’inizio mi sono concentrato solo sulla musica". Ma poi, "è stato veramente strano, era come se la gente...mi ignorasse". Bell ride, nel rievocare lo strano esperimento. "Quando ti esibisci per un pubblico pagante - spiega - il tuo valore è già riconosciuto. Ma lì, ho pensato: perché non mi apprezzano?". Non solo: Bell ha suonato nell’indifferenza e nel fracasso, mentre "in una sala da concerto io mi arrabbio se qualcuno tossisce o fa squillare il cellulare"." (da Repubblica)

Alla fine dell’esperimento Joshua Bell raccoglie poco più di 32 dollari e sei astanti che lo ascoltano, tra cui una donna che lo riconosce.


Vale un sacco di prove e di argomentazioni.

Per prima cosa dimostra che quantomeno due terzi delle persone che vanno ad appuntamenti culturali "di un certo livello", in realtà non ci capiscono una mazza e lo fanno solo per darsi un po’ di arie.

In secondo luogo dimostra che se sei in ritardo sul lavoro, potrebbe presentarsi il padreterno e tu continueresti per la tua strada, di fretta, magari lasciando anche a lui qualche moneta.

In terzo luogo, se mai ci fosse bisogno di dimostrarlo, appare chiaro che le persone non riescono più a dare importanza alle emozioni. Se chi suona è un barbone il suono non sarà un granchè, se chi suona è Joshua Bell, allora è grandioso, tanto per far prendere aria alla bocca. Ma non solo, non saper riconoscere che fa bene fermarsi, ascoltare, guardare, condividere, è una malattia molto grave da cui in tanti sono o siamo affetti.

Chi ha tempo non aspetti tempo.

Ma anche aspettare un pochino, magari insieme, non sarebbe poi così male.

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