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 Home page > Tribuna Libera > Cavaliere, Lei se l’è andata a cercare, ora cosa vuole?

Cavaliere, Lei se l’è andata a cercare, ora cosa vuole?

Prima parte.

Un film abbondantemente previsto: condanna per il Cavaliere e furibonda reazione della destra che accusa i giudici di colpo di Stato ecc. ecc. Ovviamente, reazione di gioia dei nemici del Cavaliere che esultano perché “il gangster è stato beccato” e poco importa se il reato non è di tipo politico, in fondo, Al Capone fu fregato da una volgare storia di tasse. Chi si aspettava di vedere cose diverse? Però tocca occuparcene, ed allora cerchiamo di farlo - se ci riesce - con un po’ di distacco, senza farci prendere dal “tifo” per l’una o l’altra squadra.

1. Questa storia, per l’immagine mondiale del paese, è un autentico disastro: anche se sarebbe stato molto peggio con una sentenza di assoluzione (su questo non c’è dubbio), voi cosa pensereste di un paese nel quale per circa 10 anni è stato Presidente del Consiglio uno sfruttatore della prostituzione minorile? E per di più ad allontanarlo dalla politica è una sentenza della magistratura e non una pronuncia elettorale. Anzi, nell’ultima votazione politica, l’uomo ha rimesso insieme circa il 30% e per pochissimo non ha vinto. E’ una cosa da voltastomaco, vero?

2. Il maggior responsabile (ma non l’unico) di questo disastro è il Cavaliere, non c’è dubbio. Quando si ha un ruolo politico di primo piano, non ci comporta in modo così leggero come ha fatto lui e non ci si difende in tribunale come un mafioso, puntando all’assoluzione per insufficienza di prove, ricorrendo all’ostruzionismo per far scattare la prescrizione, attaccandosi ad ogni cavillo formale ecc. Per uno statista vero l’assoluzione per insufficienza di prove è un’onta insopportabile, perché non può battersi per meno dell’assoluzione piena e nel tempo più breve possibile. Ricordate cosa si diceva della “moglie di Cesare”? Ma mi pare che questi discorsi ormai vadano bene per Marte: qui abbiamo perso tutti il senso dello Stato. Non parliamone più; però resta il fatto che la sua tattica dilatoria ha peggiorato le cose per tutti logorando la credibilità di tutti gli attori (lui compreso) ed ha sottoposto il paese ad una fibrillazione continua per venti anni esponendolo ad una pubblicità internazionale indegna.

3. Di questo indecente trascinarsi dei processi lui è in massima parte responsabile, ma anche la magistratura e l’opposizione ci hanno messo del proprio. D’accordo che Berlusconi le ha provate tutte e che con la storia del “legittimo impedimento” l’ha fatta sporca, però, per 5 anni prima (1996-2001), altri due dopo (2006-8) ed uno e mezzo dopo ancora (2011-13) non è stato Presidente del Consiglio e non aveva particolari “impedimenti”. Possiamo concedere tutto ma che per il Lodo Mondadori la cosa si sia sbrodolata per 13 anni, non è accettabile. Possiamo anche accettare che la tattica berlusconiana, subita dalla magistratura più di quanto non fosse necessario per ragioni procedurali, possa aver ritardato tutto per 5 o 6 anni, ma questa durata, per una causa di quella urgenza, sono decisamente troppi. Se ad essere processato è un personaggio di quella levatura, non esistono rinvii di mesi, vacanze, pause ecc.: si procede a ritmo continuato, a marce forzate, staccando i magistrati da ogni altro caso e concedendo i soli rinvii tecnicamente indispensabili.

Ma la sentenza deve arrivare in un tempo ragionevole. Non si può tenere il Presidente del Consiglio sul banco degli imputati per anni ed anni: se è colpevole deve essere condannato alla svelta perché un gaglioffo del genere non può restare un minuto in più del necessario su quella sedia; se è innocente è un assurdo tenere una persona sotto processo per un decennio e passa. Dunque, assolto o condannato ma nel tempo più breve possibile. E 4 anni sono già una enormità inammissibile. Ovviamente, i magistrati non avevano alcuna intenzione di favorire l’imputato - ne siamo convinti - ma il guaio è che lavorano malissimo, anzi, per essere più precisi, sono incapaci di tempi accettabili perché non sanno organizzare il loro lavoro e non permettono a nessuno di metterci becco, non fosse altro per la gestione delle aule. E’ una “normalità” ormai inaccettabile.

4. E ci ha messo del suo anche la sinistra che, all’opposizione non ha fatto praticamente nulla e nulla ha fatto neppure quando è stata al governo. Non la legge sul conflitto di interesse, non una riforma della procedura penale che limitasse le pratiche ostruzionistiche del Cavaliere, non una normativa sulla corruzione, non una commissione parlamentare di inchiesta su certe vicende come, appunto, il loro Mondadori… niente. La sinistra si è limitata ad aspettare che la magistratura gli consegnasse lo scalpo ancora caldo del nemico.

Anzi, ha fatto di peggio candidando ed eleggendo legioni di magistrati nelle sue fila (D’Ambrosio, Carofiglio, Della Monica, Finocchiaro, Grasso, Maritati, Ferranti, Tenaglia, Lo Moro, Casson, Palomba) qundo non si è alleata a partiti personali fondati da qualche magistrato in nome della legalità (Di Pietro, De Magistris, Ingroia…). Anche la destra ha fatto la sua parte eleggendo 7-8 magistrati ed uno anche Scelta Civica, e così il principio di terzietà del magistrato va a farsi friggere. Ma il danno peggiore lo ha fatto la sinistra: insomma, c’è il leader di uno schieramento politico che è nei guai con la Giustizia e che, per difendersi dice che è tutto un complotto dei giudici legati al partito avversario, che sono dei falsari che fanno inchieste truccare per fare carriera. Ed il partito avversario che fa? Candida intere comitive di magistrati, magari provenienti proprio dagli uffici che hanno fatto le inchieste più scabrose, così da regalare un argomento formidabile al suo nemico.

I partiti di sinistra hanno usato questi magistrati (che, dal canto loro, sono stati ben lieti di farsi usare) per farsi un’ immagine di “partito della legalità” contro l’illegalismo dell’avversario. Ma così hanno squalificato quelle inchieste rendendole di parte. Non dico che quello che è stato fatto sia illegittimo o contro la legge: per carità, tutto è stato fatto secondo le norme costituzionali ed ordinarie vigenti (che bisogna cambiare e alla svelta). Ma era politicamente opportuno farlo? In questo modo si è cementata, in un buon terzo degli italiani, la convinzione che c’è una cricca di magistrati ai quali non interessa un fico secco di far rispettare la legge e che ha il solo obiettivo di distruggere una parte politica per favorirne un’altra e tutto per fare carriera personale.

5. Quello che è peggio è che tutto questo (in particolare dopo l’infelicissima esperienza di Mani Pulite) ha creato una sotto-ideologia totalmente anti-democratica nella sinistra che, sentendosi incapace di battere l’avversario con le elezioni, pensa che questo è dovuto al fatto che una larga parte degli italiani sono irrimediabilmente corrotti, mafiosi, servili, abituati al clientelismo ecc. Per cui, il problema si risolve con il “bisturi giudiziario” mettendo fuori combattimento il “nemico che gioca sporco” a botta di sentenze penali. Ecco, su questa strada possiamo anche dire che la democrazia non ci interessa più, anzi: non sarebbe meglio un bel colpo di Stato di generali, beninteso, progressisti?

Ed, in effetti, un paio di anni fa, Alberto Asor Rosa, dalle pagine del Manifesto auspicò candidamente che i carabinieri “con un colpo di mano legalitario” arrestassero il Presidente del Consiglio in carica. E’ chiaro a quali deliri siamo arrivati? Capiamoci: i reati - e peggio ancora quelli compiuti dall’autorità politica ed amministrativa - vanno colpiti, ma questo non può essere il modo normale con cui sostituire una classe politica. Anche perché non sono poi così sicuro che il ceto politico di sinistra sia poi così più sano moralmente della destra come pretende di essere. Voi che dite? La corruzione va combattuta prima ancora che il reato si determini, con il ruolo di vigilanza dell’opposizione, quindi sul terreno politico. Altrimenti, l’opposizione che ci sta a fare?

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