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Causa di morte di Patricia Cornwell

Continua il mio viaggio nel mondo di Patricia Cornwell e questa volta mi sono imbattuto in Causa di morte, sinceramente il peggiore di quelli che ho finora affrontato.

Moscio, con poco ritmo e con un’evoluzione che si allontana di parecchio dalle avventure originali di Kay Scarpetta. Questa volta la criminopatologa più famosa del mondo è impegnata con un mistero che la riguarda direttamente.

Viene ritrovato a mollo in un porto il cadavere di un giornalista che Kay conosce e siccome lei è una con le palle decide di andare a visitare il cadavere sul luogo della morte e si tuffa agghindata in una struttura futirstica direttamente nelle acque limacciose e inquinate per controllare (al tatto) il corpo.

L’inizio è da rimanere con gli occhi sbarrati ed il seguito non cambia di molto.

La sotria evolve verso una vicenda complicata che mette insieme un’organizzazione religiosa estrema con intenzioni terroristiche, una centrale nucleare che rischia di esplodere ed i normali rapporti di forza tra Kay e chi le sta vicino.

Abbiamo Marino, col quale è un continuo andare e venire di sentimenti, Benton, col quale invece i sentimenti sono chiari ma molto complicati, e la nipote Lucy, che lei tratta ancora come fosse una bambina ed è invece ormai uno dei più apprezzati agenti FBI.

Si sconfina in Europa. Ormai Scarpetta è il medico legale cui vengono affidati i casi più importanti a livello internazionale.

Insomma si sfiora la vaccata, ma è il rischio minore. E’ infatti il clima cupo, lento, stanco con cui la Cornwell trascina l’avventura fino alla fine a far pesare la lettura sul volenteroso lettore.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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