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Caso Ruby: dall’età del consenso alla confusione collettiva sui temi della prostituzione

Mi chiedo sempre più spesso se in Italia, oltre la stabilità economica, il diritto ad avere diritti, la dignità, la libertà di pensiero e la Sovranità popolare non si sia persa anche del tutto la cosiddetta trebisonda. Il “caso Ruby” è a mio parere l’esempio più eclatante a conferma di questa mia dichiarazione.

Intendiamoci: un conto è ciò che accade nelle aule giudiziarie di tutto il pianeta, quando uno o più avvocati sono pagati per difendere chiunque venga chiamato a rispondere di un qualsiasi eventuale reato.

È ovvio, fa parte della professione legale realizzare ardite costruzioni spesso basate solo sul fondamento unico di voler a tutti i costi non far condannare il proprio assistito. Che si paga a fare un avvocato o un intero stuolo di avvocati se non per fare il proprio mestiere… Mestiere bizzarro alquanto, visto che chi prende il sacro voto della Giustizia, spesso si trova a doversi battere per l’onore di molti disonorati impenitenti.

Silvio Berlusconi è realisticamente un elemento che probabilmente verrà studiato negli anni a venire non tanto per l’esser stato un espero statista o come esempio di imprenditoria tesa persino al bene comune, quanto per il complicatissimo intrigo di fatti, storie, eventi, scandali, inciuci, corruzioni, omissioni, falsi e via delinquendo.

Inutile ripetere frasi e considerazioni che a mio avviso, per il bene di tutto il paese ed anche dell’intero pianeta, sarebbe meglio smettere di evocare ogni cinque secondi, così come invece continua a fare il sistema dei Media di potere.

Si sa, non è una novità: se si vuol smettere di mettere dare importanza a certe cose, a certi fatti a certi personaggi, basterebbe spegnere la luce su certe cose, certi fatti, certi personaggi. Avremmo tutti molto tempo in più a disposizione per fare cose più interessanti, creative e utili al sistema planetario. Invece no: complice spesso l’Opinione Pubblica, ormai ferocemente affamata di quello che io continuo a chiamare osceno gossip, ecco che la luce perpetua di tutte le fonti di Informazione replicano all’infinito una sola nota ormai stonata, facendo emergere nel contempo un’altra nota stonata che si chiama “confusione collettiva”.

Mai come nel caso Ruby infatti, alla creatività dovuta alla toga dei difensori di colui che da molti è considerato l’indifendibile, si aggiunge l’assoluta incapacità quasi collettiva di una popolazione che forse ha dato alle ortiche l’ultimo sprazzo di coerenza e capacità di comprensione.

Ho assistito come tanti l'altra sera, a quello che più che un dibattito socio politico è stato a mio parere la punta più alta di ridicolo che si possa toccare in una nazione che travalica ormai qualsiasi tipo di argomentazione simile alla coerenza.

Durante la trasmissione “Servizio pubblico” condotta e diretta e orchestrata da Michele Santoro – perfetta miscela di potere mediatico confuso a una pseudo forma di indipendenza politica e giornalistica – ad una sempre più filodrammatica Santanché, è stato dato tempo scenico sufficiente a collezionare una serie incredibile di castronerie sul tema “prostituzione”.

Se il collega Santoro desse più voce in capitolo ai cittadini comuni, che sembra invitare al solo scopo di maltrattarli pubblicamente qualsiasi cosa dicano, invece di invitare – paraculamente – i soggetti che meglio e peggio insieme rappresentano questa nazione ormai priva di Cultura, meritocrazia e moderazione, probabilmente sortirebbe uno share minore ma una maggiore qualità delle trasmissioni che dovrebbero essere un elemento di difesa – appunto – dei diritti civili ormai alienati.

La Santanché, come molti altri italiani, non ha ben chiaro il significato della parola e del concetto di prostituzione. Secondo la sia personalissima visione infatti, riferendosi al caso Ruby, nessuna delle “ragazze” che hanno partecipato – e sicuramente credo che continuino a partecipare – alle cosiddette “cene eleganti” nelle case del Cavaliere, sono mai “state costrette” a fare sesso. Come se, la professione più antica del mondo, fosse quella di “farsi costringere” contro la propria volontà, ad avere rapporti col primo che capita in cambio di denaro.
 
Un conto è quello che si può definire stupro: qualcuno, donna o uomo che sia, viene appunto costretto a fare sesso contro la sua volontà. Un conto è fare sesso, in maniera consenziente e dietro compensi in denaro, favori o ragli di prestigio...

La Santanché quindi, come tutto l’entourage di Silvio Berlusconi, per arrivare via via ai sostenitori comuni dell’ex Premier, non sono in grado di far altro – palesemente – che di continuare a sostenere a tutti i costi, quello che in pratica gli avvocati di difesa di Berlusconi sono costretti a fare nelle aule giudiziarie italiane. Sembrano tutti aggrediti dal virus dell’incoerenza e arrivano a formulare spiegazioni e soluzioni a cose che a tuti gli effetti hanno un senso logico e persino delle normative che, in maniera molto evidente, spiegano molto semplicemente a chi vuol capire, cosa sia prostituzione, cosa l’istigazione alla prostituzione ed anche cosa sia un minore e cosa dicono le Leggi relativamente ad un rapporto fra un adulto ed un minorenne. Punto.

Invece no. Per il sacro paladino dei libertini di tutto il mondo, che hanno deciso di chiamarsi ambiguamente “liberali”, trasformando a proprio uso e consumo persino due concetti che nulla hanno a che fare fra loro, nemmeno le Leggi a protezione dei minori o a regolamentazione dei casi di induzione della prostituzione o sfruttamento della stessa, hanno un senso e nemmeno un valore.

Ho seguito recentemente, peraltro abbastanza infastidita, le dichiarazioni – che si aggiungono a molte altre già lette e sentite - di donne comuni che intervistate strada facendo durante le ultime manifestazioni di piazza pro Berlusconi, hanno urlato che se avessero potuto, ci sarebbero andate loro a letto (col Dio denaro) con Silvio Berlusconi.

Che miseria. Che miserevoli persone di qualsiasi sesso esse siano. Pronte a sventolare la bandiera del libertinaggio che gli è stato inculcato come elemento massimo di un sistema liberale assolutamente inesistente.

D’altronde, come non saltare sulla sedia, leggendo o ascoltando la miseria umana che fa di un padre – in pratica – un pappone, quando decide che la figlia ventenne debba immolarsi sul letto dell’imperatore (…) per un ritorno economico. Che miseria ascoltare l'uomo (ho sperato che non lo fosse sul serio, ma lo è e parlo del caso di Melania Tumini e delle intercettazioni che la vedono protagonista insieme al padre, di resoconti piccanti durante la partecipazione della “figliol prodiga” alle feste di Arcore) parlare di sesso eventuale fra la figlia ed un anziano ma ricchissimo signore.

Non mi pento di essere fra coloro, uomini e donne, che hanno fatto della propria vita un esempio di educazione, moderazione, classe e tutto ciò che oggi a volte, viene persino considerato “fuori moda” (…) come potesse divenir fuori moda non essere donne dai facili costumi.

Questa nazione dovrebbe davvero essere lavata. Si, completamente lavata, candeggiata e lasciata ad asciugare su un bel prati verde. Con la speranza che molte anime nere ne traggano un benefico rinsavimento.

Si sappia poi una cosa: al di là delle palesi contraddizioni nelle dichiarazioni di Ruby, delle Olgettine e persino di quelle due ragazze che fino ad oggi avevano deciso di dire la verità, sulle “cene eleganti” a casa di Silvio Berlusconi e che – guarda caso – stanno già convertendo le loro dichiarazioni a beneficio del generoso anziano signore che così, per puro gusto a sostenere economicamente giovani donne che molto spesso hanno già operato nel settore della “consolazione sessuale a pagamento” – sull’età minima per avere un rapporto sessuale consenziente con un adulto, c’è una Legge. Che parla di “Età del consenso”. Scrissi nel 2010 un articolo intitolato “L'età del consenso”, dove ho spiegato un po’ di cose in merito.

Scoprirete ad esempio, che in Italia a 14 anni si può decidere di avere rapporti sessuali. Anche con un adulto a patto che, questo adulto non abbia una figura dominante sul soggetto con cui ha rapporti sessuali.

Già questo basterebbe a mettere a tacere le troppe menti bislacche che ormai sul tema sesso, fanno solo una gran confusione, per non scadere su termini che non merito di dover nemmeno scrivere.

A maggior ragione, come si può in presenza di minorenni peraltro, trovare l’ardire di difendere a spada tratta un libertino – chiunque esso sia – che si macchia per mille volte di alcuni reati in considerazione del fatto che, oltre ad essere ovviamente un personaggio dominante (economicamente e politicamente) questo personaggio è contemporaneamente, il rappresentante di un Paese come l’Italia.

A questo punto, vi rinnovo anche il ricordo e la lettura, di un altro mio articolo del 2009, dal titolo: “Essere Silvio Berlusconi”. Troverete i link agli articoli alla fine di questo.

Questa Società quasi completamente impazzita, dovrà trovare prima o poi una mediazione fra la sfrenata follia collettiva e criteri che – vi assicuro – non passeranno mai di moda perché non possono passar di moda l’onestà, la riservatezza, l’educazione, la cultura, la classe, il pudore. E non scambiate lo sfrenato libertinaggio con la Libertà o la liberalità perché in questo caso sareste doppiamente turlupinati. A voi la scelta.
Questo articolo è stato pubblicato qui

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