• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Casal di Principe: bene confiscato devastato nella notte. Quelle notizie (...)

Casal di Principe: bene confiscato devastato nella notte. Quelle notizie che non fanno notizia

Ancora una minaccia, anzi una devastazione. Mirella Letizia gestisce un bene confiscato intitolato ad Antonio di Bona, vittima innocente e agricoltore. Un bene posizionato proprio a Casale di Principe, uno dei segni tangenti di primavera e di rinascita in contrapposizione al vuoto delle parole dei buoni propositi e dei troppi eroi solamente mediatici. Ho incontrato Mirella qualche giorno fa, alla manifestazione di solidarietà indetta per Renato Natale, ex sindaco di Casale di Principe, minacciato di morte ancora una volta.

A Casale di Principe ho incontrato Natale, per nulla intimidito, anzi sottolineava come la popolazione di Casale si fosse stretta intorno a lui. Questa sensazione era più importante della minaccia stessa. Al comune la manifestazione di solidarietà ha raccolto tante persone. Piccolo particolare, quando si è entrati nella sala consiliare, in un pomeriggio caldissimo, i condizionatori erano posizionati su 30 gradi. Più caldo dentro le stanze del potere che fuori in strada. Strano, ma quella sera sul TG1 mi sono visto un bel servizio di come a Brescia il sindaco sequestri le biciclette parcheggiate male. O qualcosa del genere. Ecco il divario tra reale e virtuale. Natale non fa l’eroe, ma l’attivista. Non si lamenta e non va in TV a fare il martire, e nessuno se ne frega di chi cambia per davvero il territorio.

Ma torniamo alla nostra storia di altre minacce. Nella sala consiliare incontro Mirella Letizia, moglie di Peppe Pagano fondatore della N.C.O. - Nuova Cucina Organizzata. Mirella mi saluta con calore, mi racconta le difficoltà non solo ambientali, sul territorio ma le tante, troppe e assurde difficoltà amministrative e burocratiche che incontrano coloro che gestiscono con diligenza i beni confiscati al Clan dei Casalesi, tanto per essere chiari. Diciamocelo, questa è la gente che lavora, non opina non sapendo nulla. Sul bene di Mirella, della cooperativa Eureka, disabili mentali lavorano la terra e raccolgono frutti veri, invece di essere confinati in strutture sanitarie immonde. Si chiama budget di salute. Un’idea rivoluzionaria. Già, un disabile mentale sicuramente respira di più all’aria aperta che chiuso in una stanza. Stamattina chiamo Mirella mi conferma la devastazione del bene confiscato. Nella notte, i soliti ignoti hanno tagliato i tubi dell’irrigazione e messo la colla nel lucchetto del cancello. Questi soliti ignoti, senza volerlo hanno compiuto la metafora del territorio: togliere l’acqua, inaridire la terra. Solo questo sono capaci di fare. Due mesi fa, Mirella mi racconta di una macchina che si ferma e che intima di sgombrare il campo, di togliersi dalle palle. Oggi i fatti. Domani? Ma la nostra storia non finisce qua. Mirella va dai carabinieri per fare la denuncia, ma non può formalizzarla, manca il maresciallo. Sicuramente tutti impegnati a catturare camorristi in strada. Ecco l’attenzione dello Stato verso il territorio simbolo della lotta alla camorra. Una storia piccola, di minacce che non vedremo mai in TV e nessuno si metterà a firmare manifesti elettronici di solidarietà, tanto i poveri fessi rischiano per davvero sul campo. E diciamocela tutta, l’alto casertano per quanto se ne dica è ancora sotto una spessa cappa di minacce e violenza, senza soluzione di continuità, e questa non è una storia ma la realtà.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares