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 Home page > Attualità > Cronaca > Carrefour e il mancato rispetto dei diversamente abili

Carrefour e il mancato rispetto dei diversamente abili

Un episodio increscioso. Mamma e figlio autistico umiliati in quella che doveva essere una giornata dedicata ai bambini, un giorno all’insegna della serenità. Fotografo non pazienta qualche minuto in più che il bimbo autistico si giri, lo manda via urlando. E una signora sostiene che bambini "non normali" non andrebbero portati in mezzo alla gente. Discriminazione e violazione di legge. Umiliazione per persone che meriterebbero più comprensione e rispetto.

Barbara ha scritto tutto nella sua lettera aperta “Email che fanno male“. Si devono vergognare le persone che hanno reso un giorno all’insegna della serenità in una giornata di sconforto e umiliazione. Stati d’animo che dovrebbero invece provare quelle maleducate ed insensibili persone.

Riporto qualche pezzo del racconto di Barbara, tanto per darvi un’immediata idea, e vi invito a leggere quanto ella ha scritto sul suo blog. Credo sia un dovere morale far girare la sua storia per dare un insegnamento a coloro che dalla vita non hanno proprio capito nulla…

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni. (…)

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge. (…)

Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere (…)

Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore. (…)

Nella sua lettera Barbara cita, molto intelligentemente, l’articolo 2 della legge n. 67/2006 in tutela dei soggetti portatori di handicap. Non si può far finta di nulla: questi comportamenti vanno puniti. Con severità.

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