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Caro Travaglio... ti scrivo

Alcune proposte in merito alla raccolta firme del Fatto Quotidiano sul finanziamento ai partiti

Travaglio propone di firmare, sul sito del “Fatto Quotidiano”, le tre regole che secondo lui potrebbero disciplinare il finanziamento pubblico ai partiti, alla luce dello scandalo del tesoriere della Margherita che ha rubato 13 milioni di euro.

Travaglio è micidiale e imbattibile quando si tratta di ricostruire le responsabilità, quasi sempre penali, dei politici e dei faccendieri, è implacabile con i giornalisti al servizio della casta (quasi tutti), ha fatto il miracolo di offrirci l’unico giornale italiano indipendente sia dai soldi pubblici che da quelli privati, poiché ben conosce il potere del denaro e dei padroni, ma quando si tratta di proporre soluzioni (cosa che non gli spetterebbe) perde molto della sua incisività.

Innanzi tutto la questione del finanziamento pubblico e privato ai partiti politici dovrebbe far parte di una legge elettorale seria in grado di rendere trasparente il più delicato meccanismo della democrazia, sgombrando il campo da tutte le opportunità che vengono offerte ai partiti per aggirare regole volutamente complesse e aggirabili, quasi sempre senza controlli, e con l’ultima parola che spetta al Parlamento. Come affidare ai topi la custodia del formaggio.

Prima però di passare a regole tecniche, come fa Travaglio, sarebbe giusto parlare di etica e di par condicio. Già il popolo italiano si era espresso nel Referendum del ’93 contro il finanziamento pubblico dei partiti e, come al solito, “il popolo sovrano” è stato bellamente preso per il culo dalla Casta tutta, destra e sinistra, che ha reintrodotto con altra forma la stessa cosa.

Il vero principio etico è invece questo: i Partiti, come anche la Chiesa, devono vivere di luce propria, al loro finanziamento devono provvedere in modo diretto i cittadini o i fedeli, senza intromissioni statali né privilegi tipo l’8 per mille al Vaticano.

Ricordando che la Chiesa ha sempre appoggiato la destra, è essenziale che in democrazia si elimini questa anomalia e la cosa sia stabilita proprio da una nuova legge elettorale.

Un’altra cosa da eliminare è il cosiddetto “costo” della politica, che fa intervenire privati, lobby, o Lega delle Cooperative, a finanziare palesemente o sottobanco i partiti di riferimento. Questo fenomeno è inarrestabile e non regolabile, è da ingenui o da troppo furbi non considerarlo. Vi è solo un rimedio, che è quello di rendere la politica poco costosa, eliminando la possibilità di fare spot a pagamento in Tv o con altri mezzi, eliminando i manifesti elettorali, lasciando ai candidati i soli strumenti di propaganda porta a porta o comizi in spazi pubblici attrezzati a spese dei Comuni.

 Ciò è essenziale per favorire l’emergere di nuove formazioni politiche, che altrimenti non avrebbero (e non hanno oggi) alcuna possibilità dovendo scontrarsi con apparati mastodontici pieni di soldi, che si sono spartiti la RAI e attrezzati per far sparire, come antipolitici, movimenti antagonisti della società civile.

 - Eliminare ogni finanziamento pubblico ai partiti e alla Chiesa.

- Consentire in campagna elettorale solo il porta a porta e i comizi in spazi scelti e attrezzati dai Comuni.

- Una nuova legge elettorale di proporzionale puro, a 2 turni. Nella prima tornata ognuno vota il suo partito, e dopo 15 giorni si vota il governo proposto dal vincitore o dalle coalizioni che devono specificare, primo ministro, ministri e programma.

Apriamo un dibattito su questa materia, e diamogli la massima importanza, perché con certe regole la democrazia è una barzelletta, e con altre una cosa seria.

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