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 Home page > Attualità > Politica > Caro Ministro Brunetta, permette una domanda sulla corruzione?

Caro Ministro Brunetta, permette una domanda sulla corruzione?

Pochi sanno che tra i primissimi atti del Governo Berlusconi c’è stata la soppressione dell’Alto Commissariato contro la corruzione nella Pubblica Amministrazione.

Si tratta di un Governo il cui capo non è incriminato per aver corrotto David Mills, il proprio consulente esperto in paradisi fiscali, affinchè testimoniasse in modo da evitargli un mare di guai nei processi che lo vedevano coinvolto, solo grazie al Lodo Alfano.

Sembra un controsenso ma è la tragedia in atto nella scena del teatro politico italiano.

Un governo che promette di sconfiggere la mafia ed è guidato da un partito fondato da due personaggi: uno condannato a nove anni, in primo grado, per mafia, l’altro condannato in via definitiva per corruzione in atti giudiziari.

Anche il dichiarato impegno dello stesso governo contro la corruzione cozza contro decisioni esattamente contrarie ad ogni intervento utile per contrastare e reprimere il fenomeno.

Il dicastero del ministro Brunetta ha ereditato le funzioni dell’anticorruzione ed ha presentato il suo primo atto di analisi e indirizzo del fenomeno corruzione.

Caro Ministro Brunetta, ho accolto con sincero interesse i suoi propositi di migliorare il funzionamento della Pubblica Amministrazione.

Interesse che è scemato nel constatare la discrasia tra la risonanza mediatica ed i reali effetti prodotti dal suo “piglio decisionista” che sembra accanirsi contro categorie più deboli del pubblico impiego mentre usa guanti vellutati quando deve agire con le alte sfere che detengono e maggiori responsabilità dell’inefficienza.

Con uno dei primi atti - il Decr. L. n.112 con l’art. 68, comma 6, lettera a) recante "disposizioni urgenti per lo sviluppo economico" il suo governo ha soppresso l’Alto Commissario per la prevenzione ed il contrasto alla corruzione, creato nel 2003, le cui competenze col nome di SAET sono state trasferite al Suo Ministero.

Nel corso del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio scorso, Lei, Ministro Brunetta ha illustrato i contenuti del Primo Rapporto al Parlamento sull’attività del Servizio anticorruzione e trasparenza (SAeT) del Dipartimento per la Funzione pubblica.

Con tutto il rispetto, signor Ministro, considero la relazione (me la sono letta tutta) una COLOSSALE PRESA IN GIRO, oserei dire anche offensiva dei suoi concittadini.

Per sua memoria ne riporto uno stralcio, tratto dal sito del Governo: (testuale)
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/servizio_anticorruz_trasparenza/



"Nelle conclusioni del Rapporto vengono evidenziati quali sono gli elementi più importanti per combattere la corruzione:
 la volontà politica, (sic!) la pressione dell’opinione pubblica, e gli strumenti adatti per analizzare, valutare e trattare il rischio corruzione.

Insomma, per sconfiggere la corruzione, secondo Lei non servono strumenti di indagine scientifica (intercettazioni, comparazioni, rigorose statistiche sulle aggiudicazioni, profili dei componenti le commissioni d’appalto, albo dei dirigenti responsabili dei procedimenti, autority regionali presenti nel territorio, sanzioni immediate per coloro che tralignano)

Ma, secondo il Suo Ministero è SUFFICIENTE la VOLONTA’ POLITICA, la PRESSIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA!!!!

Si tratta di azioni per le quali SUO governo non dimostra molta passione, visto che vuole ridurre al 10% le intercettazioni e sta per approvare norme che limitano il diritto di cronaca, l’unico strumento per formare la pubblica opinione.

Mi scusi la franchezza, signor Ministro, da socialista (serio) ad ex socialista (sennò non farebbe ste figuracce) lei pensa che nessuno si sia accorto che della lotta alla corruzione al Suo governo non gliene può fregare di meno?

Come farà a far digerire al Capo del Suo Governo - il quale, glielo rammento nel caso se lo fosse scordato, è sfuggito ad un processo per corruzione solo grazie ad una legge ad personam - qualsiasi iniziativa seria finalizzata a reprimere il fenomeno? Lei è perfettamente conscio della sua impossibilità di praticare quel sano istituto che prende il nome di “buon esempio” 

Mi dimostri, se può e se vuole, che Lei vuole combattere questo fenomeno molto più pericoloso e dannoso dei tanto odiati fannulloni.

La corruzione, come ha detto la Corte dei Conti, sta devastando la nostra debole economia ed è permeata in tutti i gangli della P.A. I corrotti ed i corruttori non sono affatto una piccola minoranza ma stanno condizionando le procedure sfruttando l’impotenza degli strumenti repressivi e la pavidità della parte sana del paese che preferisce adeguarsi per sopravvivere o al massimo tacere.

Il Suo rapporto, caro ministro Brunetta, si conclude così - e spero davvero Lei lo abbia presentato senza averlo letto altrimenti sarebbe davvero da preoccuparsi:

Il SAeT, dunque, vuole essere, anche se per il momento solo nelle intenzioni, una struttura all’avanguardia nel panorama europeo ed internazionale. Le premesse per diventarlo ci sono tutte e la volontà di esserlo dovrebbe trasparire con evidenza dal presente rapporto.

Solo per galateo le risparmio, ministro Brunetta, che cosa TRASPARE da questo suo vergognoso "Rapporto" che ha minor peso dell’aria fritta. 

Ogni altro commento guasterebbe.

So benissimo che non risponderà. Questa lettera sta nel suo sito dal 16 marzo 2009 e, nonostante vari solleciti, non s’è degnato di rispondere.

Del resto la capisco. All’imbarazzo dell’ammettere che a capo del suo governo c’è chi sulla corruzione ha fondato il suo impero mediatico, e politico, lei preferisce un più igienico silenzio. 

Un vero peccato per la sua intelligenza e, mi permetta, per la sua dignità di moralizzatore di cui mena fiero vanto.

Commenti all'articolo

  • Di odiobe (---.---.---.5) 20 agosto 2009 16:52

    è un giullare al servizio del sultano. che poi chiamarlo sultano è in’offesa ai sultani.
    ha copiato libri fino a ieri vantandosi che siano suoi.
    si vergogni. sembra che i problemi italiani siano tutti dei dipendenti statali.
    nano!!!!!

  • Di (---.---.---.99) 20 agosto 2009 17:12

    Passano gli anni, i mesi,
    e se li conti anche i minuti,
    è triste trovarsi adulti
    senza essere cresciuti;
    la maldicenza insiste,
    batte la lingua sul tamburo
    fino a dire che un nano
    è una carogna di sicuro
    perché ha il cuore toppo,
    troppo vicino al buco del culo.

  • Di massimo (---.---.---.131) 21 agosto 2009 01:06

    All’autore dell’articolo
    Solo una curiosità. Ma Lei che è sempre così ben documentato ed attento, e visto che lo cita, ha avuto il tempo, e la voglia , di leggere le oltre 400 pagine di motivazioni per la sentenza Mills ?
    Io non sono un giurista , ma solo una persona di buon senso .
    Bastava scrivere una frase: Berlusconi va condannato sempre e comunque. Sarebbe stato più onesto e sarebbe costato di meno al contribuente.

    • Di Bastiano (---.---.---.223) 21 agosto 2009 07:49

      @Massimo

      Gentile signore, certo che mi sono preso la briga di leggere le 377 pagine della sentenza di condanna dell’avvocato Mills.
      Se vuole la può trovare qui dove ho evidenziato i punti salienti.
      Se, come dice e non ho motivi di dubitarne, lei è una persona di buon senso, mi dica dove sarei stato disonesto.
      Per comodità sua e dei curiosi lettori ecco alcuni passaggi "croccanti" :

      (...) 
      Il fatto che Mills conoscesse perfettamente, in particolare, che Century One e Universal One erano di Marina e Pier Silvio Berlusconi, e che ogni decisione in ordine a tali società poteva esser presa solo da Silvio Berlusconi e dalle persone dal medesimo delegate risulta altrettanto incontrovertibilmente dalle prove assunte ed esposte nel capitolo 2.2) i beneficiari economici di Century One e Universal One e i rapporti di Paolo del Bue con la famiglia Berlusconi 
      (...)
      Da tutti i predetti elementi emerge con chiarezza che le deposizioni di Mills nei procedimenti n. 1612/96 e 3510+3511/96 erano state quanto meno reticenti.
      Nel primo, “Guardia di Finanza”, è stato accertato, in maniera definitiva il fatto storico di cui lì si
      trattava: che cioè la Guardia di Finanza era stata corrotta e che le somme erano state pagate affinché
      non venissero svolte approfondite indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne
      emergesse la reale proprietà, e che l’azione era stata commessa al fine di eludere le disposizioni
      della legge Mammì in tema di concentrazione di mezzi di diffusione di massa.
      (...)
      In esito a tre gradi di giudizio, non sono stati ritenuti sufficienti gli indizi del collegamento diretto fra i funzionari corrotti e Silvio Berlusconi, collegamento invece definitivamente provato rispetto ad altro dirigente di Fininvest, Salvatore Sciascia, responsabile del servizio centrale fiscale della società, condannato con sentenza irrevocabile.
      Nel secondo, “All Iberian”, i fatti relativi all’illecito finanziamento a Bettino Craxi da parte di Fininvest tramite All Iberian sono definitivamente provati, visto che la sentenza di primo grado, di condanna dei vertici della società e fra essi di Silvio Berlusconi, non è stata riformata nel merito, ma per intervenuta prescrizione.
      All Iberian e le società offshore collegate erano state costituite su iniziativa del Gruppo Fininvest;
      All Iberian era stata utilizzata quale tesoreria delle altre offshore inglesi costituite per conto del medesimo Gruppo e dallo stesso finanziate tramite Principal Finance.
      La massa di prove poste alla base del giudizio era imponente, ed esse erano state offerte anche da Mills, che però aveva eluso le domande relative alla proprietà delle società offshore, in particolare Century One e Universal One, né aveva prodotto documentazione specifica sul punto.
      (...)
      Il fulcro della reticenza di David Mills, in ciascuna delle sue deposizioni, sta nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti.
      È risultato in questo dibattimento che la condotta di Mills era dettata appunto dalla necessità didistanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero, la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi.
      (...)Dopo molte e pesanti discussioni, Mills si trovava costretto a suddividere l’intero importo (diventato di circa 4 miliardi di lire, dopo il pagamento delle tasse e la destinazione rimasta ignota di altri 4 miliardi e settecento milioni) con i suoi soci, che però (dopo che già egli ne aveva disposto in piccola parte per proprie spese personali) ne pretendevano il deposito su un conto vincolato, prudenzialmente, per poterlo rendere immediatamente disponibile in caso di rivendicazioni, eventualmente anche dell’Autorità giudiziaria italiana. L’accordo veniva sottoscritto il 27 novembre 1996.
      (...)
      Contemporaneamente, fra il 1995 e il 1996, le indagini della Procura della Repubblica di Milano portavano all’emissione di provvedimenti restrittivi anche a carico di dirigenti Fininvest. Mills restava in contatto con uno di loro, Giorgio Vanoni, durante la sua latitanza, e da questi riceveva indicazioni per la riuscita del progetto – da lui stesso ideato e realizzato – della registrazione delle società in Inghilterra e la contestuale attribuzione a Mills del dividendo, che non poteva rientrare in Italia nella disponibilità del suo effettivo proprietario (sarebbe emersa fra l’altro, l’avvenuta violazione della legge Mammì).
      Nello stesso periodo Mills contribuiva all’occultamento dei documenti delle società offshore.
      L’anno dopo, fra la fine del 1997 e l’inizio del 1998, egli rendeva le sue reticenti ed elusive deposizioni testimoniali.
      In quel momento dunque Mills era già stato gratificato di una ingentissima somma, che però non era
      fin dall’origine certo potesse restare nella sua disponibilità.
      (...)
      In sostanza: l’importo di quasi sei miliardi di lire sarebbe potuto restare nella disponibilità di Mills a condizione che la giustizia italiana non lo bloccasse, quale illecito profitto da sequestrare.
      Questa la promessa di colui che Mills ha dichiarato essere il reale, originario proprietario della somma, Silvio Berlusconi. Soggetto che era comunque certamente l’interessato al buon esito dei procedimenti; che era ed è al vertice del Gruppo di cui le società offshore facevano parte; alla cui volontà era subordinata qualsiasi decisione quanto a Century One e Universal One; in nome e per conto del quale agivano tutti i dirigenti Fininvest con cui Mills entrava in contatto e collaborava; il cui consenso esplicito, infine, aveva consentito il passaggio del dividendo nella disponibilità di Mills.
      L’esito dei procedimenti italiani dipendeva anche dalle testimonianze di Mills. Ed esso, allora, interessava anche Mills direttamente, non solo il suo dante causa: rendendo deposizioni che, quanto meno, potessero limitare i danni che le inchieste di quegli anni stavano cagionando, egli contemporaneamente perseguiva anche il proprio fine illecito: perché, come si è scritto ed è chiaro, un eventuale sequestro da parte della A.G. avrebbe costituito a quel punto una perdita secca anche per lui.
      Allo stesso tempo, era evidentemente necessario per tutti che la somma non fosse facilmente rintracciabile: le modalità di investimento dei patrimoni dei clienti da parte dell’avvocato d’affari, quali descritte in precedenza analizzando le consulenze, costituivano sufficiente garanzia sul punto.
      Era infatti difficile ipotizzare, fin dall’origine, che sarebbe diventata necessaria – pena il disvelamento di tutta la vicenda all’Autorità giudiziaria inglese – la suddivisione con i soci di studio (che nel proprio interesse interpretavano la dazione quale pagamento di attività professionale), e la sua conseguente rintracciabilità. L’attribuzione agli stessi delle somme di loro spettanza nel 1999, anticipatamente rispetto alla data prevista, sortiva così l’effetto di rendere possibile la commistione della rilevante quota spettante a Mills con altri capitali (fatto puntualmente avvenuto, come risulta, ancora una volta, dall’analisi delle consulenze), fino alla sua emersione ed al suo ingresso nel patrimonio dell’imputato nel marzo 2000 (circostanza, anche questa, documentalmente provata).
      Il c.d. regalo pervenuto a Mills altro non è stato che la dazione di una somma in cui si fondono una parte di quanto pattuito sotto condizione anni prima ed una parte di quanto promessogli in sostituzione della quota prelevata dai soci, e per i suoi ulteriori disagi.

      È stata una compensazione e un riconoscimento dell’osservanza, da parte sua, dell’accordo.
      L’artificiosa, tanto opaca quanto raffinata, modalità di trasferimento della somma di 600.000 dollari
      ai conti di Mills, la “roundabout way” dichiarata da Mills e scoperta dalle consulenze, di per séindicativa della illiceità della complessiva operazione, ha comportato un lungo viaggio nel tempo e negli spazi di volta in volta creati nei contenitori finanziari (che in questo processo sono stati chiamati “brocche” o scatoloni, che potrebbero comunque definirsi centrifughe di lavatrici) prima di arrivare al corrotto nel marzo 2000, come si è già scritto al termine dell’esame delle consulenze.
      Verificata come completamente priva di riscontri, senso, ragione e fondamento la costruita “tesi Attanasio”, in base all’analisi delle consulenze e alle deposizioni testimoniali; disegnato e fondato rigorosamente sulle prove certe raccolte, documentali ancor più che orali, il retroscena ed il contesto della dazione di 600.000 dollari, risulta definitivamente chiaro che l’imputato aveva ragione.
      Quanto qui accertato, come si è scritto in precedenza, trova infatti riscontro nelle dichiarazioni di David Mills, rese in forma orale e scritta, ai propri consulenti, all’Autorità fiscale inglese,all’Autorità giudiziaria italiana, fra il 2 febbraio (data di “Dear Bob”) e il 18 ottobre 2004 (ultima esternazione di Mills, tramite la propria consulente, allo SCO).
      Ed altri, successivi riscontri della perdurante relazione economica fra Mills e Fininvest sono in atti:
      si tratta del fatto che, quanto meno fino alla data dell’intervenuto accordo fiscale del settembre 2005
      – a quanto qui consta, nulla essendo documentato per il periodo successivo – Fininvest, e per essa chi era legittimato a decidere, ha continuato a fornire somme di danaro (per un ammontare complessivo di circa 100.000 sterline) a David Mills, al dichiarato fine di pagare ogni spesa connessa con i procedimenti penali italiani in corso. Così egli ha dichiarato, così ha scritto quale motivazione dell’accredito, così ha riscontrato Inland Revenue, e la somma è compresa nell’accordo fiscale raggiunto.
      I fatti così come contestati sono dunque provati.

      Qui puoi trovare il testo completo della sentenza
      http://issuu.com/bastiano/docs/la_sentenza_di__condanna_mills

      Questo è il link al verbale originale dell’interrogatorio di David Mills del 2004 nel quale ammette, di sua sponte, di aver ricevuto i 600.000 $ da Berlusconi per avergli evitato un mare di guai
      http://issuu.com/bastiano/docs/interrog._mills_19-7-2004_verb._orginale

    • Di massimo (---.---.---.131) 21 agosto 2009 12:17

      La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato; certo non pretendevo tanto.
      Mi permetta anche di correggere una Sua affermazione relativa a quanto io avevo scritto . Dicendo che sarebbe stato più onesto dichiarare Berlusconi colpevole a prescindere , non mi riferivo certo a Lei .Mi dispiace che abbia potuto fraintendere . Non ho mai messo in dubbio la sua correttezza.
      Ritengo che il Suo dettagliato e valido riassunto del processo Mills possa essere molto utile a quanti non hanno avuto la " forza " di leggere le motivazioni.
      Ma quanto da Lei cosi ben riportato conferma quanto sostengo. L’accusa a Mills è stata una scusa per riaprire in un qualche modo tutti i vecchi procedimenti contro Berlusconi e cancellare, almeno politicamente , gli esiti processuali. Apparentemente l’accusa era molto semplice . Mills testimone in un processo ha detto il falso e per questo è stato pagato. Allora si sarebbero dovute esaminare queste due cose e basta.
      Le stesse motivazioni ammettono che Mills non ha detto il falso: sarebbe stato reticente non dicendo che il vero proprietario Fininvest era Berlusconi . Perchè , c’era qualcuno che non lo sapeva ?
      Secondo: Mills ha percepito una somma circa cinque anni dopo e tra l’altro questo è servito a forzare i termini della prescrizione. Invito chiunque a dare per dimostrato che da una pazzesca serie
       di movimenti contabili si possa affermare che uno arriva da Berlusconi, e cinque anni dopo il fatto, mentre nel frattempo Mills è stato regolarmente retribuito da Fininvest.
      Tutto il resto è un grande processo politico

       

    • Di Bastiano (---.---.---.29) 22 agosto 2009 00:46

       @ Gentile sig. Massimo,
      Lei mi obbliga ad alcune puntualizzazioni.

      <Ma quanto da Lei cosi ben riportato conferma quanto sostengo.>
      Mi riesce davvero dificile trovare nel mio scritto qualsivoglia conferma delle sue tesi

      Le spiego perchè 
       
      <L’accusa a Mills è stata una scusa per riaprire in un qualche modo tutti i vecchi procedimenti contro Berlusconi e cancellare, almeno politicamente , gli esiti processuali.>
      Questa, mi perdoni, è aria fritta: l’accusa a Mills proviene dalle dichiarazioni dello stesso Mills (trasmesse dal suo commercialista) al Fisco inglese. "Dear Bob" comincia così la lettera di Mills
      (se la legga qui, assieme alle dichiarazioni rese a Verbale il 19.7.2004
      http://issuu.com/bastiano/docs/interrog._mills_19-7-2004_verb._orginale)
       
       
      <Apparentemente l’accusa era molto semplice . Mills testimone in un processo ha detto il falso e per questo è stato pagato. Allora si sarebbero dovute esaminare queste due cose e basta.
      Le stesse motivazioni ammettono che Mills non ha detto il falso: sarebbe stato reticente non dicendo che il vero proprietario Fininvest era Berlusconi >
      Errore: Mills è stato - dice la sentenza - quanto meno reticente nel tacere con una testimonianza inveritiera (quando si è testimoni si giura di non nascondere nulla al Magistrato) la prova fondamentale che avrebbe fatto rinviare a giudizio Berlusconi con l’accusa di corruzione della guardia di Finanza (il famoso avviso di garanzia nel G8 di Napoli). Come vede c’è ben altro che l’esaminare "solo queste due cose".
       
       <Perchè , c’era qualcuno che non lo sapeva ?>
      Dicendo che il fatto (Berlusconi era il capo di Fininvest) era di pubblico dominio ma non risultava da atti formali è lei che conferma che Berlusconi era il regista - tenuto lontano/estraneo da Mills - delle operazioni illecite di Fininvest .
       
      <Secondo: Mills ha percepito una somma circa cinque anni dopo e tra l’altro questo è servito a forzare i termini della prescrizione.>
       
      Questa è la tesi dell’avvocato Ghedini, interessato non a dimostrare l’innocenza del suo cliente ma a costruire le condizioni per la sua non processabiltà. Non serve essere giuristi, e lei non lo è, per capire che è una strategia finalizzata a cercare di uscire dal processo dopo che sono crollati tutte le possibili tesi difensive come , ad esempio l’Attanasio demolita in quattro righe dal Tribunale.
       
      La motivazione spiega pacificamente che il "premio" dato a Mills per il suo silenzio era stato camuffato con altri pagamenti. L’atto corruttivo propriamente detto si è verificato quando Mills ha avuto la reale disponibilità dei 600.000$ . 
      Quindi nessuna "forzatura" dei termini di prescrizione ma solamente rigorosa applicazione della decorrenza all’effettiva consumazione del reato: la reale disponibilità da parte di Mills di quella "porzione" di denaro a lui destinata quale ricompensa per la sua "collaborazione".
       
       <Invito chiunque a dare per dimostrato che da una pazzesca serie
       di movimenti contabili si possa affermare che uno arriva da Berlusconi, e cinque anni dopo il fatto, mentre nel frattempo Mills è stato regolarmente retribuito da Fininvest.>
      Mettiamoci d’accordo: Fininvest è o non è di Berlusconi?
      Chi è il principale beneficiario delle prestazioni di Mills, pagato per occultare profitti illeciti e nascondere i veri proprietari di Telepiù?
      La vicenda Mills è pericolosissima per Berlusconi perchè rivelatrice proprio delle colossali evasioni nei paradisfi fiscali architettati dallo steso Mills, non lo trascuri..
       
       
      <Tutto il resto è un grande processo politico>
      Lei è libero di chiamarlo così, per me si tratta di condotte inammissibili per qualsiasi imprenditore. Il fatto che siano riconducibili a chi guida il governo di un paese democratico le rende anche indecenti e vergognose.

      sig. Massimo, 
      Si sieda e legga con calma questo documento (non è molto lungo)
       
      Potrà constatare de visu che il principale accusatore di Mills è lo stesso Mills, "incantonato" dalla sua lettera a Bob Drennan (troverà anche quella in originale e tradotta).
       
      Prima di fare qualsiasi affermazione cerco di documentarmi e non dò mai "per letto" qualcosa di solo sfogliato.
      Le 377 pagine della motivazione io le ho lette, forse Lei, credendo siano oltre 400, si è spaventato e si è fidato delle dichiarazioni di Ghedini.

      Buon pro le faccia, ma non venga a spiegarmi cose che non sa.
       
      cordialità
    • Di massimo (---.---.---.131) 22 agosto 2009 02:11

      Non ritengo sia il caso di insistere in dettaglio ulteriormente, ma mi sembra ancora più evidente dalla sua risposta che il processo non era a Mills per una risibile accusa di reticenza , ma era a Berlusconi per il modo con cui aveva condotto il suo business nel campo delle trasmissioni televisive, per come aveva cercato di eludere i controlli, per come si era assicurato l’appoggio della politica, per come aveva gestito le sue disponibilità finanziarie estere.
      Siamo sinceri su questo punto e riapriamo i processi veri a Berlusconi .
      Solo che siamo in uno stato di diritto( per fortuna ) ed i processi li può aprire e fare solo la magistratura, che non è mai arrivata ad emettere una condanna definitiva.
      E non ho alcun dubbio che anche tutta la vicenda Mills finirà in una bolla di sapone, tra assoluzioni e prescrizioni.
      Io penso che una magistratura più seria, più efficiente e meno prevenuta avrebbe dovuto darci una verità affidabile ed incontrovertibile su cui basarsi tutti per i giudizi politici.
      Ma questo è un sogno, vedasi Di Pietro & C
      P.S. Ho letto con attenzione le motivazioni del Giudice Gandus , non sono un porta borse di Ghedini, ma un libero cittadino 



    • Di Bastiano (---.---.---.227) 22 agosto 2009 10:21

       @Massimo
      Le ricordo che il procedimento ha due imputati.

       Mills Mackenzie David Donald nato a Ostex (U.K) il 31.5.1944 
       Berlusconi Silvio nato a Milano il 29.7.1936 

      Il nostro stato di diritto ha sospeso il processo contro quest’ultimo in forza di un provvedimento legislativo approvato con un tour de forze parlamentare.

      A lei interessa ribadire che nessuno è riuscito ad incriminare B. 
      A me rilevale che nessun cittadino italiano ha mai goduto delle possililità di manipolare tanto il codice di procedura quanto il codice penale per sgamare l’azione giudiziaria.

      Tant’è.

      cordialità





  • Di paolo60 (---.---.---.242) 21 agosto 2009 11:18

    Alla fine di questo articolo mi viene lecita una riflessione e cioè che in questi anni si sono succeduti molti governi alla guida del nostro Paese, governi prevalentemente di centro sinistra , maggioranze che non hanno quasi mai portato a termine le loro legislature e che nn hanno mai saputo affrontare SERIAMENTE quei problemi (vedi x esempio il famoso conflitto d’interessi del ns. capo del governo) se non poi ricordarsene in piena campagna elettorale, quando questi temi diventano importanti (o almeno così ci vogliono far credere). 
    Credo che le forze di centro sinistra presenti in Italia trascorrano il loro tempo politico ad attaccare il capo del governo, un premier che con tutti i suoi scheletri nell’armadio (ma chi nn ne ha??!!!!) ha comunque saputo rispondere in prima persona a "tristissime" vicende (emergenza rifiuti nel napoletano) e i fatti gli hanno dato ragione. L’efficienza del governo anche x affrontare il post terremoto in abruzzo è un altro dato di fatto incontestabile....quando si governa quello che conta alla fine sono sempre e solo i fatti....mi spiace per le forze di centrosinistra che continuano a trascorrere il loro tempo a parlare, parlare, parlare...il dramma è che finche sono all’opposizione tutto sommato nn fanno neanche danni, il problema diventa semmai quando governano....ma mi auguro che se l’opposizione che abbiamo oggi in Italia continuerà ad avere questi atteggiamenti puramente disfattisti e nn costruttivi che rimangano pure dove sono che nn ne sentiamo assolutamente il bisogno di cambiare. 

  • Di pv21 (---.---.---.16) 22 agosto 2009 18:59

    Per anni è stato negato (o sottovalutato) l’impatto di certa tv e stampa sulla cultura di un paese di Travolti dalle informazioni. Quanti sono quelli che ancora ascoltano le Voci dentro l’eclissi? Al di là di tante autorevoli disquisizioni giuridiche resta il fatto che non c’è più scandalo che riesca a scandalizzare. (segue => http://forum.wineuropa.it

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.247) 22 agosto 2009 19:19
    Francesco Rossolini

     Caro Bastiano, continua a scrivere su AgoraVox con la sagacia mostrata. Brunetta se avesse un minimo di dignità si dovrebbe dimettere immediatamente. Ha fallito miseramente nei suoi intenti quindi dovrebbe dimettersi. 

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