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Carburante in aumento, sarà una Pasqua di "passione"

Prezzi alle stelle e gettito fiscale in netto calo, in tre mesi l’introito per lo stato ha registrato il 7,2% in meno.

Ad affermarlo è il Centro Studi Promotor rilevando in una nota che "è un dato estremamente preoccupante perché conferma l'inversione di tendenza di dicembre scorso quando per la prima volta e in netto contrasto con l'andamento dell'intera annata, il gettito di benzina e gasolio auto aveva fatto registrare un calo di 229 milioni di euro".

Il mancato gettito rispetto a un anno fa, si attesta intorno a -5,2%, confermando un'incidenza negativa sull'eccessiva tassazione sui carburanti.

Gli ennesimi aumenti si sono già manifestati nello scorso fine settimana, con cifre da capogiro:

Eni (+1,5 centesimi al litro sulla benzina, +1 sul diesel), da Total Erg (rispettivamente +1 e +0,5) ed Esso (+1 solo benzina).

In netta ascesa anche il resto delle compagnie con una media nazionale che tocca punte di 1,927 euro al litro sulla benzina verde e 1,809 sul diesel, in aumento anche il gpl, il suo valore si aggira intorno a 0,890.

Secondo il Centro Studi gli effetti negativi degli ultimi mesi, si devono principalmente alla contrazione dei consumi, legati a doppio filo sia alla crisi economica, sia all'elevato prezzo dei carburanti.

Sono soprattutto le imposte a gravare sul grezzo finito che incidono maggiormente, allontanandoci sostanzialmente dalla media europea con un distacco netto di 23,1 centesimi sulla benzina e 24,4 sul diesel.

E se l'orientamento dovesse continuare per tutto l'anno, l'introito per mancato gettito potrebbe far segnare una di munizione di 2,6 miliardi.

Non va meglio alle industrie petrolifere e alla distribuzione alla pompa, la diminuzione è stata di 2,22 miliardi, cioè l'8% in meno, insomma inizia una vera e propria crisi nel settore del greggio che in linea di massima segnerà nuovi aumenti nel ponte pasquale.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.207) 25 febbraio 2013 14:30
    Sandro kensan

    Il petrolio è finito nel senso che il petrolio facile da estrarre, quello buono e a poco prezzo sta terminando velocemente, rimane quello cattivo, difficile da estrarre e costoso. La recessione a livello mondiale è frutto dell’energia che non c’è più per tutti per cui l’industria chiude e le famiglie consumano meno energia per i prezzi più alti.

    Anno dopo anno stiamo tornando indietro con anche la Cina che prima o poi entrerà in recessione, già adesso il PIL sta raffreddandosi con tassi di incremento modesti e in diminuzione.

    Siamo da anni oltre il picco del petrolio e quindi queste sono le conseguenze di un dato di fatto imho.

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