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Caravaggio a Palazzo Marino a Milano

Se come me amate Caravaggio e la sua ineguagliabile pittura, se lo seguireste ovunque come i fans di Vasco seguono il mitico Rocker in ogni suo tour, allora non dovete assolutamente perdere l’esposizione della Conversione di Saulo, opera di proprietà della famiglia Odescalchi, a Milano, presso Palazzo Marino, fino al prossimo 14 dicembre 2008, con ingresso gratuito.

Contrariamente al programma iniziale la mostra resterà aperta anche nei giorni 6 e 8 dicembre. Chiusura il 7.

L’iniziativa è di Eni (www.eni.it/cultura): “in accordo con il Comune di Milano, abbiamo immaginato e progettato di dare alla Città la possibilità di ammirare per un mese un’opera straordinaria come la Conversione di Saulo di Caravaggio, la cui abituale collocazione in una casa privata ne rende difficile la visione. L’esposizione del capolavoro nel cuore della città, nella splendida sala Alessi di palazzo Marino, restituirà ai visitatori un momento di grande suggestione in cui l’opera sarà l’unica vera protagonista dell’evento. Un’occasione unica di crescita culturale per chi avrà voglia e interesse di vedere da vicino questa bellissima opera e una nuova opportunità per Eni per ribadire un concetto nel quale crediamo profondamente: la produzione di momenti di cultura non è mai una spesa, ma è sempre un investimento. (Roberto Poli Presidente Eni) “

Il dipinto è stato restaurato nel 2006, e per quella occasione fu esposto “dopo quattrocento anni, nella cappella Cerasi in S. Maria del Popolo, luogo per la quale fu commissionata, ma dove con ogni probabilità non trovò mai dimora”. In quella occasione gli amanti dell’arte hanno avuto la possibilità di mettere a confronto il Caravaggio Odescalchi, realizzato su tavola di cipresso, “con l’altra Conversione di San Paolo, il dipinto realizzato su tela sempre da Caravaggio - che misteriosamente sostitui’ la prima versione su tavola - e che dal 1605 decora la cappella di S. Maria del Popolo”.

 

La prima Conversione di San Paolo, poco conosciuta al grande pubblico perché da sempre custodita in collezioni private, e’ al centro di uno dei più appassionanti enigmi caravaggeschi. La tavola, insieme al suo pendant Crocifissione di S. Pietro (perduta), fu commissionata a Caravaggio nel 1600 da Tiberio Cerasi, tesoriere generale della Camera Apostolica, cioè’ il Ministro del tesoro del Papa (all’epoca Clemente VIII Aldobrandini), per decorare le pareti della sua nuova cappella in S. Maria del Popolo, che l’architetto Carlo Maderno era stato incaricato di ristrutturare. I due dipinti dovevano essere eseguiti, per contratto stipulato tra Cerasi e Caravaggio, su tavola di cipresso.

Con la morte del Cerasi, avvenuta nel maggio 1601, a lavori appena iniziati, la vicenda si complica e nasce il mistero. I due dipinti che dal 1605 sono nella cappella Cerasi sono infatti su tela e non su tavola, come invece espressamente indicato nel contratto, mentre le due versioni su cipresso, che furono certamente dipinte per prime dal grande maestro lombardo, hanno preso strade diverse si sono divise, e alla fine una sola, la Conversione di S. Paolo oggi restaurata, e’ giunta fino a noi. Perché Caravaggio ha realizzato una seconda versione su tela al posto della prima su tavola di cipresso? L’ipotesi più’ accreditata - basata su un’affermazione di Giovanni Baglione storico nemico di Caravaggio - e’ che la prima versione su tavola venne rifiutata dal committente
. ……. L’ipotesi ……… e’ che sia stato lo stesso Caravaggio, forse in accordo con i proprietari, a sostituire il dipinto quando, terminati i lavori architettonici nella cappella (i quadri furono sistemati solo nel 1605), si rese conto che l’impianto compositivo della prima versione su tavola non poteva in alcun modo adattarsi all’articolato, ma troppo angusto spazio della cappella progettato da Maderno. In pratica i due quadri, impostati per essere visti da lontano, non erano materialmente visibili correttamente nella stretta cappella Cerasi.” ( Rossella Vodret su http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pres srelease.pl?id=1162900096

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