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Cani: continuano gli attacchi. Il randagismo in Italia

Lo Stato e le regioni chiamate in causa.

E’ di ieri la notizia di un’altra tragedia.

Un bambo di un anno e mezzo è stato aggredito, a Trento, da un branco di cani randagi. In Sicilia, in provincia di Ragusa, un altro branco ha assalito una turista tedesca, che è stata ridotta in fin di vita. Qualche giorno prima, nella stessa zona (un tratto di spiaggia tra Marina di Modica e Sampieri) un ragazzino di 10 anni è stato sbranato e ucciso probabilmente dallo stesso branco di cani.

Sono disgrazie assurde, che non possono e non devono succedere. Ma ancora più assurdo è il rimbalzo di responsabilità tra Sindaci, Prefetto e Procura per la mancata vigilanza sul litorale e soprattutto l’ordine della Prefettura di Ragusa di abbattere tutti gli animali. Ordine che, in un secondo tempo, è stato ragionevolmente modificato per l’intervento del Ministero del Welfare, Maurizio Sacconi.


Ora, si sa che qualunque animale lasciato libero e affamato diventa aggressivo, specialmente se fa branco. I cani sono da sempre i migliori e più fedeli amici dell’uomo e diventano feroci solo se l’uomo li vuole così. Quindi siamo tutti noi e solo noi i responsabili di quanto è accaduto: da chi aveva la custodia dei cani e non li ha saputi allevare ed educare adeguatamente, a chi avrebbe dovuto vigilare perchè un branco di animali affamati non si aggirasse nei pressi di zone abitate, a chi non ha saputo emanare e applicare regole ben precise per i proprietari degli animali.

In altre parole la situazione del randagismo in Italia non è degna di un paese civile ed è il risultato dell’incapacità degli amministratori e dell’irresponsabilità dei proprietari.

Per la lotta al randagismo e per le sterilizzazioni lo Stato ha stanziato, negli ultimi 8 anni, un fondo di 30 milioni di euro, mentre la sola Regione Sicilia (ora sotto i riflettori dopo i fattacci) ha ricevuto in sei anni ben tre milioni di euro.
Che fine hanno fatto questi soldi?

Recitiamo quindi tutti insieme il "mea culpa", con le Istituzioni in testa. Sono queste, infatti, che dovrebbero garantire la sicurezza dei cittadini. Siamo sempre pronti a servirci dei nostri amici cani e a lodarli quando ci fa comodo, salvo abbandonarli o abbatterli quando ci danno fastidio o andiamo in vacanza; oppure, peggio ancora, quando per colpa nostra, commettono questi orrendi delitti.

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