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Campania: «Il vero ministro dei rifiuti è Nicola Cosentino»

La Campania si appresta a vivere una nuova stagione di lotta; la determinazione della popolazione nel difendere il proprio diritto alla salute, di vivere in un ambiente sano e ad una legale gestione dei rifiuti, ha dato vita ad un grande movimento, nato dal basso, ma che punta in alto e se i contenuti della legge saranno quelli della bozza, avverrà lo scontro tra istituzioni e comitati civici.

Nella bozza presentata ieri al governo ha un ruolo marginale la politica funzionale al Rifiuto Zero, ampio spazio invece a tre discariche, Afragola, Tufino e una nel vesuviano. Tufino è satura, Afragola aspetta da tempo di essere bonificata e nel vesuviano la cava Sari di Terzigno resta lo scempio più grande. Alla Rotonda, luogo simbolo della lotta contro l'invaso pregno di percolato e rifiuti pestilenziali quale è cava Sari, anche ieri notte son stati bloccati alcuni autocompattatori non a norma con il trasporto di dubbia provenienza e di dubbia natura. Camion controllati, nel cuore della notte, dai cittadini vesuviani, gli stessi, notte, dopo notte, presidiano l'area e controllano i camion. In questa losca storia, alla Rotonda, il paradosso più grande. Forse proprio a Terzigno si cela tutta la verità sulla gestione dei rifiuti campani, gestione misteriosa, zeppa di enigmi e incongruenze. Il popolo vesuviano attua la differenziata, eppure a cava Sari si scarica di tutto indistintamente e senza alcun controllo. Cava Sari sta crescendo, dapprima è stata interamente svuotata fin quasi a toccare il magma custodito nella pancia del vulcano più distruttivo al mondo e poi, non potendo più scavare, è stata riempita fino a somigliare oggi ad una collinetta. Cava Sari ha distrutto, forse irrimediabilmente, ettari ed ettari di pineta compromettendo l'intero ecosistema all'interno del Parco Nazionale del Vesuvio. La sua vastità colpisce, come gli scavi al suo interno, svuotata come un cocomero e riempita di ogni genere di rifiuto, soprattutto del tipo pericoloso, da coprire con la terra. Altro che rifiuto solido urbano, da Cutolo, cava Sari, nasconde trent'anni di traffici mai portati a galla e nascosti non soltanto da altra terra e altri rifiuti, ma anche con il sangue e con le mazzette. Alla Rotonda si continua a presidiare quindi, e si continua pur i continui sabotaggi. Per difendersi dal gelo e dalla pioggia durante la notte, i vesuviani, hanno attrezzato dei gazebo disposti su di un area privata, non in mezzo alla strada o su suolo demaniale. Gazebo posti sulla terra di un privato che ben ha acconsentito. Questi gazebo vengono, ogni giorno, smontati ora dalla polizia, ora dai carabinieri, senza nessun motivo o mandato scritto. Perchè? Esiste solo una spiegazione a questo abuso di potere, evitare vengano controllati i camion durante la notte. Senza un riparo sulla testa, senza un fuoco acceso, sarebbe disumano presidiare di notte e quindi si sarebbe costretti a non controllare il passaggio dei camion, la loro provenienza e il loro trasporto, insomma, le istituzioni intendono garantire l'illecito e contrastare i diritti dei cittadini. Torniamo al piano ideato da Cosentino e Cesaro, considerato che Terzigno è area vesuviana e che cava Vitiello, sempre a Terzigno è stata cancellata, dove pensano di aprire un'altra discarica?

Nella bozza troviamo anche: la conversione degli impianti Stir in strutture per il trattamento della frazione organica da mandare in discarica con il secco indifferenziato e due nuovi termovalorizzatori, a Salerno e Napoli orientale dove mandare a bruciare di tutto, in barba agli appelli dei medici dell'Isde sulle patologie legate alle emissioni. Antonio Musella del presidio napoletano: «Domani ci riuniremo anche noi con gli altri comitati. Decideremo le prossime iniziative di lotta e posso già anticipare che bloccheremo discariche e impianti fino a quando non verranno accolte almeno due nostre richieste: conversione degli Stir in Tmm per il trattamento dei rifiuti con il metodo meccanico manuale e investimenti per la raccolta differenziata spinta porta a porta. I 282 milioni di euro delle compensazioni, di cui si è promesso lo sblocco, da soli bastano e avanzano. In primavera ci saranno le elezioni comunali, i candidati è meglio che si attrezzino a rispondere alle nostre richieste. Ormai è chiaro a tutti che le emergenze nascondono gli interessi economici delle grandi imprese e dei clan. Il vero ministro dei rifiuti è Nicola Cosentino». Nicola Cosentino non è solo, dalla sua una armata pronta a servirlo in ogni suo capriccio e desiderio; Luigi Cesaro preferisce mettere a tacere la sua stessa commissione ambiente che ha sposato le tesi ambientaliste. La popolazione ha ragione ed intuisce che l'ostacolo più grande gli viene proprio dallo Stato, quello stesso Stato che dichiara di voler tagliare la luce a chi non paga la tassa sullo smaltimento dei rifiuti che nessuno attua secondo legge.

I ricattatori della monnezza sono davvero tanti e lasciano intravedere quanto valga, sul piano degli affari, la spazzatura di Napoli. La Docks Lanterna e la Lavajet, due aziende genovesi che assieme all'Asia gestiscono la raccolta rifiuti a Napoli e provincia, tutte e tre hanno assorbito circa 400 lavoratori della Enerambiente, questi, si son messi tutti in malattia per una notte contribuendo, massicciamente, a ridar vita ai cumuli sulle strade cittadine. Durante i giorni natalizi la ditta ligure ha raggiunto picchi del 20 per cento dei certificati medici presentati dagli operai. Epidemia pilotata? Lo Stato italiano non vuole intralci ed ostacola la popolazione locale, colpevole soltanto di voler difendere il proprio diritto alla salute e di vivere secondo legalità. Per oltre venti anni i maggiori responsabili della gestione rifiuti in Campania hanno osato e abusato di leggi, poteri e poltrone senza che nessun tribunale trovasse la forza di inchiodarli alle proprie responsabilità. Per decenni hanno deturpato e consumato milioni di euro e miliardi di lire senza costruire o attrezzare un solo sito di compostaggio o oasi ecologica, oppure, hanno commissionato sette impianti di compostaggio nel 2002, terminati e pagati ma mai ritirati, o come il nuovo impianto di compostaggio super tecnologico che vedrà luce a Pomigliano per conto di una società di Cesaro. Per decenni hanno smaltito nei fiumi, nei laghi, nelle campagne abbandonate, in discariche mostruose, in cave malavitose. Lo Stato ha smaltito, assieme ai clan locali, tutti i rifiuti non soltanto della Campania, ma, come le centinaia di pagine giudiziarie confermano, tutti i rifiuti industriali del nord, eppure, nessun colpevole. Tutto archiviato.

Lo Stato ordina di sgombrare i gazebo, di condannare chi si oppone, di tacere chi urla alla mafia.

In Campania lo Stato è talmente presente e pressante da configurarsi come Stato illegittimo e incostituzionale.

Nessun leader, nessun magistrato o giudice si domanda o domanda chi abbia violato gli articoli 452-bis, 452-ter, 452-quater, 452-quinqies, 452-septies, 452-octies, 452-decies, 452-undecies, 452-quaterdecies del codice penale italiano.
 

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