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Burkini/Bikini| Quanto fondamentalismo laico in questa polemica

Vietare il burkini è una misura di sicurezza. E allora non si spiega perché un tale divieto, diventi, nella polemica mediatica di questi giorni, un modello di civiltà, giustificato dal femminismo e dalla laicità.

Se è una misura di sicurezza si dica che è una misura di sicurezza, e si lasci perdere il femminismo e la laicità e la civiltà.

Il femminismo, la laicità e la civiltà, sono scelte di un popolo, sono conquiste e non imposizioni. Del resto a che titolo pensiamo di imporre la nostra civiltà, se il suo processo di maturazione è ben lontano dal suo esaurimento?

Prima di parlare di femminismo e di civiltà, ripensiamo a dove siamo e da dove veniamo. Prima di invocare il femminismo ripensiamo allo stato della donna di oggi in Occidente, alla sua mercificazione, alla violenza che subisce.

Ripensiamo alla donna di ieri quando non andava in spiaggia per non scoprirsi, o vi andava coperta. Ripensiamo alle umiliazioni che subivano le donne in bikini, a cui di solerti vigili misuravano il costume, perché troppo scandalosi.

Non siamo in condizioni di dare lezioni.

Sbaglia chi, in nome della laicità , si accontenta di vietare il burkini. E’ un ordine che non elimina il fanatismo religioso, ma è sufficiente ad implementare il nostro fanatismo laico.

La laicità ha una sua componente fondamentale che è la libertà. La laicità senza libertà, non è laicità, ma radicalismo laico.

La laicità è una scelta, e non si realizza con un comando.

Ma siamo troppi convinti della superiorità della nostra civiltà, per considerare quella degli altri.

Ma che civiltà è quella che si alimenta di certezze e non di dubbi, quella che vede solo il proprio ombelico e non allaga lo sguardo ad ad altre storie ad altre culture, ad altre civiltà ?

E così evitiamo di riflettere sulle ragioni che hanno dato vita al burkini. Sicuri delle nostre convinzioni, pensiamo che si tratta di un costume imposto dalla famiglia per coprire le nudità della figlia o delle figlie.

E neppure ci sfiora il pensiero che esso può essere la scelta della donna mussulmana in difesa della propria dignità o femminilità. E se è una scelta sbagliata, è tuttavia una scelta, che non possiamo ignorare o far finta che non esiste.

E allora diventa difficile capire che il burkini non è espressione di radicalismo, ma di riformismo. Le donne più radicali o costrette ad essere tali non vanno a mare, come ieri non andavano le nostre donne.

Differentemente da quando si crede il burkini rappresenta un passo avanti delle donne mussulmane moderate con una voglia d’integrarsi che ha le sue tappe .

Se abbiamo lasciato alla nostra gente i tempi di maturare la propria civiltà, le proprie convinzioni i propri comportamenti, perché non dovremmo fare altrettanto con le donne mussulmane?

"Sbaglia chi si consola con le immagini di donne a volto scoperto, senza burkah, che vanno a scuola o dal dottore. Sbaglia chi si accontenta di vedere i loro mariti che si levano la barba. Sbaglia perché la barba ricresce e il burkah si rimette!." Oriana Fallaci, la rabbia e l'orgoglio.

Sbaglia chi si compiace per le immagini delle donne mussulmane in bikini, perché il burkini si può togliere e si può mettere, quello che non si può togliere e la loro imposizione che distrugge la libertà, che è alla base della laicità.

Le donne mussulmane si devono liberare da sole e non con un ordine. La civiltà non si esporta ma si conquista con il tempo e la cultura.

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