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Braccio disarmato

Fortunato Montella è morto con un braccio strappato, maciullato sotto la propria macchina. Volevano rapinargli la macchina. Si è opposto, lo hanno trascinato fino a strappargli il braccio, poi il corpo è stato travolto dalla macchina. I carabinieri quando arrivano sul luogo della disgrazia, chiamano i figli. Stanno cercando il padre, perchè ha investito qualcuno, irriconoscibile ormai tra le lamiere, e la paura lo ha fatto scappare. Piccola beffa notturna. Il padre è proprio sotto la macchina. Vedovo da pochi mesi, Fortunato cercava di riprendere in mano la propria vita. Una cena con gli amici a Melito, qualche ballo, e poi la strada del ritorno fino alla fatidica rotonda di Casavatore.

Sono le due del mattino. I rapinatori con la tecnica del tamponamento lo fanno fermare, lo aggrediscono. Ma Fortunato reagisce. Non è da oggi che la Circumvallazione esterna è definita la strada delle rapine. Una morte atroce, assurda, silenziosa. Qualche piccolo articolo di giornale e poi basta. Anche questo è camorra? Si, ma non solo. E’ il degrado assoluto raggiunto dalla civiltà nelle periferie di Napoli e Caserta. E’ uno sputare continuo sulla dignità della vita. Come è possibile che nel fermento anti camorra che pervade l’Italia la morte di un anziano non suscita indignazione e raccolte di firme? Perchè? Ancora una volta la banalità del male colpisce i più deboli: un anziano. Come era anche Michele Landa, metronotte ucciso a Pescopagano. La grande criminalità, potente e internazionale, nei suoi rimasugli territoriali uccide i deboli.



Cerco di immaginare un braccio che si strappa nell’atto di difendere la propria dignità. Perchè se i fatti devono essere raccontati, i fatti devono anche essere immaginati in tutta la loro crudezza. Il giorno dopo si sarebbe dovuto mettere a ferro e fuoco tutta la Campania per trovare gli assassini. E invece? Nulla. Perchè quando è stato ucciso Andrea Tartari da due giovani di Mondragone si è mosso il circo mediatico, e in questo caso cala il silenzio? Anche la morte di Tartari aveva l’impronta della violenza cieca e brutale del Sud: accoltellato per una discussione. I killer di Tartari sono stati inseguiti fino a Mondragone e catturati. Quando si dovrà aspettare per avere giustizia per Fortunato Montella? Strano paese l’Italia in cui a tratti, come la pioggia d’autunno, si parla di criminalità. Ma ormai solo per difendere grandi nomi e situazioni. I restanti, i comuni cittadini non servono a nulla, non sono oggetto mediatico. Ma forse la ripresa del territorio può anche passare dal far si che gli anziani non muoiano più come animali al macello? Anni fa ho rinunciato al mio lavoro, proprio perchè l’azienda si trasferiva nella zona della rotonda di Casavatore.

Ricordo ancora oggi frasi di rito rassicuranti, di non preoccuparsi. Già, alla fine la gente non ci fa più caso. Eppure in quello stesso luogo fu ucciso e bruciato un camorrista sospettato di aver svelato l’ultimo nascondiglio di Paolo Di Lauro alle forze dell’ordine. Ormai riesce sempre più difficile credere che qualcosa cambierà. E non perchè non ci sia una decisa volontà da parte di chi vive le terre del Sud. Manca lo Stato che non riesce ad andare oltre qualche facile proclamo di convenienza. Qualsiasi colore politico abbia. Si mandano i soldati, ma non attrezzature ai commissariati di zona. Si mandano rinforzi invece che nuovi assunti nei commisariati di zona. Si continuerà a morire nel sottofondo dei proclami di riscossa del Sud. Ma le braccia ormai sono disarmate.

 

Commenti all'articolo

  • Di Federico (---.---.---.213) 4 novembre 2008 14:18

    Sono Federico, il figlio di Fortunato Montella, grazie per le tue parole. Sono i nostri pernsieri inespressi che tu hai raccontato. Forse mio padre non avrà mai giustizia, ma noi vorremo almeno la verità, non chiediamo tanto. Sono stato sul luogo dove è successo, e mi sono fatto mille domande, trovato qualche risposta, però quello che non riesco a capire, è perchè nessuno fa niente per dare dignità a quella strada e ai paesi vicini. Non è possibile che nessuno si sia mai lamentato????????????
    Grazie ancora.

  • Di Isabeau (---.---.---.26) 4 novembre 2008 15:23
    Patrizia Dall'Occa

    Ho letto con le lacrime agli occhi prima ancora di leggere la risposta di Federico.

    Valutare positivamente un articolo come questo purtroppo non aiuta nella cattura di chi ha creato il precedente per queste parole.

    Ma non mi andava di rimanere in silenzio. Il dolore non lo si può immaginare ne’ ricreare, lo si può avvertire come un vento leggero sulla pelle, come un’eco lontana, possono scorrere lacrime silenziose...ma il dolore non basta, non è mai bastato. Fortunato è andato oltre, e la recriminazione di Federico è il suo riflesso. 

    Non ho la televisione in casa, non la sopportavo più, da un anno e mezzo vivo di radio e internet. Eppure ho saputo della vicenda di Fortunato solo attraverso le parole di Sergio. E mi sento impotente. Cosa posso fare da qui? come possiamo trasformare "l’abitudine" al dolore in indignazione? Quante volte anche io mi sono sentita dire che tanto, il tempo passa e i fatti si dimenticano, che tanto è normale, l’Italia è così, la Camorra è una realtà con cui si deve andare di pari passo. Ma non è vero. L’Italia non è questo. L’Italia è gente, persone, uomini, donne, madri e padri, figli. Ed è incredibile assistere al silenzio omertoso dei più, tacciare elementi utili per paura, paura di aggressioni di una minoranza che sulla paura ha costruito la sua forza.

    Sto parlando a vanvera, non so più come ordinare i pensieri.
    Nel mio piccolo diffonderò la notizia, nel mio piccolo farò in modo che questo evento non sia dimenticato, che non sia l’ennesima normalità in una realtà anormale.

    Per Fortunato. Per Federico. Per tutti i morti senza nome di un mondo che il suo, di nome, l’ha seppellito nell’indifferenza.

    Patrizia

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.122) 4 novembre 2008 16:01
    Rocco Pellegrini

    grazie per quest’articolo. C’è troppa ingiustizia per chi non sa o non può farsi sentire ma, ormai, siamo in grado di sostenere le vittime, di aiutare chi non ce la fa. Il figlio ti ha ringraziato, hai dato un pò di speranza a lui e questa cosa è bella e dignitosa.

  • Di fefo 59 (---.---.---.230) 4 novembre 2008 18:28

    Grazie che esiste questo sito almeno molte cose che forse qualcuno dimentica vengono invece portate a conoscenza da persone che tutti i giorni fanno informazione non stando agli albori della gloria ma facendo lo stesso il loro lavoro

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