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Borriello attacca Saviano: "Ha lucrato su Napoli"

Borriello attacca Saviano: "Ha lucrato sulla mia città". Non occorrerebbe meditare più approfonditamente sui toni da usare nei confronti di un ragazzo di trent’anni che ha rischiato tutto, che rischia tutto, e che (grazie anche a queste affermazioni) sta a poco a poco vedendosi togliere tutto?

Borriello attacca Saviano: "Ha lucrato su Napoli"

Ci mancava anche Borriello, il giocatore del Milan.

 

Un altro fulgido esempio di chiarezza e linearità dei pensieri. Saviano parla di camorra, la camorra è una cosa brutta, quindi Saviano parla solo di cose brutte. Sillogismo perfetto!

Peccato non sia un disco rotto, una canzone già sentita, un quadro bruttino già visto, una insipida minestra già assaggiata, un attacco sconfortante.

 Prima Cannavaro, poi Emilio Fede, il nostro Primo Ministro Berlusconi e il suo giornalista preferito Feltri e, recentemente, perfino Dal Lago.

Insomma, Borriello fa da cornice ad una scena già vista. E non solo contro Saviano. Qualche anno fa, le vittime erano due illustri magistrati siciliani prima delegittimati ed insultati proprio dalla sedicente società civile e che, solo una volta sacrificati alla causa, sono stati riabilitati del proprio onore schiacciando il brusio di qualche insetto che ancora li diffamava. Come se in questo Paese ci fosse bisogno di pagare con la vita il prezzo della verità.

Parlo da napoletana: sono ormai nauseata da queste accuse prive di fondamento, colme di arroganza ostentata come un valore racchiusa in piccole frasi ripetute-ripetutamente (come canterebbero i nostri 99 Posse) e che diventano vere agli occhi dell’opinione pubblica solo perché pubblicate con cadenza settimanale su qualche quotidiano o riferite alla tv.

Basta, davvero. Smettetela. Smettetela di coprirvi di ridicolo.

Perché io, da partenopea, è di voi che mi vergogno. Di quelli che dicono: "sì...c’è la camorra, ma Napoli è tante altre cose!".

Voglio entrare nel merito, dirvi che il sole e il mare non compensano la miseria e la violenza che esportiamo in tutta Italia e che dilania i vostri amici, la vostra gente, la vostra terra, la NOSTRA terra; potrei dirvi che ad oggi le morbide curve delle cime del Vesuvio non sono abbastanza in confronto alle vette altissime dei grattacieli che i camorristi napoletani stanno costruendo in tutto il Paese.

Napoli è anche altro? Dimostriamolo. Dimostratelo coi fatti.

Riduciamo la camorra a quello che è: una sanguisuga velenosa che sta succhiando potenziale, denaro e, più di ogni altra cosa, la libertà alla sua stessa gente.

Sostenete chi dice "basta, ora fermatevi", come ha fatto Saviano, sostenete chi denuncia le estorsioni, andate a denunciare voi stessi se subite o assistete a reati. Non servono gesti eclatanti, bastano piccole azioni di civiltà: ad esempio, non pagate il famoso "cavallo di ritorno" quando vi rubano il motorino, andando a saldare la cifra pattuita per riavere il vostro scooter senza che i carabinieri siano con voi; oppure, il sabato sera evitate di comprare la tranquillità di un parcheggio più veloce lasciando la mancia ad un parcheggiatore abusivo; e infine, per apparire fashion e sempre alla moda, non occorre comprare le borse taroccate vendute ad ogni angolo di strada che sono costate sudore e lacrime di lavoratori che nell’entroterra napoletano non hanno diritti, ma solo doveri; per una serata più divertente in discoteca, non c’è bisogno di una striscia di coca, basta essere in pace con voi stessi e stare con una compagnia decente.

Si parla, spesso, in mancanza di altre argomentazioni del fatto che Saviano abbia guadagnato, "lucrato", dal racconto della propria terra, del fatto che "s’è fatto i soldi" parlando male della nostra città.

Mi dispiace doverlo fare, ma ve lo voglio dire: scusate, ma se era così lampante tutto quel marciume abbrutente che lui descrive nelle pagine di Gomorra, perché non l’avete fatto voi??

Se quello che Saviano ha scritto nel suo libro era davvero così "sotto gli occhi di tutti", come si fa a dire che sia stato lui ad infangare la nostra città, quando è magari il vostro vicino di casa imprenditore a rubare la sabbia dalle spiagge che poi diventa "cemento"?

Come ogni scrittore che si rispetti, Saviano ha trovato un argomento che nella sua realtà quotidiana influiva costantemente, è riuscito a descriverlo e raccontarlo come nessuno prima, e quindi il suo libro che gli è costato anni di fatica e di lavoro è diventato fonte di sostentamento per la sua vita. Beh? Non mi risulta che prima Saviano volesse fare il carmelitano scalzo, e non credo che dovrebbe esserlo chi racconta di camorra; non è prescritto dal medico diventare un martire a trecentosessanta gradi, men che meno quando si è dotati del talento che lui dimostra in ogni pagina che scrive.

Quest’uomo, il cui nome ormai riempie la bocca di tanti, ha sacrificato molto più che la propria serenità. E forse, quando se ne parla, occorrerebbe avere maggior rispetto. 

Mi domando come riusciate a non vedere che è il nostro\vostro silenzio colpevole ad affossare insieme alla criminalità organizzata una delle terre più fertili d’Italia. Mi domando come si possano dimenticare ferite ancora aperte che la stessa famiglia di Borriello, ad esempio, porta nella propria storia: un padre ucciso dalla camorra. E un figlio che punta il dito con chi racconta che la camorra è composta da assassini e da delinquenti.

Non è chi racconta che è colpevole della nostra condizione, non è chi ne parla, ma chi silenziosamente tenta di avvicinarsi al Sistema provando a guadagnarci qualcosa perché così vanno le cose, perché la camorra c’è sempre stata e sempre ci sarà. Quello che patisce la popolazione napoletana è anche colpa di chi è disposto a chiudere gli occhi e sparare contro un ragazzo come lui che però è nel clan sbagliato, chi non ti fa uscire la sera tranquillo per una passeggiata con la tua ragazza perché temi la rapina, di chi vende il proprio voto per venti euro.

Sono queste le persone cui dovete additare le colpe di una regione che è dilaniata, non a chi grida lo scandalo. Quello che dà l’allarme, vedete, sta lavorando per noi. Perché ormai non si può essere indifferenti, non si può più lasciar stare. Far finta di niente.

Dobbiamo smetterla di essere una Gomorra, dobbiamo smetterla di non pensare alle conseguenze di quello che diciamo o che facciamo. Dobbiamo smetterla di non pensare con la nostra testa.

Io sto con Saviano.

 
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.12) 2 giugno 2010 22:58

    Borriello rifletti bene su quanto dici prima di rilasciare certe dichiarazioni che fanno male a tutti ma proprio a tutti!

  • Di Giuseppe Fusco (---.---.---.82) 3 giugno 2010 11:56

    Sarebbe da dirgli "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza". Ma si perde solo tempo con chi ha il cervello nei piedi e la coscienza nelle tasche piene di soldi non sudati, ma giocati. "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa."
    Riguardo personaggi come Del Lago, Fede, Feltri ... usano Saviano per i loro beceri interessi. Vendere libri, vendere giornali, apparire un pò di più, etc. Qualcuno anche per difendere Cosa Nostra? Chissà?
    Vergogna anche per chi cerca di trovare giustificazioni intellettualoidi per gli attacchi a Saviano che vengono dalla propria parte (politico/editoriale). Mentre si accusano altri di aver "attaccato Saviano piuttosto volgarmente ... quando l’arbitrio e le opportunità del momento hanno suggerito loro di farlo, come in passato gli avevano suggerito di apprezzare lo scrittore campano e in futuro potranno tornare a suggerirglielo". Vedi Marco Bascetta in "Libertà negata di criticare Saviano" (http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2010/mese/05/articolo/2841/ ). D’altronde il Bascetta (... no comment ...) è stipendiato da IL MANIFESTO, e Del Lago è pubblicato da Manifestolibri.
    Come al solito è difficile trovare differenze sostanziali tra i diversi schieramenti politici. In questo caso anche editoriali. Alla base c’è lo stesso interesse economico, il desiderio di notorietà, e altre volgarità di ogni genere. E’ utile accusare altri (in qusto caso Saviano) di quanto loro stessi sono vittime. La propria avidità. Nei suoi molteplici e oscuri colori.

  • Di Silvia De Marino (---.---.---.233) 3 giugno 2010 12:03
    Silvia De Marino

    Aggiungo all’articolo, per dovere di cronaca, che Borriello si è scusato oggi con Saviano per averlo attaccato: "Riflettendo mi sono reso conto che il problema è più grande di me e che determinati argomenti vanno trattati con più cautela e attenzione. Vorrei quindi dare il mio sostegno a Saviano e a tutti coloro che convivono quotidianamente con questa difficile realtà.", dice l’attaccante del Milan.


    Ci fa piacere constatare che in Italia c’è ancora qualcuno capace di ammettere i propri errori, considerando che di tanti altri che hanno criticato Saviano, nessuno ha manifestato le proprie scuse allo scrittore.

    Continuiamo, quindi, ad esprimere solidarietà a Roberto Saviano perché il danno ormai è stato compiuto, la freccia dall’arco è stata scoccata, un’ulteriore ferita è stata aperta. Lo spazio lasciato dai nostri media alle rettifiche, lo sappiamo, è minimo rispetto quello dedicato alle succulente invettive.

    Grazie Giuseppe per il tuo intervento, concordo: molto spesso chi critica Saviano cerca il suo quarto d’ora di celebrità, sperando di godere se non di altro almeno di un po’ di luce riflessa....bisognerebbe meditare a lungo prima di parlare...ci auguriamo che per il futuro si rifletta più a lungo sulle proprie dichiarazioni!
    Buona giornata!

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