• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Boris: una “fuori” serie che prende in giro la tv italiana al Roma Fiction (...)

Boris: una “fuori” serie che prende in giro la tv italiana al Roma Fiction Fest

Quando la migliore serie televisiva nasce prendendo in giro la TV il corto circuito è fatto e servito: nasce così Boris, una fuori-serie che racconta il back stage di una fiction italiana (gli occhi del cuore), sgangherata ma premiata dall’auditel, ricca di raccomandati eccellenti, attori esagitati, troupe alla continua speranza di portare a casa un prodotto perlomeno decente. Il mix crea una storia assolutamente esilarante, che racconta uno spaccato di quest’Italia post-moderna anche attraverso le parole del regista René Ferretti: “Facciamola a cazzo di cane, basta che ci sbrighiamo!”. 

La storia è sicuramente e inquietantemente realistica: una troupe che produce una fiction come tante altre - intitolata “Gli Occhi del Cuore”- dove però le persone che ci lavorano vivono immersi in uno straordinario cinismo fatto di raccomandazioni, forzature, egocentrismo ed edonismo, ma anche delirio oltre l’immaginabile.

Questo e molto altro ancora è la sit-com Boris, che poi è il nome del pesciolino rosso sempre in primo piano appartenente all’eccentrico e ansioso regista Renè Ferretti (alias Francesco Pannofino), il quale coltiva sempre l’atavica speranza di riuscire a finire le riprese senza che i capricci degli attori (che lavorano grazie al politico di turno), i problemi di budget e le paranoiche interferenze dei membri dello staff, gli mettano i bastoni fra le ruote.

La storia parte dallo stagista, Alessandro (interpretato da Alessandro Tiberi), che dal sogno di diventare regista partendo dal basso si ritrova invece catapultato in un incubo quando entra a far parte dello staff che si occupa di realizzare “Gli Occhi del Cuore”; l’ambiente televisivo che gli si para davanti, infatti, è fatto di ipocrisie, incompetenza e assoluta, incredibile e straordinaria mancanza di professionalità. Un divario enorme tra il prodotto scarso e mal-confezionato e il gradimento del pubblico, che sembra premiare la fiction!

Nonostante la serie non preveda un protagonista assoluto, Alessandro è quello attorno al quale ruotano gran parte delle due stagioni appena andate in onda su Sky (sul canale della Fox). Appena giunto sul set, il suo grado è quello dello "schiavo", al servizio di chiunque sia presente negli studi. Stanis (l’attorone interpretato da Pietro Sermonti) si rivolge a lui chiamandolo "Seppia", mentre gli altri personaggi del set spesso sbagliano il nome o fingono di non ricordarlo.



Arianna (Caterina Guzzanti) è l’unico personaggio della troupe che dedica tutto il suo tempo al lavoro in modo professionale, senza colpi di testa, ma sacrificando di fatto la sua vita privata. Il suo modo di lavorare è autoritario e dittatoriale, tentando di rimediare all’inefficienza e al menefreghismo dei suoi colleghi.

Con la sigla di apertura e di chiusura è di Elio e le Storie Tese e alcune guest star d’eccezione che si prestano ad intervenire (Corrado Guzzanti, Giorgio Tirabassi, Luisa Ranieri e molti altri) Boris introduce perfettamente il Roma Fiction Fest attraverso l’anteprima della terza e ultima serie (che andrà in onda, poi, in autunno su Fox), per raccontare la fiction con gli occhi ironici e dissacranti di chi vuole smontare il giocattolo per vedere com’è fatto dentro.

Al Roma Fiction Fest l’anteprima di Boris stasera 7 luglio alle 19.45 (www.romafictionfest.it)

-----------------------------

Guarda le prime due stagioni in streaming attraverso il link

http://www.linkstreaming.com/index....

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares