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"Black Bloc" e 15 ottobre: Repubblica inventa i tweet dalla piazza

Repubblica, per dimostrare e dare un certo fondamento alle proprie tesi, distorce i fatti.

In un articolo pubblicato oggi, ancora dedicato alle violenze di Roma, si cerca di dare voce alle “cattive ragazze” della manifestazione, cioè quelle “donne che hanno scelto la violenza”. E come testimonianza si sceglie di riportare un tweet di una di queste ragazze “violente”, e cioè questo:

Bello, bellissimo. Tutto molto professionale. Già. Peccato che quel tweet non esista. Eh sì, è la stessa titolare di quell’account a denunciarlo sul proprio blog: “quel tweet è inventato, mi dite dove e quando l’ho scritto?”. E infatti, sul suo account di quella frase non c’è proprio traccia (per completezza dell'informazione precisiamo che, cercando nella cache di Twitter si trova questo messaggio: "son qui a far scontri da ore", ndr). Ma a Repubblica che importa, loro dovevano in qualche modo supportare le tesi del loro articolo.

Complimenti. E sapete un’altra cosa? Quel falso tweet è stato anche ripreso dal Manifesto, citando Repubblica. E poi parlano della macchina del fango.

AGGIORNAMENTO

Abbiamo contattato Baruda che non vuole commentare ulteriormente l'accaduto. L'unica dichiarazione è stata la seguente: "Insegnategli almeno come si scrive Piazza Tahrir".

AGGIORNAMENTO#2. Quello che è stato fatto da Repubblica è, in realtà, diverso. Perché dall’account della ragazza esistono effettivamente frasi come quella da loro riportata, ma non in quel modo. Si tratta di pezzi presi da diversi tweet, magari in risposta ad altri, e poi incollati l’uno con l’altro arrivando a rafforzare l’effetto generale. Il tweet come lo vedete sul giornale, insomma, non esiste ma è stato creato ad arte incollando diversi frase scritte dalla ragazza.

Repubblica, quindi, non ha inventato il tweet come abbiamo sostenuto anche noi stamattina (e ce ne scusiamo), ma lo ha creato prendendo diversi interventi. Componendo i singoli tweet si arriva a quello pubblicato da Repubblica. Rimane, comunque, il mistero sulla denuncia della ragazza: come faceva a non ricordarsi di aver scritto quelle cose? Era così coraggiosa, in piazza, e su Twitter, ma quando ha visto il suo nome su un grande giornale deve essersi spaventata molto…

 

Uno dei tweet che compogono il “Super-tweet” di Repubblica (grazie a Tommaso Farina):

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