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“Bianco e nero” di Filippo Gigante

«Possa tu sempre accorgerti di cosa ti resta accanto nell’andare dei giorni. Possa tu leggere e respirare la bellezza che ti è attorno. Sei tu a poter scegliere le strade. Ricorda il passato ma non farti imprigionare dai ricordi»

Semplicità, sentimenti e famiglia. Sono le parole chiave per descrivere il romanzo di Filippo Gigante che racconta dei valori che la società contemporanea ha perduto e non ricorda più. Un storia che tocca direttamente il cuore, un vissuto che dispiega le sensazioni che tutti hanno almeno provato una volta nella vita e la sensazione di non sentirsi a proprio agio nella società contemporanea, così sfuggente e sbrigativa. Uno stile fluido e avvolgente, l’autore si differenzia per la divisione in “respiri” invece che in capitoli. A far da cornice poi, ci sono le immagini prodotte dal fratello Davide che è riuscito, dice lo scrittore, «a dare una doppia vita alle mie parole attraverso una perfetta scelta grafica».

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Alex, 25 anni, frequenta Medicina, ha perso il padre Domenico a dieci anni a causa del cancro e ora sua madre Marina è tutta presa da “Follia Magazine”, la rivista dello zio, tralasciando così suo figlio che soffre profondamente per questa situazione. Soffre, soffre l’abbandono e solo nei suoi nonni trova ristoro. Attaccato alla sua infanzia, il protagonista sente terribilmente la mancanza del padre e da qui proviene la sua spiccata sensibilità. È riflessivo sulla vita e sui sentimenti, sulle relazioni tra persone troppo prese dalla routine, Alex è sempre alla scoperta di se stesso e giorno dopo giorno trova «nuove e più stabili sfumature della sua personalità». Ma il destino sembra non curarsi della sua vita dato che il suo caro amico Chris, un giorno, gli comunica di avere un cancro. La sua quotidianità sembra non vedere uno spiraglio di luce.

Quando un incontro gli cambia il modo di vedere le cose. «Il giorno più bello di ognuno di noi è quello che raccoglie tutti i frammenti che collezioniamo durante tutto il nostro percorso», sono queste le parole che hanno scaldato l’animo di Alex e a dirle è stato un clown bianco, Damabiah. Parlando scopre che si conoscono più di quanto il ragazzo non pensi. Ed è attraverso Damabiah che l’autore Filippo Gigante può liberare tutto il suo estro donando perle di saggezza e di coraggio. «Ricorda Alex…seguimi ma fammi strada», glielo scrive il clown sulla sabbia che lo rassicura e lo coccola moralmente. Chi era quel pagliaccio bianco così buono e saggio?

Solo chi avrà il piacere e il diletto di leggere il romanzo lo scoprirà. Il clown Damabiah è infatti il punto focale della storia intera dato che anche Filippo Gigante gioca con il titolo “Bianco e nero” dove, ci spiega l’autore, «il bianco rappresenta la fugura di Damabiah, sinonimo di luce, speranza e saggezza. Il nero rappresenta le insicurezze del protagonista Alex». “Pensieri felici”, è questo il messaggio, l’intento ultimo dell’autore. Un libro che risveglia i sentimenti, quelli veri e sinceri, un libro che riscalda il cuore e fa scendere una lacrima dell’amore.

«Ogni particolare di quel quadro naturale, tra il cielo e il mare, era un appiglio per i suoi pensieri nostalgici che rinascevano dalle loro ceneri, come una fenice»

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