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 Home page > Attualità > Politica > Berlusconi sempre più inadeguato. Ma le opposizioni che fanno?

Berlusconi sempre più inadeguato. Ma le opposizioni che fanno?

Dopo trent’anni passati in giro per l’Europa, con puntate in India e in Sudafrica, sono venuto a vivere in Galizia, in un villaggio di neppure trecento abitanti, a due passi da Finisterra, quella che per gli antichi era la fine del mondo.

Adoro questo posto ed i suoi abitanti, quasi tutti marinai o pescatori, ma ho ridotto a quasi nulla la mia già scarsa vita sociale perché non sopporto più le domande che i pochi amici e, soprattutto, i moltissimi conoscenti, mi rivolgono in continuazione sull’Italia e su Silvio Berlusconi.

Non passa giorno senza che i giornali, anche qui, riportino i suoi comportamenti. Non passa giorno senza che dimostri la propria inadeguatezza alla carica che ricopre. Non passa visita al bar senza che qualcuno tra gli avventori, con il sorriso di compatimento che si dedica a chi soffra per una qualche malattia incurabile, mi chieda perché sia ancora al potere.

È questo, il fatto che sia ancora lì, a scandalizzare i miei compaesani, non il fatto che sia stato eletto.

Ho spiegato loro innumerevoli volte la situazione dei mezzi d’informazione in Italia.

Quelli tra loro più interessati alle cose del mondo, quelli con cui discuto più spesso, sono d'accordo con me nell’attribuire ad un errore comprensibilissimo - la mancanza di una legge anti-monopolio -. Errore commesso nel momento in cui gli è stato concesso di inventarsi dal nulla un sistema radio-televisivo privato, ovvero la causa prima delle sue fortune politiche.

Mentre gli americani imputano alla Fox molte responsabilità nell’elezione di Bush Junior, è quasi certo che in Italia, bombardati da tutta quell’artiglieria televisiva, possiamo essere stati indotti a votare per chi si è rivelato l’uomo sbagliato. Il fatto che Berlusconi non sia mai arrivato, da solo, ad avere la maggioranza assoluta dei voti, pare anzi una dimostrazione della capacità di resistenza del nostro elettorato: prima di fare il lavaggio del cervello agli italiani, insomma, ce ne vuole.

La nostra naturale anarchia fa di noi, da questo punto di vista, un popolo estremamente resistente, e posso affermarlo con orgoglio: ci hanno riempito la testa di spazzatura per trent’anni, ma molti di noi, la maggioranza, continuano a ragionare per conto proprio.

Quel che non riesco a spiegare - perché, prima di tutto, non riesco a capire - è l’inconsistenza dell’opposizione. La domanda cui non riesco a rispondere, la seconda o terza che ogni interlocutore mi rivolge quando si parla di cose italiane, è: “E gli altri cosa fanno?”.

Questa è la seconda inspiegabile anomalia italiana: il fatto che nessuno faccia nulla, per mettere politicamente in difficoltà Berlusconi. Che per quanto possa essere disprezzato, inviso ai sindacati, agli imprenditori e, da ora, alla Chiesa, nessuno muova un solo passo per costruire una reale alternativa al suo governo.

In tre anni e passa, le opposizioni non sono riuscite a fare un solo nome di candidato alla sua successione e non sono riuscite a formulare un programma comune che andasse oltre la, comprensibilissima, "pregiudiziale antiberlusconiana". 

Anche l’occasione offerta dalla discussione sulla manovra economica è passata invano. Avrebbero dovuto elaborare una manovra alternativa a quella del governo, reale e seria, sostenuta da tutte le altre forze politiche, .

La contromanovra del PD era, se possibile, ancora più zeppa di "speriamo" e "magari" di quella della maggioranza: ancora meno credibile. Non a caso è stata quasi tenuta nascosta, relegata a qualche articoletto, senza nessun seguito, anche dai giornali favorevoli all’opposizione: era meglio che non se ne parlasse troppo

Berlusconi è il peggio che il Paese possa avere alla Presidenza del Consiglio? Io sono assolutamente convinto di sì.

Il trio delle meraviglie, Bersani, Di Pietro, Vendola e l’inqualificabile duo Casini - Fini sono la peggior opposizione che si sia mai vista?

Sono altrettanto convinto di sì.

In una situazione come l’attuale (non illudetevi per la relativa calma degli ultimi giorni, la tempesta sul nostro debito può scoppiare in qualunque momento), chiedere a Berlusconi un passo indietro, senza proporre nessuna alternativa, è ridicolo.

Ammesso che accettasse, ipotesi a cui non può credere nessuno, come si può pensare di lasciare nell’incertezza i mercati, prima che il paese, per giorni o settimane, in attesa che le “larghe consultazioni” producano un raffazzonato governicchio tecnico?

Le opposizioni, se davvero volessero essere tali e avessero a cuore il destino dell’Italia e non i mezzi punti percentuali da guadagnare o perdere nelle lontanissime elezioni del 2013, dovrebbero avviare da subito delle consultazioni, coinvolgendo anche le parti sociali. Dovrebbero indicare un proprio Presidente del Consiglio e, cosa almeno altrettanto importante, un proprio ministro delle Finanze, per poi trovare un accordo su un programma minimo di misure necessarie per fronteggiare la crisi.

Si vuole che Berlusconi se ne vada per lasciare spazio a un governo di solidarietà nazionale? Bene: si delinei allora l’impalcatura di questo governo. Si metta pressione addosso alle forze che sostengono Berlusconi. Si presenti loro un’alternativa reale.

Che i dirigenti della Lega, in difficoltà sempre più grandi con la propria base, spieghino perché continuano a sostenere Berlusconi, quando al suo posto potrebbe esserci X.

Se non verrà fatto, se gli oppositori non troveranno il coraggio d’esser veramente tali, Berlusconi, salvo catastrofi per l’intero Paese, resterà in carica fino alla scadenza del suo mandato.

Se si continua di questo passo, mentre altri gerontocrati si apprestano a portare le loro arteriosclerotiche forze in suo soccorso, Berlusconi o chi per lui vincerà anche le prossime elezioni.

Quale sarà il primo partito nazionale? Quello, già adesso, è in testa a tutti i sondaggi: quello degli italiani che, schifati di tutto, non voteranno.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.184) 1 ottobre 2011 15:30

    Caro Daniel , come spesso capita a chi vive fuori dai confini nostrani ,hai fatto una analisi lucida della situazione politica italiana .

    L’origine di tutti i mali è da ricercare in una struttura concatenata tra cultura cattolica ed individualismo italiota .La prima è stata il brodo di coltura per mafia , doppiezza nei comportamenti ,corruzione sociale . La componente individualista invece ha privilegiato l’interesse privato su quello pubblico con una visione distonica del concetto di stato . Io rubo perché lo stato mi deruba e posso farlo perché anche i politici che mi rappresentano lo fanno . Questo patto perverso ha reso tollerante lo stato nei confronti degli evasori fiscali perché dall’evasione fiscale e dalla tolleranza diffusa dell’illegalità lo stato (inteso come chi ci governa) trae il suo consenso politico .
    Per sostenere questo meccanismo la politica ha bisogno di gente con un basso profilo morale ed etico ,con una inclinazione al compromesso anche sui principi che dovrebbero essere irrinunciabili e con una buona dose di spregiudicatezza.
    Con l’avvento di Craxi , il fenomeno ha subito una forte accelerazione diventando una vera e propria patologia di sistema .In quegli anni tutti i balordi ,i fasulli in circolazione , diventavano socialisti e ancora oggi scontiamo quella eredità in termini di Berlusconi ,Cicchitto ,Bonaiuti e compagnia bella . L’opposizione di sinistra, se cosi’ si può definire , si è imbastardita con iniezioni di clericalismo nel tentativo di sfondare al centro e per spurgarsi dal massimalismo alla Bertinotti o Turigliatto ma ha finito per perdere completamente la bussola .Oggi nessuno è in grado di dire cosa sia il PD . Molto poi hanno giocato i bassissimi profili politici personali , da Bersani in giù . Comprimari e portaborse assurti al ruolo di " statisti " . Insomma ha prevalso la mediocrità .
    In questa marmellata , mettici anche un partito eversore come la Lega ,tollerato e sottovalutato colpevolmente da tutti come un fenomeno da baraccone e arrivi ad un quadro politico e sociale generale disarmante .
    Oggi chi può deve andarsene da questo paese , non ci sono alternative.
    Scusa la lungaggine .
  • Di (---.---.---.39) 1 ottobre 2011 18:10

    Egregi Daniel e Paolo sapreste voi dirmi in quali occasioni - in 150 anni di storia unitaria - la sinistra a fronte di una crisi grave della destra (Liberale, monarchica, fascista, democristiana e oggi berlusconiana) ha saputo offrire agli italiani un’alternativa di governo accettabile?!?!
     Il motivo di questa evidente, innegabile,macroscopica, incapacità dei partiti che in un secolo e mezzo hanno provato a rappresentare gli interessi delle classi subalterne - dai repubblicani e socialisti di fine ottocento ai moderni democratici P.D. - sta a mio avviso nella incapacità a dare una risposta ad alcune questioni che ci portiamo dietro da 150 anni e che hanno attraversato 3/4 regimi istituzionali. La questione meridionale, la questione mafiosa, la corruzione permanente del ceto politico tutto, il clientelismo e voto di scambio, il costante rifiuti del ceto politico a sottostare ai controlli di legalità sul proprio operato, il permanente e diffuso astio verso il ceto politico. A proposito di quest’ultimo, ricordate che l’antipolitica è stata una componente fondamentale della vittoria di Mussolini negli anni venti e di Berluscone oggi?!?!
     Detto questo vi è poi un’attuale questione aggiuntiva - che rende particolarmente debole la sinistra - la presenza alla sgreteria del maggior partito italiano di una persona assolutamente inadeguata, incapace di promuovere alcunché che esuli dall’ordinaria gestione politica, che quando esce per televisione è nel 90% dei casi penosamente inadeguato, per non parlare poi dei suoi due principali alleati.
     Che Dio ce la mandi buona!!!

  • Di paolo (---.---.---.184) 1 ottobre 2011 19:27

    E certo xxx.39 ,il quadro è questo . E anche però vero che la Democrazia Cristiana , pur nella sua incrostazione clerico mafiosa e le tutele del padronato (oggi si direbbe poteri forti) almeno aveva un rispetto formale per i ruoli istituzionali . E la forma in certi casi è anche sostanza . Cosi’ come il Partito Comunista ,seppur con alcuni compromessi , aveva una forte connotazione di sinistra , incentrata sulla difesa della classe operaia e dei ceti meno abbienti in una concezione laica dello stato .

    Insomma c’erano ruoli politici ben definiti .Ci si capiva qualcosa.

    Oggi è un minestrone in cui non si capisce più nulla .Qualcuno ipotizza che in una democrazia matura le differenze si smorzano perché cadono i massimalismi . A me sembra invece che si sta verificando un fenomeno di radicalismo sociale tra quelli che tifano per i giudici e quelli che tifano per i mariuoli .E’ una Italia spaccata in due ,non solo geograficamente,ma anche su principi fondamentali come quello del rispetto della legalità .
    Trenta anni fa circa ,ai tempi del famigerato CAF ,un ministro socialista arrivò a teorizzare la legalizzazione della tangente .Oggi non c’è più neanche bisogno di teorizzare ,di fatto la politica si è posta al di sopra della legge e siamo addirittura in una fase in cui i giudici vengono minacciati .
    E’ un paese totalmente fuori controllo . Su Bersani e la dirigenza del PD ormai non ho più parole ,sono letteralmente esterefatto dalla loro insulsaggine ,pochezza culturale e totale inadeguatezza ai momenti che stiamo vivendo .
    Non so se Berlusconi resisterà a se stesso ,perché questa è l’unica speranza di cambiamento .Ormai bisogna solo sperare nel suo suicidio.

  • Di (---.---.---.1) 2 ottobre 2011 10:32

    Non magnificare i tempi passati Paolo,prima perché a fare bene i raffronti non sempre l’oggi è peggio del passato, basta pensare agli anni di piombo, e poi perché i guai di oggi sono la diretta conseguenza delle stupidate, furbizie, bricconate e quant’altro del passato.
     Facciamo qualche esempio proprio sul PCI e su quei nodi irrisolti: la proposta del PCI sulla questione meridionale era ridicola negli anni 50 e inesistente successivamente; altrettanto ridicola quella sulle mafie (pur essendo il PCI la vittima prima dei mafiosi); l’indipendenza della magistratura andava bene quando si occupava di democristiani, ma non quando si interessava al PCI; il clientelismo era condannabile quello dei democristiani, quello comunista era difesa della povera gente; il finanziamento illegale dei partiti era corruzione se si trattava di democristiani e dintorni era una dolorosa necessità quello comunista (sia quello proveniente da paesi stranieri che quello derivato dal mondo produttivo nazionale); l’antipolitica non era un problema da risolvere dovuto alla mancata piena realizzazione dell Stato di diritto, ma un malcostume da disprezzare. Per l’indipendenza della stampa poi non ne parliamo proprio.

     Insomma Paolo e Daniel, la mia conclusione è che o si entra realmente nelle questioni di fondo della vita politica degli italiani o la sinistra continuerà a fare da contorno e il governo di questo paese continuerà ad essere cosa che riguarda alternativamente la destra autoritaria o la destra moderata.

  • Di paolo (---.---.---.141) 2 ottobre 2011 12:11

    xxx.1 se definire la politica del passato mafiosa ,clericale e corrotta è magnificare ,allora andiamo bene . Il PCI ha fatto la sua parte anche se metterlo sullo stesso piano della DC e PSI mi sembra esagerato . Ma c’erano comunque differenze di scelta politica ,oggi no .

    E poi il problema è che oggi è ancora peggio perché ai difetti di allora si è sommato il totale disprezzo(formale e sostanziale) per le istituzioni .
    Sono stato chiaro?

    Mi meraviglia constatare che c’è in giro chi ancora non ha capito in quali grinfie è caduto questo paese , il CAF di allora era una quisquiglia rispetto a quello che sta avvenendo di questi tempi.
  • Di (---.---.---.185) 2 ottobre 2011 17:27

    Eri stato chiaro anche prima Paolo, ho solo voluto contestare quel tuo "prima ci si capiva qualcosa" e far passare una idea: non ci si capiva niente neanche prima e si continua a non capirci oggi. Ma mi sono evidentemente espresso male!
     Sulle responsabilità del PCI e sul raffronto con quelle democristiane posso dirti che un bilancio non è mai stato fatto, ma a volerlo fare non è detto che perda la DC. Prova solo a immaginare cosa poteva essere l’Italia se nel 48 avesse vinto il PCI.
     Una delle principali responsabilità del gruppo dirigente del PCI degli anni 80 e seguenti è stata la mancata discussione sul comunismo al momento del cambio del nome in PDS, si è preferito tartufescamente rimuovere il problema con tutte le conseguenze che ne sono derivate alla sinistra italiana successiva.
     In ogni caso so bene in quali mani siamo ora ed è per questo che sono così incazzato con i dirigenti cialtroni della sinistra.

  • Di paolo (---.---.---.3) 3 ottobre 2011 10:38

    Adesso ho capito l’obiezione e mi scuso per aver frainteso .Sono pienamente d’accordo .E’ vero nel PDS .DS ,PD è totalmente mancata , oltre ad un rinnovamento generazionale ( che non sia Matteo Renzi che per inciso è un democristiano),una analisi critica del passato .Hanno risolto con una scissione ,anche se bisogna dire che Enrico Berlinguer un certo revisionismo storico lo aveva fatto , con il famoso strappo dal’’URSS .Nella mia frase " ..ci si capiva qualcosa.." però non c’era compiacimento ma la constatazione che almeno i ruoli politici erano percepibili ,oggi l’unica distinzione è tra chi sta con i giudici e chi è contro , e il confine di separazione non è neanche tanto chiaro .


    Cosa sarebbe stata l’Italia se avesse vinto nel 48 il PCI ? Non lo so ,francamente non lo so .Sicuramente ci sarebbe stato un isolamento in ambito europeo ed occidentale . La ritengo una pura speculazione intellettuale perché da paese sconfitto nella 2° guerra mondiale,soggetto a trattati internazionali e con una economia tutta da ricostruire ,non era possibile accettare quella soluzione.E non credo neanche che gli italiani in genere ,anche quelli che aderivano al PCI,avessero in animo una soluzione di quel tipo .Il PCI si era sostenuto come forma di lotta al fascismo ma l’ideologia comunista di stampo sovietico non era replicabile in Italia,troppe le differenze di storia ,cultura e direi perfino diversità antropologica che avrebbero impedito una deriva di quel genere . 
    Ciao 

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