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Berlusconi: I CIE assomigliano molto a campi di concentramento

"Credo che sia molto più semplice esaminare nel luogo di partenza le loro situazioni, altrimenti vengono qui, vanno in un campo che, non vorrei dirlo, ma assomiglia molto a un campo di concentramento, quindi credo che sia una pratica che dobbiamo continuare a fare"

Il Presidente del Consiglio, nel corso di una conferenza stampa a L’Aquila, ha dichiarato esplicitamente che i famigerati centri di detenzione (CIE, gli ex CPT) gestiti dal suo Ministro dell’Interno sono strutture in tutto simili a campi di concentramento, una definizione che non lascia spazio a dubbi sulla loro illegalità e inumanità. Si è pure detto dispiaciuto del fatto, con quel "Non vorrei dirlo". La dichiarazione ha avuto immediata eco all’estero, visto che era in compagnia del presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso.

Poco importa se si sia giunti a questo punto per sintonia con i regimi nazifascisti o per altri motivi, in Italia secondo il Presidente del Consiglio abbiamo dei campi di concentramento nei quali rinchiudiamo i migranti. Sarà interessante sentire Maroni sul punto.

Purtroppo Silvio Berlusconi non pensa affatto di chiudere i campi di concentramento in questione, è in gran parte merito dei suoi governi se sono diventati tali, è proprio il suo governo a volere un allungamento dei termini di detenzione in questi campi che sono peggiori delle carceri, è proprio sua la legge che condanna persino decine di migliaia di placide badanti alla detenzione in quei centri, la stessa legge che prevede condanne penali pesanti per gli anziani in qualità di favoreggiatori delle clandestine e ipse dixit criminali da rinchiudere nei campi di concentramento.

I campi di concentramento non si chiudono, ma lui che ne è dispiaciuto sostiene che la cosa migliore sia evitare che i migranti vi finiscano, molto meglio respingerli quando sono ancora in mare. Ovviamente parla solo della minoranza di immigrati che arriva dal Canale di Sicilia, pretendere un discorso logico e coerente da lui non è possibile e lo sappiamo, la storia dei campi di concentramento gli è venuta in mente mentre cercava di spiegare che è legittimo respingere i migranti verso la Libia, l’ultimo trucco per cercare di mascherare il clamoroso aumento dell’afflusso di migranti nell’ultimo anno. Conclusione che incidentalente spinge a ritenere che i campi di concentramento per i migranti di Gheddafi siano meglio dei nostri.

Dopo una simile dichiarazione del Presidente del Consiglio un paese normale e civile dovrebbe spalancare le porte di queste strutture alla stampa e alle organizzazioni santarie ed umanitarie, rinunciando prima di tutto alla segretezza e alla gestione affidata a cooperative e forze di Pubblica Sicurezza che mancano sia della cultura dell’accoglienza che della preparazione specifica a gestire quelle che a tutti gli effetti son persone private della loro libertà personale per lunghi periodi. Non è neppure il caso di discutere l’inutilità e l’assurdità di strutture del genere, figlie di esigenze politiche che ben poco hanno a che fare con l’immigrazione, ma anche per coloro che ne sostengono l’utilità e legittimità non dovrebbe essere tollerabile saperli come campi di concentramento.

Non accadrà, è facile prevedere che ci terremo la vergogna dei campi concentramento, la rissa con l’ONU e i siparietti dementi contro lo straniero invasore, non ci sarà risparmiato niente. Abbiamo persino afgani che nel CIE ci vorrebbero entrare per chiedere asilo politico e che dormono per terra fuori da un CIE perchè non li fanno entrare, che non c’è posto. Per i richiedenti asilo non c’è fretta e non si possono rinchiudere, I CIE come le carceri scoppiano e quindi all’interno dei CIE i posti destinati ad ospitare i richiedenti asilo (che possono uscire ed entrare dalla struttura) sono il minimo indispensabile. Un paese civile dovrenne essere in grado di assistere meglio chi bussa legittimamente alle sue porte in cerca d’aiuto.

Nemmeno ai nostri ospiti o concittadini stranieri sarà risparmiato niente, l’indifferenza con la quale il Presidente del Consiglio ammette l’esistenza di campi di concentramento è figlia della cultura razzista che lo stesso Berlusconi e i suoi alleati hanno promosso, dalla xenofobia alla repressione stupida e brutale, i suoi governi non si sono fatti mancare niente, nemmeno la trasformazione medici e docenti in spie.

Un menù così è roba che non si vedeva dai tempi della caccia all’ebreo e come allora non c’è nessun segno di rivolta morale contro questo scempio dei diritti umani e civili, la maggioranza silenziosa tace e acconsente, i fan applaudono e alle vittime non resta che piangere.

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