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Beppe Grillo: il ritorno in Sardegna del Grillo Parlante

 

Il ritorno in Sardegna del Grillo Parlante.

Ad Alghero la prima uscita dopo la nuova manovra economica di ferragosto.

Se nel sabato ferragostano il Premier “gronda sangue dal cuore”, l'altro grande comico prestato alla politica (o viceversa, complicato azzardare una qualifica definita), gronda sudore in quantità industriale da tutti i pori. Grillo is back è il nuovo spettacolo del comico genovese. Dopo il primo turno a Cagliari, nel tour di Sardegna Concerti, l'approdo algherese è nel sabato che precede il ferragosto 2011. Quello rovente per i conti pubblici italiani e che in ogni caso passerà alla storia della Repubblica. Ricordi indelebili le strepitose e ultime apparizioni di Grillo nel sassarese: oltre cinquemila furono i presenti nell'assalto al Festivalguer 2005; quattromila due anni dopo nel “Reset” sassarese al Palasport cittadino. Grillo è tornato, non tornano i flussi oceanici dei suoi sostenitori. Non sono scomparsi, probabilmente hanno traslocato nelle grandi piazze italiane del dissenso sociale e politico che vive il Paese. Sono invariati i temi che strutturano lo show del comico genovese. Che parte come consuetudine improvvisando fra le prime file della platea algherese. L'ncipit del work in progress orante marca le istanze locali: “...siete i pastori più incazzati d'Europa...” e il pubblico è già sciolto.

Il mantra di Stato del “debito pubblico” atterra in quello isolano dove cinquecentomila sardi, molti dei quali emigrati, hanno visto i loro risparmi e beni, soprattutto imprese agricole e di allevamento, mangiati e pignorati dagli sciacalli speculatori venuti da fuori. “Ero con i giornalisti del New Yorker a Decimoputzu” - rivendica, nei giri alti del pathos, con la camicia nera già madida di sudore. “...I Newyorkesi sapevano dov’è Decimoputzu e voi non sapete un c...”. Anche in questa occasione Gavino Sale, suo ospite a Sassari nel 2007, è citato come l'ultimo baluardo insuperabile nella tutela dei diritti del patrimonio sardo. Ricco di incredibili risorse e inspiegabilmente non sfruttato dai suoi abitanti. Che, grazie anche alla loro esigua presenza numerica, potrebbero prendere esempio dalla grande lezione offerta dall'Islanda. Alle prese in questi giorni con un grande processo di democrazia partecipativa con la riscrittura della carta costituzionale.

Appare meno scientista Grillo rispetto al passato e più sobrio nei contenuti. E' sufficiente un solo grande schermo digitale per aiutarlo nel monologo. Alleggerito dai temi del “nuovo rinascimento e nella comunicazione della conoscenza”, cari alle ragioni nella fondazione del movimento 5 stelle. Che riprende quota nell'opposizione netta ai provvedimenti dell'attuale classe politica ed ai suoi invariati protagonisti. La TAV e le politiche delle lobbies legate alla cementificazione ed alla “mania” delle merci trasportate su impensabili infrastrutture finanziate a debito, sono i bersagli preferiti dall'attore. Pronto a riproporre e sdoganare l'elenco degli stessi personaggi di sempre, rilanciati nei mega pixel del maxi schermo: dal Bersani che sale sui tetti degli operai che perdono il lavoro, sino ai pezzi d'antiquariato come il divino Giulio (Andreotti) o la stessa longeva Montalcini con la quale Grillo ha in corso l'ennesima controversia giudiziaria per diffamazione. Lite comune con la schiera di onorevole deputate che lo hanno portato in tribunale dopo la famosa audizione in commissione affari costituzionali. Dove Grillo, convocato sulla raccolta di firme (oltre 350 mila) per la proposta di legge sul “Parlamento Pulito”, non si era risparmiato dall'uso di epiteti, non proprio istituzionali, diretti alla maggior parte delle quota rosa parlamentari. Se la gran parte dei suoi bersagli non solo politici (oltre D'Alema e Berlusconi anche giornalisti “schierati” come Belpietro formano la lunga black list) non sono all'altezza del loro ruolo, lo stesso Grillo, vagheggiando un improbabile “voto a punti”, legato all'anzianità del cittadino, si dice pronto a tirarsi fuori dal gioco. “Mi accusano di fare comizi a pagamento” - ammette - e qui, probabilmente lo show, ilare sugli accadimenti reali dell'Italia, tocca il punto cruciale. Se un altro guru della comunicazione narrata, big fra i politici nazionali, Nichi Vendola, è praticamente disintegrato dal ciclone Grillo, l'amico Travaglio (a giorni anche lui a Cagliari con il suo nuovo spettacolo - ndr) è fra i pochi a salvarsi. Sulla macchina corazzata della comunicazione, non è casuale se durante il monologo, è impresa ardua fotografare Grillo a distanza ravvicinata anche senza usare il flash. L'impavido spettatore che tenta di riprenderlo con un telefonino, diventa coprotagonista della scena: “...te lo regalo io il dvd gratis al termine dello spattacolo...” lo rimbecca l'attore. Ma lo stesso comico predicatore sembra voler lasciare la casacca della ribalta. Che probabilmente rappresenta oggi il tallone d'Achille, piatto preferito per i suoi numerosi detrattori. L'ultimo appello lanciato dal palco è l’appuntamento il 10 settembre a Roma in Piazza Montecitorio. Il raduno del meetup 31 che nel 2007 raccolse, con netto anticipo sulla rivolta dei colleghi indignados catalani, la valanga di firme per ripulire le istituzioni e la politica italiana. Attore o intellettuale di strada, il Grillo in ogni caso tornerà a parlare e far parlare.

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